La tregua
: stavamo trasportando alla fossa comune il corpo di Sòmogyi, il primo dei morti fra i nostri compagni di camera. Rovesciammo la barella sulla neve
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tatuato: era un 200000, uno dei Vosgi. _ Bon Dieu, c' est un franc6ais! _ fece Charles, e si volse in silenzio contro il muro. Ci assegnarono camicia e
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rimesso (magari con sforzo) in posizione verticale, e non mi fossi messo scarpe ai piedi, non avrei ritrovato la salute e le forze. Perciò, in uno dei
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perché interiore, della disciplina meccanica e servile dei tedeschi. Era agevole intendere, vivendo fra loro, perché quella, e non questa, avesse da
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reparto contiguo, il reparto dei dissenterici, la morte dominava incontrastata. Attraverso la parete di legno, a pochi centimetri dalla mia testa
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dei titoli che cresceva di giorno in giorno, i nomi che vi si leggevano, la stessa aria che si respirava nelle strade e alla Kommandantur, ci facevano
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legata alla terra, poiché il suo vero nome era Avesani, ed era di Avesa, il sobborgo dei lavandai di Verona celebrato da Berto Barbarani. Aveva più di
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, sotto gli occhi olimpici dei russi: chi andava in città a congedarsi dalla ragazza, chi in pura e semplice bordata di baldoria, chi a spendere gli
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di Gottlieb, avevamo subito in pieno l' urto della potenza economica superiore dei "rumeni": questi potevano pagare qualunque merce il quintuplo, il
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controlli né turni né code, e subito arrivava la processione dei cucinieri volontari, con vivande sorprendenti, pane e tè. Durante il nostro breve
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. Fu fatto un rapido censimento dei nostri averi. Non era molto: otto rubli fra tutti. Era difficile stabilire quale fosse il loro potere d' acquisto
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stato Cantarella, uno dei "rumeni", che si era scoperta la vocazione dell' eremita. Cantarella era un marinaio calabrese di altissima statura e di
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, salutarono gli amici e presero la via dei campi. Ebbero quello che cercavano: videro paesi e genti, si spinsero lontanissimo, alcuni fino a Odessa e a Mosca
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grosso personaggio, mascherato, imbacuccato e infagottato, simile al celebre "Bibendum" dei pneumatici Michelin. Salutava il pubblico alla maniera
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stazione di Staryje Doroghi. Il treno c' era, ci aspettava, non era una illusione dei nostri sensi; il carbone c' era, l' acqua anche, e la locomotiva
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) procedemmo ancora per vari giorni verso sud, a minuscole tappe: vedemmo sfolgorare, la notte del 23 settembre, i fuochi dei pozzi petroliferi di Ploesti
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delle traversine impregnate, dei freni caldi, del carbone combusto, ci affliggevano di un disgusto profondo. Eravamo stanchi di ogni cosa, stanchi in
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