La storia dell'arte
Se analizziamo questo dipinto sotto il profilo della spazialità, ne risulta che la sua composizione non obbedisce ad una logica prospettica rigorosa
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a quell’epoca. Ne troviamo un’eco anche nelle descrizioni medievali e quattrocentesche dei cortei festivi fiorentini in onore di San Giovanni Fig. 87
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giovane compagno di strada, ma ne addolcisce la radicalità e le asprezze, ibridandoli con la gentile eleganza tardogotica. La posizione di Masolino non è
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protagonisti un’intensità tragica, che ne deforma i tratti fino a sfigurarli e a sconvolgere le armoniose proporzioni e fattezze derivate dalla
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assenza di profondità prospettica, a ergi ne allarga le sue braccia e due santi che l'affiancano, in secondo piano, so levano le estremità del suo
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«diminuzione prospettica». La Madonna si erge frontalmente in tutta la sua imponenza, solenne e rigida come un’icona. La luce e l’ombra ne modellano la
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Se è vero che le opere d’arte sono il prodotto del proprio tempo e ne portano impresse tutte le stimmate, è altrettanto vero che esse godono, in un
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prescindere da Giotto, che ne incarna in modo esemplare la vigorosa rinascita, dopo secoli di programmatico abbandono da parte dell’arte medievale della
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dell’arte il destro per una lunga e combattuta disputa, recentemente riproposta anche da Federico Zeri e Bruno Zanardi, che ne hanno sostenuto l
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concluso in se stesso, ma presuppone e talvolta apertamente sollecita un intervento attivo da parte del pubblico, che ne completi a proprio piacimento
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stanza (il letto, il pavimento, la donna con la veste rossa), ce ne nasconde una minima porzione, che noi siamo indotti ad immaginare. Anche in questo
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nordico non conosceva l’originale lorenzettiano, ma ne aveva potuto trarre l’impianto spaziale più raffinato e spazialmente complesso di quanto gli
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quello di un imperatore su un’antica moneta. La bocca sigillata, Sisto IV guarda diritto dinanzi a sé senza degnare di uno sguardo i quattro nipoti, né
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Questi mirabili exploits prospettici di Correggio, importati ne seicentesca da Giovanni Lanfranco, costituiscono il prototipo di tutte le vorticose e
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spese vive da loro sostenute, ne ricompensavano il lavoro in ragione di una tariffa oraria. Questo genere di remunerazione, basata sul tempo impiegato a
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non ne intacca i fondamenti che sono ancora tardogotici, l’altro ne ricava stimoli a reimpostare ex novo la sintassi stessa del proprio stile figurativo.
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rifletteva il cielo reale con le sue nuvole in movimento. La tavola, inoltre, non doveva essere guardata direttamente, ma se ne doveva osservare l’immagine
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delle Grazie, ce ne narra uno che è tanto poco verosimile nella sua formulazione letterale, quanto invece risulta credibile nella sostanza. In quest
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edifici romani celebri come il Colosseo, la Torre delle Milizie, il Pantheon (se ne intravede la cupola) e Castel Sant’Angelo.
