La storia dell'arte
realizzare nel suo Impero, interrogò la Sibilla sulla durata della sua fama, ricevendone l’inattesa risposta che presto sarebbe nato un uomo la cui
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veniva battuta con speciali martelletti sulla preparazione pittorica della tavola per poi essere fissata con stesure di collanti e resine. L’oro
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e colla, che crea sulla tavola dipinta un risalto sporgente. Tale impasto veniva ulteriormente lavorato prima che si solidificasse con l’applicazione
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rivoluzionario Masaccio, con la sua visione asciuttamente naturalistica, fondata sulla prospettiva, la saldezza volumetrica delle forme, l’austera
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caratterizzate da una volontà di simulare sulla superficie piana marmi o altri materiali di rivestimento e, soprattutto, di «sfondare» illusoriamente
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trattatello sulla pittura scritto da Leon Battista Alberti.
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dipinto da Ambrogio Lorenzetti, quasi un secolo prima, sulla facciata dell’Ospedale senese di Santa Maria della Scala. Quasi certamente quell’artista
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suburbana sulla riva destra del Tevere, non lontano da Ponte Sisto. Oltre a Peruzzi, lavorarono alla decorazione ad affresco della villa pittori del calibro
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In età barocca queste grandi macchine illusionistiche non furono utilizzate solo nelle chiese. Sulla scia di quanto aveva fatto vedere Piero da
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(Brunelleschi era nato nel 1377, Ghiberti un anno dopo), entrambi erano destinati a sostenere un ruolo di primissimo piano sulla scena artistica
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tema è sempre stato identificato come una prefigurazione del sacrificio sulla croce di Cristo, figlio di Dio. In altri termini, per la teologia cristiana
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verosimile, la composizione: sulla destra il sacrificio, sulla sinistra, l’asino al pascolo e i due accompagnatori che conversano fra loro
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Un dipinto basato sul sistema prospettico brunelleschiano è paragonabile ad una finestra spalancata sulla realtà visibile. La rappresentazione
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alla sua rappresentazione, aveva reso il cielo mediante l’artificio di inserire sulla tavola una superficie specchiante di metallo, in cui si
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». Il tutto, sarà poi a sua volta «lucidato» sulla tavola o sulla tela da dipingere.
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, per poi trasferire il tutto, mediante «lucidatura», sulla tela o sulla tavola da dipingere.
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, 1447 ca., Padova, Basilica di Sant'Antonio, altare del Santo. ad arrostire sulla brace, ma l’ostia, invece di bruciare, cominciò a sanguinare
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dalla porta che si aprono, rispettivamente, sulla parete di sinistra e su quella di destra, lasciando intravedere il buio che evoca la presenza di altri
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una più ampia cornice sulla specificità del lavoro artistico e sul peso che ha l’attività intellettuale in un artista di rango, condensata nella
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(1509). Questo secondo testo tratta della cosiddetta «sezione aurea», un rapporto matematico-geometrico che si basa sulla divisione di un segmento in
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Uno dei dipinti più celebri di Piero, in cui la composizione è basata sulla sezione aurea, è la Flagellazione di Cristo (fig. 165), una tavoletta
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più proprio quello su cui il pittore aveva scelto di apporre la propria firma? Tanto più che, di norma, i pittori apponevano la propria firma sulla
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personaggi in primo piano, ruota attorno al rapporto politico tra Occidente ed Oriente e sulla sollecitazione a restaurare a Costantinopoli l’impero cristiano
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spiccano quella di Carlo Ginzburg e quella di Silvia Ronchey. Ginzburg sostiene che i tre personaggi in primo piano stiano discutendo sulla necessità
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Per la verità, anche noi storici dell’arte abbiamo a che fare con testimonianze scritte ed orali: fonti letterarie e documenti d’archivio sulla vita
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. Fondandosi in massima parte sulla facoltà della vista, l’attribuzionismo può essere senz’altro insegnato ed appreso, ma non c’è dubbio che, per
