La storia dell'arte
utilizzato la cosiddetta «prospettiva invertita», diminuendo a bella posta le dimensioni dei committenti per renderli minuscoli rispetto ai personaggi
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rivoluzionario Masaccio, con la sua visione asciuttamente naturalistica, fondata sulla prospettiva, la saldezza volumetrica delle forme, l’austera
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sistematicamente le regole della prospettiva, ma si limitano a farne uno sfoggio occasionale in certi dettagli.
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dei Magi, Masaccio contravviene alle regole medievali della «prospettiva invertita», dimensionando le figure in base all’imparziale legge della
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la sua protezione non viene rappresentata secondo le regole della prospettiva, ma fa massa, e invece di rimpicciolire proporzionalmente mano a mano che
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ad essa chiudendo uno dei due occhi. La prospettiva rinascimentale, infatti, presupponendo una visione statica e monoculare, non è che una riduzione
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usato la prospettiva brunelleschiana, volte e pavimenti ci apparirebbero molto più deformati e, paradossalmente, meno credibili di quanto non lo siano
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Archeologica, Medievale, Moderna. della nascita della prospettiva rinascimentale ad opera di Brunelleschi e dei suoi compagni d’avventura del primo
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affrescato da Masaccio su una parete della fiorentina Cappella Brancacci. La prospettiva conferisce profondità spaziale alla scena, guidando l’occhio dello
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compone di proposizioni principali e subordinate. Questo è il significato della prospettiva italiana: non soltanto illusionismo, ma anche capacità di
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La prospettiva è usata come un elemento retorico che rende più efficace e magniloquente il messaggio visivo affidato all’affresco. L’incisiva
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La tecnica proiettiva dello scorcio è connaturata allo sviluppo della prospettiva rinascimentale, ma fu investigata, teorizzata e messa in pratica
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vista molto ravvicinato, posto appena al di sopra dei piedi del letto funebre. In questo caso, Mantegna sembra aver usato la prospettiva in funzione
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ingannare lo spettatore è connaturato alla storia della prospettiva e trovò applicazione un po’ dappertutto nella pittura, nelle tarsie lignee, nell
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e maestro della prospettiva che fu Piero della Francesca. Egli poi si spostò in Lombardia, dove assorbì la lezione di Mantegna e di altri protagonisti
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. e, nella vicina chiesa di Sant’Ignazio, da Andrea Pozzo. Quest’ultimo fu pittore, architetto e autore di trattati di prospettiva, che diffusero un
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passi, per analizzare meglio un tema cruciale per la storia dell’arte moderna in Occidente: la nascita, o meglio l’«invenzione della prospettiva
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prospettiva brunelleschiana (o perspectiva artificialis) è il sistema di rappresentazione, basato su rigorose leggi geometriche, che proietta su una
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recto attraverso il riflesso che ne offriva uno specchio posto ad una determinata Fig. 132. Prima tavoletta prospettiva di Filippo Brunelleschi. Il
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Il trattato di prospettiva e geometria pubblicato dal grande pittore tedesco Albrecht Dürer nel 1525, rappresenta, assieme a quello sulle proporzioni
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prospettiva. Tale strumento consisteva in un telaio con uno sportello girevole, sul quale era applicato un foglio da disegno. Il punto di osservazione
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ricerca di precisione nella costruzione prospettica fu praticata soprattutto nella prima fase della «scoperta della prospettiva», ed in seguito, solo, o
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La storia della prospettiva è parte integrante anche della storia della «veduta», un genere artistico praticato da pittori e incisori, la cui
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dipingila, se ti piace, usando bene poi la prospettiva aerea».
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novità più grossa è un’altra, ed è racchiusa proprio nelle due ultime parole della frase leonardesca: «prospettiva aerea». A Leonardo, infatti, non si
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Finora abbiamo parlato di prospettiva applicata alla pittura, ma il sistema della perspectiva artificialis investe, ovviamente, anche la scultura
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, lo invitava ad andare a letto, preferendo restare a disegnare fino a notte fonda, tanto era l’amore che egli concepiva per «la dolce prospettiva».
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prospettiva, mentre nelle assai più tarde formelle bronzee dell’Altare del Santo, nella Basilica di Sant’Antonio a Padova (fig. 143), vediamo quali complessi
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che come scena in cui si svolge la narrazione di un evento miracoloso: la prospettiva racconta se stessa attraverso questo gioco di linee di fuga, di
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vediamo, ad esempio, in queste due incisioni che illustrano, rispettivamente, il trattato di prospettiva di Wenzel Jamnitzer, pubblicato nel 1568, e quello
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Onde Donatello scultore, suo amicissimo, li disse molte volte, mostrandogli mazzocchi a punte e quadri tirati in prospettiva [...] e altre bizzarrie
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Tornando a Paolo Uccello, ci rendiamo però conto che questo sbocco ludico, e in definitiva surreale, della prospettiva si era già affacciato fin dai
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. Vivendo in un’epoca in cui la prospettiva era già stata largamente assimilata e gli effetti prospettici venivano ormai realizzati in gran parte con metodi
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: la «dolce prospettiva».
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più ampia e rigorosa applicazione delle leggi prospettiche. Leggi che, come abbiamo già precisato, dopo la prima fase dell’«invenzione della prospettiva
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Tuttavia, in alcuni passi di non facile interpretazione, il trattato di Vitruvio accosta la prospettiva alla scenografia, indicando una tripartizione
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attribuito al senese Baldassarre Peruzzi (fig. 152), che fu molto attivo in tale Fig. 152. Baldassarre Peruzzi (?), Scena prospettiva con edifici
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. Fig. 160. Firenze, il loggiato degli Uffizi verso il Palazzo della Signoria. Fig. 161. Firenze, Galleria degli uffizi, prospettiva verso l'Arno. Fig
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Uno dei maggiori protagonisti della prospettiva quattrocentesca fu Piero della Francesca. Nato intorno al 1415-20 a Borgo Sansepolcro, cittadina
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teorico della prospettiva. In questa duplice veste lasciò una forte impronta nel ducato di Urbino, guidato allora dal volitivo e intraprendente duca
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sorprendentemente diminuito alla vista, rimpicciolito dalla distanza ed il soggetto secondario, che invece giganteggia in primo piano per virtù di prospettiva, sono
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Unificando in modo geometricamente controllato lo spazio illusivo del dipinto, la prospettiva brunelleschiana mette in crisi l’empirismo del metodo
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Angelico, a rendere ancora più evidente questo collegamento di causa-effetto, ha inserito il portico in prospettiva, che con le sue bianche colonne
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La conoscenza della prospettiva con il necessario corredo di cognizioni geometriche e matematiche che essa comporta garantiva l’immissione di
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, passioni. Dipingere un «quadro di storia» comporta la padronanza della prospettiva e dell’anatomia, nonché la capacità di approfondire e narrare
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