La tregua
molto tempo avvezzi. Nella nostra camera la cuccetta del morto Sòmogyi fu subito occupata dal vecchio Thylle, con visibile ribrezzo dei miei due
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volta ci assorbiva nella sua sfera, di spogliarci delle vestigia della nostra vita di prima, di fare di noi degli uomini nuovi, conformi ai loro
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abbastanza neve per seppellirla. La lasciai cadere infine nella finestrella di una cantina, e mi ritrovai libero. Mi infilai dentro un Block: c' era un
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miracolosamente al limite del collasso. L' infermeria di Bogucice era sistemata nella stessa scuola che albergava il Comando russo, in due camerette
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", diceva lui), si era condotto con lodevole perspicacia, e per un pelo non era riuscito a farla franca: si era nascosto nella legnaia, un posto a cui
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nella disposizione d' animo adatta a seguirlo. Ma Cesare non disarmò: forse la ragazza capiva il tedesco. Lui aveva in mente un programma ben preciso
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collera con domande insulse e indecenti. Accanto al Moro abitava l' inetto Ferrari dei pidocchi, l' ultimo della classe alla scuola di Loreto. Ma nella
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Gottlieb, che si era spontaneamente aggregato a noi, e cumulava nella sua persona le mansioni di interprete, di medico e di console della comunità
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, gigantesco e canuto, scalzo: fissava il cielo con occhi spenti, e a intervalli chinava il capo e si segnava croci col pollice sulla fronte. Nella via
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incontri, senza avvenimenti a cui ancorare la memoria. Provammo un giorno a uscire dal rettangolo delle caserme, e ad inoltrarci nella pianura a
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. Invece, il barbone intascò i rubli, sparì nella stalla, tornò con un mulo, lo attaccò fra le stanghe, ci fece segno di montare, caricò qualche sacco
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tornare mi resi conto di avere perduto il nord. Muschio sui tronchi? ce n' era da ogni lato. Mi avviai nella direzione che più mi pareva giusta: ma dopo un
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instancabile, fino alle nove, alle dieci di sera. Le escursioni nel bosco, i pasti, il sonno, i bagni rischiosi nella palude, le conversazioni sempre ripetute
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totale scandito da gesti ritmici. Nel gruppo eterogeneo dei "rumeni" doveva trovarsi qualcuno che aveva il teatro nel sangue: nella loro interpretazione
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, ci stavano nel cuore, erano penetrati in noi, e vi sarebbero rimasti a lungo, immagini gloriose e vive di una stagione unica nella nostra esistenza
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le porte, nella speranza assurda che il treno si fosse mosso inavvertitamente, durante il nostro sonno: ma nulla era cambiato, il cielo era sempre
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contrabbandieri italiani, i quali, nella carenza delle autorità costituite, ci portarono il saluto della patria, e distribuirono generosamente cioccolato
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