La storia dell'arte
esempio: la Natività, con la grotta, la mangiatoia, l’asino, il bue, i pastori in adorazione, l’arrivo dei tre re Magi. Chiunque sa riconoscere questo
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diffusione del linguaggio figurativo fra Tre e Quattrocento. Vi si sottolineava come le Alpi non fossero state una barriera invalicabile, ma al
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A cavallo fra Tre e Quattrocento, l’area alpina era frammentata in un composito ed instabile mosaico di dominazioni signorili, punteggiato da
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La grande pala dell'Adorazione dei Magi, alla cui realizzazione Gentile si dedicò per tre intensi anni, presenta comunque una caratteristica che la
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Questa tendenza a fingere con la pittura o con il mosaico uno spazio architettonico a tre dimensioni su supporti bidimensionali perdurò in Italia
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Lorenzetti ha costruito l’immagine dell’interno di un tempio, affollandolo di una selva di colonne che suddividono lo spazio in tre navate. Tuttavia l’effetto
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colonnine dorate della cornice lignea, il pittore ha reso più credibile la finzione prospettica, che spartisce la scena in tre spazi distinti ma
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archi trionfali identici, a tre fornici. La presenza di queste tre architetture riveste un alto valore simbolico connesso al tema della Consegna delle
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celebrativo in tre distici latini che leggiamo nell’iscrizione alla base dell’affresco. Per questa ragione l’umanista ha la bocca socchiusa e indica l
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effetti non lo era. Gli bastò pochissimo spazio per realizzare un finto coro a tre arcate che, mediante la forzatura dello scorcio prospettico della
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quattrocenteschi di decorazioni prospettiche nei palazzi romani, questa sala affrescata da Peruzzi costituì per più di tre secoli un modello imitatissimo
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superficie piana gli oggetti visibili e lo spazio a tre dimensioni in cui essi si collocano. Rispetto ai precedenti sistemi, che erano empirici e
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del corpo umano redatto dal medesimo autore tre anni dopo, il programmatico sforzo da parte di un esponente di punta della cultura figurati va d
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era quella toscana tra Tre e Quattrocento, una sorta di proiezione simbolica del desiderio di conquista e di allargamento del proprio spazio d’azione
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furono scoperte solo nell’Ottocento e generarono la nascita della fotografia, ma già da tre secoli la camera ottica veniva utilizzata per ottenere al suo
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Le opere più famose di Paolo Uccello sono le tre tavole dipinte con scene della battaglia di San Romano. Commissionate a Paolo da un Bartolini
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che si poteva ottenere o utilizzando due o tre tipi di essenze lignee, oppure colorando lo stesso tipo di legno con mordenti di colore differente), l
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principesco. Di norma tale facciata era scandita da colonnati su più ordini, ornata da statue disposte entro nicchie e aveva da tre a cinque porte
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corretta imitazione dell’antico, introducendo una veduta di città in legno, cartapesta e stucco, sotto forma di tre strade che si irradiano al di là
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. Nel Secondo libro del suo trattato (1545), Serlio dedica un capitoletto alla questione dei teatri moderni, esemplificando le tre diverse tipologie di
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del Brunelleschi, dall’altra il «corridoio prospettico» che si conclude con la spettacolare loggia a tre fornici che si affaccia sull’Arno. Nel
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Vasari è stato spesso un ottimo architetto, ma in questo caso ha realizzato un vero capolavoro, che realizza una mirabile sintesi tra tre diversi
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, con quei tre personaggi in primo piano sulla cui controversa identificazione si sono esercitati e accapigliati plotoni di storici, storici dell’arte ed
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’avanzata turca che minacciava direttamente anche l’Occidente. Anche l’interpretazione di Silvia Ronchey, pur ipotizzando altre identità per i tre
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spiccano quella di Carlo Ginzburg e quella di Silvia Ronchey. Ginzburg sostiene che i tre personaggi in primo piano stiano discutendo sulla necessità
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rappresentato come un giovane biondo e di gentile aspetto. Resta, però, il fatto, che questo genere di interpretazione rende ragione del perché i tre personaggi
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non aveva assolutamente rivali. Quelle tre figure in primo piano, quella estremizzata inversione tra il soggetto principale che appare
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’essenza. I grandi «conoscitori» Bernard Berenson, Roberto Longhi, Federico Zeri, per citare tre delle massime autorità in questo campo possedevano un
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collaboratori, strappava per sé un compenso di ben 200 ducati annui per tre anni, mentre per il suo primo aiutante, Benozzo Gozzoli, sulle cui spalle
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matura e vecchi, laici e monaci raffigurati con o senza copricapo e nei modi più vari: di fronte, di profilo, di tre quarti, taluni perfino da dietro
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parecchi a tentare di dare una risposta, ma allo stato attuale il dibattito è tuttora aperto da vanti a tre diverse ipotesi.
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Nella chiesa-museo di San Francesco, infatti, erano presenti, tra gli altri, tre importantissimi disegni: uno lo abbiamo già incontrato, è quello con
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Nessuno di questi tre disegni sul verso possiede la purezza e l’elevatissima qualità formale in grado di candidarlo ad una paternità dell’Angelico
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) da comparire e poi rapidamente sparire «a comando» nel giro di tre o quattro anni, mi sembra davvero poco praticabile. Tanto più che proprio dalla
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gruppo dei tre discepoli con cui si è momentaneamente appartato e quella sulla destra, dove egli prega inginocchiato. La scelta compiuta dal pittore
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apparta con tre di essi, Pietro e i due figli di Zebedeo, Giacomo e Giovanni, mostrandosi solo con loro particolarmente afflitto, quindi si sposta «ad un
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, pur mantenendo un’assoluta unità spaziale, suddivide di fatto la scena in tre zone: al centro dispone Gesù con attorno i suoi discepoli, cui si
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, le tre scene (che al nostro occhio contemporaneo richiamano irresistibilmente uno spettacolo di «multi visione») si svolgono in un paesaggio unitario
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interrogare il pittore su come debba disporsi ed esibire gl: attributi del suo martirio (oltre alla ruota, la spada insanguinata che ha tre le mani). Il
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Tra il 1893 e il 1895 Paul Signac eseguì una grande tela di più di tre metri per quattro che si intitola Au temps d’harmonie (l’âge d’or n’est pas
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