La tregua
; apparivano oppressi, oltre che da pietà, da un confuso ritegno, che sigillava le loro bocche, e avvinceva i loro occhi allo scenario funereo. Era la
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gigante bruno, dagli occhi selvaggi e spiritati: esercitava la sua arte con inconsulta violenza, e per ragioni a me ignote portava un mitragliatore a
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riuscito a scuotersi di dosso la remissione e l' inerzia del Lager, e ci guardava con occhi vuoti. C' era una specie di rottame umano, dall' età
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Stalin e dagli occhi di fuoco: ma il suo aspetto feroce e barbarico era assolutamente incongruente con le sue innocue mansioni. Non veniva mai
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fiammifero che accesi, stentai a riconoscerlo: un viso giallo e nero di barba, tutto naso e denti; gli occhi lucidi e dilatati dal delirio, fissi nel vuoto
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come un gatto reduce da una tregenda sui tetti. Aveva gli occhi pesti, in fondo ai quali balenava tuttavia una luce fiera. _ Lasciatemi perdere
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lampeggiavano gli occhi, infossati sotto enormi archi ciliari come cani feroci in fondo alle loro tane. Nel petto del Moro, scheletrico eppure poderoso
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, sotto gli occhi olimpici dei russi: chi andava in città a congedarsi dalla ragazza, chi in pura e semplice bordata di baldoria, chi a spendere gli
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, gigantesco e canuto, scalzo: fissava il cielo con occhi spenti, e a intervalli chinava il capo e si segnava croci col pollice sulla fronte. Nella via
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gallinesco è altamente convenzionale; circola esclusivamente in Italia, e non ha corso altrove. Perciò il risultato fu nullo. Ci guardavano con occhi
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capelli bianchi al vento, gli occhi sanguigni fissi davanti a sé. Procedeva regolare e potente come una macchina a vapore: aveva legato sul dorso il
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così facendo chiude gli occhi e inspira lungamente aria, come inebriato dal profumo. Profittando dell' attimo in cui Cesare ha gli occhi chiusi
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che gli segnano il viso, col lampo degli occhi e dei denti, coi balzi e coi gesti, e ne nasce una danza solitaria piena di fascino e di impeto. È notte
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arrangiato dalle donne; il Tenente, col naso in aria e gli occhi fissi al suolo, funereo, come se eseguisse una danza sacrificale. In divisa, naturalmente, e
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nero e piovoso, le case di fango sempre davanti ai nostri occhi, il treno inerte e impotente come una nave in secca; e le ruote, quelle ruote che ci
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avrebbe dovuto interrogarci, leggerci in viso chi eravamo, e ascoltare in umiltà il nostro racconto. Ma nessuno ci guardava negli occhi, nessuno accettò
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