La storia dell'arte
diverse, tanto da generare un quasi indistinguibile melting pot, in cui gli accenti delle singole regioni si stemperarono in una sorta di koinè
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’intreccia con quello per una descrizione attenta, fino al più minuto dettaglio della vita quotidiana, tanto da costituire una preziosa documentazione
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’epoca, tanto che può definirsi un topos della pittura tardogotica, un suo tipico «luogo comune». Lo ritroviamo, ad esempio, in Abruzzo, nel Duomo di Atri
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ben presto, tanto da esser conteso dai più illustri committenti di tutta l’Italia centro-settentrionale: lo troviamo a lavorare per un Malatesta a
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apparteneva la predella masaccesca fu realizzato nel 1426. A dispetto di tale contemporaneità, però, i due dipinti sono, stilisticamente, agli antipodi, tanto
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completare il lavoro (ma Masaccio non lo portò a definitivo compimento, tanto che gli affreschi furono completati solo negli anni Ottanta da Filippino
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Il confronto è tanto più illuminante perché ci mostra due dipinti che hanno un medesimo soggetto: la Madonna della Misericordia. Si tratta di un
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, intende sottolineare il ruolo chiave di Costantino nel favorire la diffusione del Cristianesimo nell’impero romano, tanto che egli è considerato dalla
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tanto meno il Platina, che è invece l’unico dei personaggi in scena ad avere la bocca socchiusa dettaglio tutt’altro che trascurabile e punta l’indice
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decorazione è il registro esplicitamente grottesco usato dal pittore nel descrivere i Giganti, che appaiono mostruosi, goffi e impotenti, tanto da destare, con
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delle Arti liberali: una conquista faticosa e costantemente minacciata, tanto che ancor oggi è tutt’altro che pacifica, come sta a dimostrare, fra l
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capacità tecniche, tanto da esser stato capace, diversamente dal suo concorrente, di fondere la propria formella in un unico pezzo. Egli, inoltre
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sacrificio. Nella formella di Ghiberti, invece, il drappo svolazzante di Abramo compone nell’aria un grazioso arabesco, tanto piacevole a vedersi quanto
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godibilità dell’immagine, tanto che si rende spesso necessario apportare correttivi a tale applicazione rigida. Ciò ha spesso determinato deroghe più o
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delle Grazie, ce ne narra uno che è tanto poco verosimile nella sua formulazione letterale, quanto invece risulta credibile nella sostanza. In quest
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, lo invitava ad andare a letto, preferendo restare a disegnare fino a notte fonda, tanto era l’amore che egli concepiva per «la dolce prospettiva».
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Paulo dunque andò [...] dietro sempre alle cose dell’arte più difficili, tanto che ridusse a perfezzione il modo di tirare le prospettive dalle
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realizzato gran parte del Cenacolo senza interruzioni, giunto in prossimità della conclusione sembrò bloccarsi, passando intere giornate sovrappensiero, tanto
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primaverili a paesaggi estivi o invernali, con un gusto sempre più pronunciato per la sorpresa, tanto che questo tipo di spettacolo, il cui scopo principale
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meglio, per la testa di Giuda si sarebbe ispirato «a quella di quel priore tanto importuno e indiscreto». Mentre secondo Vasari, la testa di Cristo fu
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nostri maestri scenografi e costumisti, attivi tanto nel teatro quanto nel cinema e nella Tv, ai direttori della fotografia e ai tecnici della luce, o ai
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considerata «divina» in quanto caratterizzata da una straordinaria armonia di carattere matematico, tanto che Piero la utilizza spesso nelle sue
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più proprio quello su cui il pittore aveva scelto di apporre la propria firma? Tanto più che, di norma, i pittori apponevano la propria firma sulla
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da alcuni consiglieri e notabili urbinati. Ma è un’ipotesi da tempo tramontata, tanto più che le convenzioni figurative quattrocentesche impedivano
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Ma non è tanto su questa interpretazione che voglio soffermarmi, quanto piuttosto sulle acute osservazioni di ordine tipologico e di abitudini
