La tregua
delle SS dall' arrivo dei russi, mentre ognuno combatteva la sua ultima battaglia contro la fame, il gelo e la malattia, Thylle aveva fatto diligenti
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sapeva, una parola difficile, non ungherese: qualcosa come "mass-klo", "matisklo". Nella notte tendemmo l' orecchio: era vero, dall' angolo di
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scomparso dietro un velo di caligine; dall' alto della scarpata ferroviaria non si vedeva che una sterminata campagna piatta e deserta, sepolta nella
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: esisteva ancora il duplice recinto di filo spinato, ormai puramente simbolico. La porta era sorvegliata da un solo soldato sovietico, dall' aria
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, tanto che vi avevamo confitto grossi sassi e mattoni, e per entrare si doveva saltellare dall' uno all' altro in equilibrio precario. Dalle porte e
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c' era tutto, purtroppo: mancava anzi proprio l' essenziale, quello che una misteriosa convenzione espunge dall' universo della carta stampata
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settant' anni, e li dimostrava tutti: era un gran vecchio scabro dall' ossatura da dinosauro, alto e ben dritto sulle reni, forte ancora come un
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, dall' aria bisbetica e diffidente. Ci guardò attentamente attraverso gli occhiali di tartaruga, poi ci disse chiaro e tondo, in ottimo tedesco, che
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. Nessuno, a Zmerinka, seppe o volle precisarci la nostra destinazione: ma andavamo a nord, via dal mare, via dall' Italia, verso la prigionia, la solitudine
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risolvere l' enigma. Da tutte le parti esplosero risate e applausi, e voci "kùritsa, kùritsa!": e anche noi battemmo le mani, presi dal gioco e dall
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, lungo una delle facciate, uno scalone ciclopico, che saliva per quindici metri da un cortile invaso dall' erba, con scalini ampi tre metri, e non
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interminabile indolenza, sonnolenta e benefica come una lunga vacanza, rotta solo a intervalli dal pensiero doloroso della casa lontana, e dall' incanto della
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tranquilla, come se aspettasse qualcuno. Era una ragazza piccola e bruna, sui venticinque anni, dall' aria casalinga, sottomessa e trasognata: il suo viso
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La tregua
estraeva col pollice e l' indice un immaginario pidocchio. Lo esaminava con occhi dilatati dall' orrore, lo appoggiava con delicatezza sul pavimento, vi
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La tregua
tagliate dal nastro vertiginoso dei binari. Vi pascolavano armenti, radi, lontanissimi l' uno dall' altro, soli a rompere l' uniformità della piana. Nella
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La tregua
dall' usta. Si cucinava come i nostri proavi, su tre sassi: e poiché spesso mancavano, ogni vagone finì coll' avere la sua propria dotazione
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La tregua
mio stupore: _ Forse che Hitler non è morto? _ mi disse il loro capo, dall' intenso sguardo di falco. Si sentivano immensamente liberi e forti
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Accademia della crusca
