La storia dell'arte
diffusione del linguaggio figurativo fra Tre e Quattrocento. Vi si sottolineava come le Alpi non fossero state una barriera invalicabile, ma al
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, infatti, la scena raffigurata non è suddivisa in tre scomparti distinti, ma si articola in uno spazio unitario, la cui antica tripartizione sopravvive
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, ma ad una spazialità di tipo empirico. Al centro, in primo piano, il giovane Re Mago biondo svolge la funzione di spartire la scena sacra, con la
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Gusto per la divagazione fiabesca, ma anche per l’osservazione analitica della realtà naturale, ostentazione di eleganza e di fasto profano, ma anche
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significato simbolico da collegare con l’episodio sacro dell’Adorazione dei Magi, ma che offrono anche l’opportunità all’artista di rappresentare una
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Madonna che il Bambino possiedono una loro consistenza plastica, ottenuta attraverso la modulazione chiaroscurale, ma non hanno quella soda e massiccia
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concretezza della narrazione. Questo riconoscimento di una contrapposizione stilistica è tuttora valido nella sostanza, ma è necessario attenuare un po
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assegnati a Masolino, ma alcuni studiosi ritengono che anche la mano in scorcio della Sant’Anna sia da ricondurre ad un’idea figurativa di Masaccio ed
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spazio entro cui si muovono è definito in modo sintetico, ma molto chiaro: la direzione da cui proviene la luce è deducibile limpidamente, i vari
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alle soglie del XVI secolo, è un manifesto esempio di persistenza del linguaggio ornato ed elegante del Gotico cortese: fondo oro, ma soprattutto, gusto
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occidentale, ed ancor più specificatamente di quella italiana. Questo gusto per l’illusionismo spaziale non è una peculiarità dell’età moderna, ma risale
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La finzione illusionistica della pittura parietale greca e romana non era però realizzata con una geometria proiettiva governata da regole certe, ma
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inserito anche il pulpito con la scala per salirvi. Gli astanti che si assiepano attorno al presepio non sono presenze astratte e disincarnate, ma sono
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Tutti questi virtuosismi spaziali sembrano davvero preannunciare l’imminente rivoluzione prospettica brunelleschiana. Ma non è certamente un caso se
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rappresenta un episodio che non è narrato nei Vangeli, ma che costituisce un cardine ideologico per la Chiesa di Roma, in quanto rappresenta Cristo che
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credibile ed efficace l’ambientazione e la rappresentazione della scena, ma anche per articolare in senso temporale il discorso narrativo e per dilatarne
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’architettura, ma soprattutto nel campo della scenografia teatrale. Fra i più noti esempi di trompe-l’œil architettonico merita di essere ricordato la Galleria
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cosiddetto Spinano, attualmente conservato nei Musei Capitolini. Dunque, sia Ghiberti che Brunelleschi attingono spunti dall’arte classica, ma mentre
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Ignoriamo se l’aneddoto sia vero, ma è sicuramente verosimile. Ad ogni modo ciò che è interessante nell’affermazione di Donatello (o, più
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Un episodio ben diverso ma dal significato analogo si verificò in un’epoca e in un contesto molto diversi l’Inghilterra della seconda metà dell
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Vasari è stato spesso un ottimo architetto, ma in questo caso ha realizzato un vero capolavoro, che realizza una mirabile sintesi tra tre diversi
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romana. L’unificazione fu realizzata, ma solo per pochi anni, e Bessarione, rimanendo in Italia, divenne un cardinale della Chiesa romana, ma continuò a
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La storia dell’arte è una branca della storia: affermazione che può sembrare ovvia ma è tutt’altro che scontata, tanto che non so quanti dei miei
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Ma torniamo alle vele affrescate sotto la direzione di Beato Angelico, perché è questa limitata area della volta a proporci i quesiti più
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ornamentale, ma mentre la cornice ghibertiana è ben visibile e può essere apprezzata in dettaglio da chi osserva le porte, le fasce ornamentali orvietane