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La storia dell’arte è una branca della storia: affermazione che può sembrare ovvia ma è tutt’altro che scontata, tanto che non so quanti dei miei
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che sarà tanto più precisa e definita quanto più lo sono le nostre già consolidate conoscenze sull’autore di quella determinata opera. Orientandoci
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Come si vede, il prodigio non sta tanto nel metodo o in questa capacità di orientamento, quanto nell’ampiezza e precisione della mappa immagazzinata
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Medioevo, epoca di cui si era costruita un’immagine idealizzata, popolata di artisti tanto pii da sfiorare la santità, di cui l’Angelico era il più
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Lorenzo Ghiberti ha inserito tanto nella seconda che nella terza porta del Battistero fiorentino, di cui riproduco quello in assoluto più noto: il tondo
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sulle pause esecutive riempite dai «tempi lunghi» necessari alla concentrazione ideativa. Ma il problema, evidentemente, non verteva tanto sull
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ritratti dal vivo che hanno un’audacia sperimentale e una freschezza esecutiva che ci ha tanto colpito, da chi sono stati eseguiti? Nel 1989, quando li vidi
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di Orvieto (in particolare proprio di quelle cinque, che abbiamo mostrato a tav. 4), rifiutando tanto l’ipotesi Benozzo che l’ipotesi Angelico
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) da comparire e poi rapidamente sparire «a comando» nel giro di tre o quattro anni, mi sembra davvero poco praticabile. Tanto più che proprio dalla
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vibrante freschezza esecutiva dei più bei ritrattini orvietani, tanto che sembra di palmare evidenza che ci troviamo di fronte al medesimo pittore. Ma
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, tanto che possiamo riconnetterne mentalmente le linee dietro i pilastrini che separano le tre «ante» dell’ingegnoso trittico spazio-temporale
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nordeuropea, tanto da non esitare ad inserire nel paesaggio «egizio» di questo dipinto un caseggiato di inconfondibile tipologia flandro-tedesca. Vasari, che
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momento pregnante l’attimo che immediatamente precede o che immediatamente segue l’acme drammatica di un soggetto narrativo. Tanto Jacques-Louis David
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, dimostra chiaramente di aver letto il Laocoonte di Lessing, tanto più che cita proprio la gemma incisa in cui è riprodotto un celebre dipinto del
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era del resto peregrina. Canova, infatti, aveva concepito la statua come imitazione dell’Apollo, tanto che, quando l’ebbe completata, la esibì nel suo
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differenza tra lo storico dell’arte e quello della letteratura, ricorrendo ad un esempio tanto gustoso quanto efficace ed appropriato. Diceva Dionisotti
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, tanto da rendere quest’immagine uno dei banchi di prova privilegiati per tentativi di decifrazione iconologica anche in contrasto tra di loro (tra i
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. Anche le opere d’arte possono essere riprodotte, tanto più oggi con le straordinarie tecnologie digitali ed elettroniche di cui disponiamo. Ma anche la
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ogni probabilità, derivava a sua volta da altre e precedenti opere d’arte antica). In altri termini, è probabile che Caravaggio conoscesse tanto il
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tendenze stilistiche che intendono definire, tanto da rivestire in origine un significato sostanzialmente dispregiativo. E quanto è successo con
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, tanto che anche i contemporanei considerarono, di fatto, i due scultori come rivali in competizione tra loro. Confrontiamo questi due celebri
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gusto artificioso di un Ancien régime ormai prossimo alla fine. Giudizio tanto drastico quanto unilaterale e ingeneroso, perché ignora gli stretti
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dell'Infante don Luis di Borbone, 1783 ca., Mamiano di Traversetolo (Parma), Fondazione Magnani Rocca. se si trattasse di organismi biologici. Il Rococò, tanto
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mutevoli fantasmagorie che conferiscono agli interni un’atmosfera più gaia ed animata di quella, tanto più buia e severa, delle chiese romaniche. Le
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divinità fatte a somiglianza dell’uomo. Di tanto in tanto le spinte anti-iconiche si sono riaffacciate nel Cristianesimo, ma sono state puntualmente
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