La tregua
ricordi di chi vi ha assistito, e nei luoghi ove avvenne, e nei racconti che ne avremmo fatti. Poiché, ed è questo il tremendo privilegio della nostra
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(nessuno Häftling lo era), né facilmente creduti. Quando il carro di Yankel varcò la soglia famosa, rimanemmo sbalorditi. Buna-Monowitz, coi suoi
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indumenti non si trovavano), mi congedai da Frau Vita e da Henek, e me ne andai. Stavo in piedi piuttosto male. Appena fuori della porta c' era un
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, accendeva la pipa, e offriva vodka se ne aveva, o se non ne aveva la chiedeva in giro, e bestemmiava sconsolato se non gliene davano. Qualche volta
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, lui che aveva tenuto banco a Porta Portese! Tutto Trastevere ne avrebbe riso. Bisognava che si riabilitasse. Lavorò tre giorni; il quarto, barattò la
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chiaro: era tutta invidia. Si rimise le scarpe e se ne andò brontolando i morti. Tornò dopo mezzogiorno, e mi buttò davanti un bel vocabolario tascabile
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disse mai, né era uomo a cui fosse facile porre domande. Né era facile capire come in Auschwitz fosse sopravvissuto, poiché aveva un braccio
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prodigioso: girava col sangue in caccia di zucchero, e ne curava la diligente combustione e conversione in energia, distogliendolo da altri meno propri
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prigionieri tedeschi, bradi. Nessuno li sorvegliava, nessuno li comandava né si prendeva cura di loro: secondo ogni apparenza, erano stati
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controlli né turni né code, e subito arrivava la processione dei cucinieri volontari, con vivande sorprendenti, pane e tè. Durante il nostro breve
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rubli: ecco che cosa voleva dire la conoscenza delle lingue e l' abilità diplomatica. In realtà, ci accorgemmo poi (e purtroppo se ne accorsero anche i
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inestimabile della solitudine: e da quanto tempo ne eravamo privi! Forse perché ci ricordava altri boschi, altre solitudini della nostra esistenza
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pesarci per lo stesso ozio integrale a cui ci costringeva. In queste condizioni, parecchi se ne andarono, per cercare vita e avventure altrove. Sarebbe
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. Danzava in divisa, cogli stivali: per un' ora d' orologio al giorno, senza concedere un attimo di sosta al maestro né a se stesso. Faceva progressi
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corsa si sporgeva il macchinista, col braccio destro piegato a uncino. Agganciava a volo la corona, e subito dopo ne gettava a terra un' altra uguale
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selva sospesa entrava in oscillazioni violente, acqua e fagioli piovevano sui dormienti, e ne seguivano risse, risate e baraonde nel buio. Vennero
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treno, era stata la cosa più semplice del mondo, non avevano chiesto il permesso a nessuno; l' avevano agganciato e basta. Me ne stupii, ma risero del
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