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bottega dell’Angelico (tavv. 3a-e). Non hanno la nobiltà formale e il meditato equilibrio luminoso delle opere autografe del frate pittore, ma
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analogie tra le due figure, ma dall’altra, che scarto impressionante tra la spirante energia vitale trasmessa dal ritratto colto dal vivo e l’ottusa
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Di qui un discorso più generale sui diversi registri stilistici che un arti sta può adottare. Non c’è dubbio che il registro ufficiale, nobile ma un
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Benozzo o, eventualmente, da distribuire tra Benozzo e gli altri due aiuto dell’Angelico, Giovanni di Antonio della Checca e Giacomo da Poli. Ma quei
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formazione di Benozzo come ritrattista, ma francamente l’idea che un personaggio come lui abbia fatto una gita ad Orvieto e abbia lasciato qualche
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Ma prima di approfondire questo tema, passeremo in veloce rassegna i principali espedienti usati dai pittori e dagli scultori, nel corso del Medioevo
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unità spaziali, distinte ma ravvicinate è diffuso fin dall’antichità: basti pensare alle raffigurazioni che si sviluppano sulla superficie curva di certi
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straordinario della sua capacità di organizzare in uno spazio unitario una sequenza narrativa complessa, riducendo all’osso il racconto, ma chiarendo i nessi tra
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Ma vediamo come Luca Signorelli e Bartolomeo della Gatta hanno organizzato il racconto per immagini della scena mosaica (tav. 9a). In un paesaggio
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Ma il gusto sperimentale e il sottile intellettualismo che gli sono propri, hanno indotto il Pontormo ad utilizzare il metodo della «narrazione
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quali sono, per masse vigorose: non si vedono più i bottoni, ma resta l’abito; si perde l’abito, ma resta il modello; non c’è più il modello, ma
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’«imprecisione» ottica di una pittura che non puntava sulla perfezione artigianale, ma sull’improvvisazione esecutiva, sulla ricerca di armonie ed
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, infatti, non ci ha lasciato un elogio del sole, come avrebbe fatto un qualsiasi adepto della pittura en plein air, ma al contrario un suggestivo aforisma
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manualità non è ovviamente negata, ma svolge un aspetto secondario e subordinato ai presupposti teorici e progettuali dell’operato artistico. La
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aver svolto un ruolo non indifferente alla nascita delle prime rappresentazioni pittoriche. Ma quel che più c’interessa, in un certo senso, è il
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Uberti, il Dittamondo. Ricalcando lo schema della Commedia dantesca, Fazio immagina di compiere un viaggio, non nell’aldilà ma nell’Italia a lui
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affascinante e complesso. Ma lo stesso artista tedesco attinse anche al repertorio iconografico della Provincia capta, per commentare, con un parodistico e
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apparirci oggi questo genere di questioni, esse di fatto riflettono non solo quanto accadeva in passato nelle botteghe e nelle accademie, ma anche
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, a quanto hanno immagazzinato nella propria memoria visiva non riguardi solo la sfera dell’iconografia, ma possa investire anche quella, più
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Naturalmente non sempre le opere d’arte sono rimaste, come in questo caso, nei luoghi per i quali sono state concepite, ma se uno storico dell’arte
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’assegnazione di un premio nella categoria dei quadri di storia, prende spunto proprio dalla sineddoche visiva del dipinto di Poussin, ma, per così dire
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Per la verità, nella tela di Signac non mancano specifici richiami al repertorio simbolico della tradizione anarchica (il gallo, il seminatore), ma l
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Il sotterraneo ma documentabile rapporto che lega la tela di Matisse al quadro-manifesto di Signac insinua dunque un insospettabile venticello di
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vicissitudini hanno acquistato un significato né dispregiativo né elogiativo di per sé, ma meramente connotativo. Come per il termine Gotico, su cui torneremo
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Questo problema è in genere ben presente ai responsabili degli odierni restauri, ma a dispetto del loro scrupolo scientifico è pressoché inevitabile
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