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differenza di quanto accadeva nell’aneddoto inserito da Vasari nella sua biografia di Leonardo l’accento cadeva sulla rapidità d’esecuzione invece che
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Abbiamo già chiarito, grazie ai documenti che parlano dei suoi lavori ornamentali sulla volta e a confronti stringenti con sue opere indubitabili che
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unità spaziali, distinte ma ravvicinate è diffuso fin dall’antichità: basti pensare alle raffigurazioni che si sviluppano sulla superficie curva di certi
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spettatore a riconnettere la sequenza degli eventi, spostando il proprio sguardo ora qua, ora là sulla superficie del dipinto, e aiutandosi nella decifrazione
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tiro di pietra» per pregare da solo. Duccio rappresenta al centro della scena Gesù che parla con Pietro, Giacomo e Giovanni (tav. 7b), mentre sulla
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, ovvero l’incarnazione di Gesù che si fa uomo per morire sulla croce e riscattare l’umanità dal peccato originale compiuto dai Progenitori; sullo sfondo, l
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chiariscono il parallelismo teologico istituito dal programma iconografico. Sulla prima corre, infatti, la scritta REPLICATIO LEGIS SCRIPTAE A MOISE («Mosè
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Apostolico Vaticano. Il programma iconografico del ciclo sistino è imperniato fondamentalmente sulla stretta concordanza tra la vita di Mosè e quella di Cristo
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disseminate figurette variamente raggruppate. Il filo del racconto, in realtà, si dipana a partire dallo sfondo, sulla montagna che svetta al centro della
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Procediamo per ordine. La storia, per la verità, comincia in modo semplice e diretto. In primo piano, sulla sinistra, vediamo Giuseppe, che in Egitto
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Di fatto Poussin riprende il tema, già sviscerato da Leon Battista Alberti nel suo trattato sulla pittura, della varietas come qualità indispensabile
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sulla distinzione tra arti della parola e arti visive. Lessing, d’altronde, non fu il solo ad interrogarsi su tale distinzione. Nelle sue Réflexions
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, definendo la prima «arte dello spazio» e la seconda «arte del tempo». Anch’egli insiste sulla «staticità situazionale» delle arti visive, che non possono
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Con il diffondersi nell’Ottocento dei processi di produzione industriale, basati sulla parcellizzazione del lavoro e sull’introduzione delle macchine
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momento scelto da Timomaco è quello immediatamente successivo all’acme del furore, quando Aiace, ormai rinsavito, riflette sulla strage compiuta. Il
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’«imprecisione» ottica di una pittura che non puntava sulla perfezione artigianale, ma sull’improvvisazione esecutiva, sulla ricerca di armonie ed
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giocate sulla contrapposizione tra l’austera sobrietà che vigeva nell’antica Roma e la sfrenata passione per le cose belle e per il lusso, indicata come
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trattatistica in cui gli artisti riflettevano sulla propria disciplina, ne esaltavano il pregio ed esponevano le proprie teorie sulla bellezza
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, ricalcando la silhouette del suo profilo proiettata dalla luce della lucerna sulla parete. Divenuta un soggetto caro ai pittori di età neoclassica (fig
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della Malinconia, collegato allo studio, alla concentrazione, ma anche al pentimento, al digiuno, alla meditazione sulla morte e sulla caducità delle
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Nel prosieguo del suo discorso sulla «pittura di storia» Alberti esemplifica ciò che intende a proposito dell’articolazione dei membri in un istoria
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’accento è posto sulla beata armonia di un luminoso paesaggio mediterraneo, quello di Saint-Tropez, dove lavoro e tempo libero s’intrecciano
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mer», dove regnano «harmonie» e «joie de vivre», realizzando in pittura (e visualizzando sulla tela) quell’imperturbata âge d’or di cui l’utopia
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Crocifisso fiorentino (fig. 65), si può dire che Giotto abbia rappresentato, appeso sulla croce, un uomo in carne ed ossa. La tensione dei muscoli e dei nervi
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