La storia dell'arte
, armi da parata, illustravano per exempla, ma con straordinaria efficacia evocativa, i diversi aspetti di questa lingua franca, che trovò nell’area alpina
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San Giovanni in Laterano. Quando il pittore morì a Roma, nel 1427, gli succedette nell’impresa proprio Pisanello, che completò il ciclo lateranense, di
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esempio, nell’Adorazione dei Magi affrescata da Benozzo una trentina d’anni dopo nella cappella di Palazzo Medici. L’uso di feroci felini che venivano
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cortese, fondendosi nell’indiscutibile unità stilistica di un linguaggio figurativo di eccezionale qualità e lucida coerenza.
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assume la manualità nell’operato degli artisti e alla tradizionale subalternità sociale cui è stato condannato, pressoché in tutte le latitudini e in
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, intende sottolineare il ruolo chiave di Costantino nel favorire la diffusione del Cristianesimo nell’impero romano, tanto che egli è considerato dalla
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Generalmente il soggetto rappresentato nell’affresco è indicato come Sisto IV che nomina il Platina prefetto della Biblioteca Vaticana, ma si tratta
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ingannare lo spettatore è connaturato alla storia della prospettiva e trovò applicazione un po’ dappertutto nella pittura, nelle tarsie lignee, nell
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a dilagare in tutta l’arte occidentale nei secoli a venire. Partendo dagli scorci di sottinsù messi in pratica da Mantegna nell’oculo della Camera
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Perfino nell’antica Grecia, che per la civiltà occidentale rappresenta uno dei luoghi dove maggiormente eccelsero le arti visive e l’architettura
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, attraverso tutti gli strumenti della propaganda religiosa e della diffusione del Vangelo. Nell’armamentario ideologico dei Gesuiti e, più in generale
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reggia del Sei o del Settecento ha potuto ammirare questi spettacoli celesti, la cui fortuna cominciò a declinare solo nell’Ottocento inoltrato.
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Nell’intrecciarsi di concordanze e prefigurazioni tra Vecchio e Nuovo Testamento, tenacemente cercate e individuate dai teologi cristiani, questo
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ricompensato, nell’antica Grecia, il lavoro degli artisti. Le poche fonti giunte fino a noi relative all’età arcaica e all’epoca di Pericle (VI-V sec
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, molto raffinato e preciso, non fu però un genere di dominio esclusivamente italiano; anzi, ebbe un gran numero di esponenti di spicco anche nell’altro
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andavano di pari passo nell’intento di mettere a punto gli strumenti e le tecniche di una corretta rappresentazione dello spazio fisico allo scopo di
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Ignoriamo se l’aneddoto sia vero, ma è sicuramente verosimile. Ad ogni modo ciò che è interessante nell’affermazione di Donatello (o, più
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zappatore («arebbe voluto, come faceva dell’opere che zappavano nell’orto, che egli non avesse mai fermo il pennello»), a sollecitarlo di continuo a
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Sta di fatto che il contributo più vistoso di architetti e pittori al teatro rinascimentale consistette nell’ideare e realizzare grandi scenari
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Molto amico di Peruzzi fu l’architetto bolognese Sebastiano Serlio, autore di un Trattato di Architettura molto diffuso nell’Europa del Cinquecento
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Il principale elemento dello spettacolo teatrale nell’età della Maniera e poi in quella barocca fu proprio la scenografia, con le sue spettacolari
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e ritraggono le mani da quelle già concepite nell’intelletto.