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fece scalpore, ne conosciamo alla perfezione ogni risvolto e circostanza di fatto. Il processo, che si svolse nella Corte d’assise londinese nel novembre
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, come non ne avevano avute le due tavolette con cui Filippo Brunelleschi aveva dato dimostrazione della perspectiva artificialis. La mia ipotesi è
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naturale, che, tra l’altro, per essere mantenuta ed affinata richiede studio ed un costante esercizio. Checché se ne dica o pensi, si può essere degli
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determinate da scontri di fazioni orvietane che coinvolsero le magistrature dell’Opera del Duomo, i lavori ristagnarono. Né l’Angelico né i suoi aiutanti si
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, ma invece di frazionare il racconto in tanti riquadri, ne fa una sintesi, rappresentando in un unico riquadro una pluralità di istanti narrativi. Ciò
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’altra mano ne avvia la conclusione. Masaccio ha conferito a questa figura un ruolo cruciale di snodo, al tempo stesso narrativo e spaziale. Ma, a ben
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: una folla di persone di ogni età e condizione, che è intenta ad ascoltare Mosè, il quale se ne sta seduto in posizione elevata con un libro aperto in
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. La Bibbia narra che il re David vide dal suo palazzo la bella Betsabea intenta a bagnarsi nuda e se ne innamorò. Betsabea era sposata ad Uria, un
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di questa «istantaneità» caravaggesca. Il Caravaggio ha poste la sua modella (ne conosciamo anche il nome) in una stanza dipinta di nero, con una ben
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a pour son Législateur, avec un mélange de femmes, d’enfants et d’hommes d’âge et de tempéraments différents; choses comme je crois qui ne déplairont
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Torniamo di nuovo all’antica Grecia per parlare di un tipico indicatore della volontà di autoaffermazione individuale degli artisti, che ne riflette
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trattatistica in cui gli artisti riflettevano sulla propria disciplina, ne esaltavano il pregio ed esponevano le proprie teorie sulla bellezza
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semplice ricettario, anche se ne conserva la struttura -, per poi proliferare nel Quattrocento e nel Cinquecento con un’infinità di trattati ed
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è di assai maggior pregio, in virtù della grande maestria dell’artista che ne ha modellato i rilievi.
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cui essa è costituita. L’artista, infatti, opera dando forma alla materia bruta attraverso strumenti e procedimenti tecnici che ne sfruttano le
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figlia di Butade, un vasaio di Corinto, che per conservare un ricordo del suo amato in procinto di partire, ne aveva tracciato sul muro il ritratto
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duplicare infinite volte sugli schermi dei nostri computer, alterano e nascondono elementi fondamentali di ciò che riproducono: ne modificano le
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Il movente «magico» dell’operare artistico non è necessariamente in conflitto né esclude altre e apparentemente opposte motivazioni che sono anch
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ignorassimo la loro originaria ambientazione all’interno della Cappella Cerasi, o semplicemente non ne tenessimo il debito conto, rischieremmo di non capire
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questo particolare del braccio inerte, così carico di storia e di suggestioni emotive, per adattarlo ad un dipinto in cui non è rappresentato né il
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imitare solo la natura che lo circonda o se debba anche guardare alla rappresentazione che ne fornisce uno (o più) maestri. Questa seconda opzione, in
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, rilancia, raddoppiando la posta: ne isola un frammento, quello del gruppo che tenta un problematico salvataggio di un bambino avvolto in una veste
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Degas, in pieno Ottocento, ne copiò l’incisione che lo riproduceva. Nel 1668 Nicolas Loir ne fece oggetto di una conferenza all’Académie Royale
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vicissitudini hanno acquistato un significato né dispregiativo né elogiativo di per sé, ma meramente connotativo. Come per il termine Gotico, su cui torneremo
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caravaggeschi, che non ha nulla a che fare né con il Barocco né con il Classicismo seicentesco e reclama esso stesso un posto di rilievo nelle definizioni
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comodo che sono però utili per far ordine nel gremito e variegato panorama della storia dell’arte. Non vanno dunque scambiate per entità concrete, né
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sé, proprio nella Firenze dei primi anni del XV secolo, quella rivoluzione prospettica brunelleschiana che ne avrebbe messo in crisi i presupposti per
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Vediamo qualche esempio. L’interno della Cattedrale di Notre-Dame a Parigi (fig. 66) è spoglio di ogni decorazione: ne viene esaltato il carattere
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svolgere la funzione di «bibbia degli idioti» (termine, quest’ultimo, che significava, per l’appunto, analfabeti). Colui che non sa né leggere né
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suolo lagunare. Ne deriva la necessità di non gravare le fondamenta con pesi eccessivi, alleggerendo, per quanto possibile, la costruzione.
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«Gotico cortese», che non si riferisce alle sole opere effettivamente commissionate e circolanti all’interno delle corti, ma anche a tutte quelle che ne
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