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collocata nell’Alta valle del Tevere, Piero si formò nella Firenze negli anni Trenta, collaborando con Domenico Veneziano. Ben presto Piero si emancipò
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Questa spiegazione ha il suo maggiore punto debole nell’effigie del presunto Barabba, che mai e poi mai vien fatto di pensare possa essere
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Come si vede, il prodigio non sta tanto nel metodo o in questa capacità di orientamento, quanto nell’ampiezza e precisione della mappa immagazzinata
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numero di opere giunte fino a noi nell’anonimato o con attribuzioni errate. Innumerevoli sono i casi in cui queste nuove acquisizioni hanno
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costoloni di tutte e otto le vele della volta. Nell’estate dell’anno seguente, però, forse a causa di difficoltà di carattere politico-economico
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della presenza nel cantiere, nell’estate del ’48, di un pittore locale, Pietro di Nicola Baroni, intento a completare l’incorniciatura ornamentale delle
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caratterizza il repertorio benozzesco quando il pittore, ancora giovane, collaborava con il maestro. Ora è ben possibile che, nell’ambito di una medesima
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sequenza degli avvenimenti e addentrandoci nell’intreccio narrativo che ci viene proposto. Questo sistema di «tradurre» una sequenza narrativa in tante
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Vediamone un esempio in un dipinto con l'Orazione nell’orto degli ulivi (tav. 7a), eseguito sul retro di una tavola celeberrima di Duccio di
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Nell’affresco che sta di fronte al Testamento e morte di Mosè, Cosimo Rosselli ha occupato l’intero spazio con la rappresentazione dell’Ultima Cena
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senso inverso. La Vergine, sorpresa dall’irruzione nell’intimità del suo raccoglimento, volge di scatto la testa verso l’intruso, ritraendosi con ur
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talvolta un viso di cui già la gioia comincia ad impadronirsi. Un pittore abile coglie un viso nell’istante che segna il passaggio dell’anima da una passione
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della nascita e della rapida diffusione della fotografia, vale a dire di quella riproduzione «meccanica» della realtà visibile che, nell’era della
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nell’istante in cui, fuori di sé, sgozza le mandrie credendo di immolare i Greci; l’artista lo ha mostrato nell’istante in cui, riprendendo
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Ogni anno scrive Delécluze gli allievi di David avevano l’occasione di mettersi in mostra, partecipando ad una gara che consisteva nell’elaborare un
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, esemplificabili nell’opposta poetica dei Preraffaelliti e di Whistler. I Preraffaelliti rifiutando la realtà industriale che stava trasformando
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giocate sulla contrapposizione tra l’austera sobrietà che vigeva nell’antica Roma e la sfrenata passione per le cose belle e per il lusso, indicata come
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Notevoli passi avanti nell’emancipazione dalla condizione artigianale di pittori e scultori vennero compiuti quando l’artista fu valutato in base
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L’opera d’arte va vista nell’ambiente in cui si trova, meglio ancora se questo coincide con il luogo cui essa era originariamente destinata e per il
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Uberti, il Dittamondo. Ricalcando lo schema della Commedia dantesca, Fazio immagina di compiere un viaggio, non nell’aldilà ma nell’Italia a lui
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Dico composizione essere quella ragione di dipignere, per la quale le parti si compongono nell’opera dipinta. Grandissima opera del pittore sarà l
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da David, adattando alla rappresentazione di un rivoluzionario assassinato a tradimento il tipo iconografico tradizionalmente associato nell
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astratti e non concrete realtà storiche. Sono «etichette» di carattere generale escogitate allo scopo di mettere ordine nell’affollato panorama della
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schematiche e lontane da quella verità naturalistica che era alla base della rappresentazione nell’antichità classica.
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’interpretazione di un gesto (su quest’ultimo aspetto, si può leggere il bel libretto di André Chastel, Il gesto nell’arte, 2002).
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Un edificio italiano tipicamente flamboyant è il Duomo di Milano (fig. 71), che fu cominciato nel Trecento inoltrato e concluso nell’Ottocento, ma
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trasformano la pietra in una sorta di trina o merletto. Nell’architettura veneziana il vuoto svolge un ruolo non meno importante del pieno: gli edifici, infatti
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, riconosciamo una delle più peculiari cifre stilistiche del Gotico cortese nell’andamento sinuoso dei panneggi, che si attorcigliano e si snodano in lente
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