La storia dell'arte
Questo gusto per il dettaglio realistico e per la saporita descrizione di attività quotidiane non lo si ritrova, però, esclusivamente negli ambienti
Pagina 107
La storia dell'arte
’epoca, tanto che può definirsi un topos della pittura tardogotica, un suo tipico «luogo comune». Lo ritroviamo, ad esempio, in Abruzzo, nel Duomo di Atri
Pagina 108
La storia dell'arte
ben presto, tanto da esser conteso dai più illustri committenti di tutta l’Italia centro-settentrionale: lo troviamo a lavorare per un Malatesta a
Pagina 109
La storia dell'arte
aneddotica di quanto non mostri di esserlo lo scomparto di predella. Masaccio, infatti, adotta un tono narrativo quanto mai austero ed essenziale
Pagina 116
La storia dell'arte
manciata di anni per potersi esprimere ed operare. Anche suo fratello minore, Giovanni di ser Giovanni detto lo Scheggia, si dedicò al medesimo mestiere, ma
Pagina 117
La storia dell'arte
completare il lavoro (ma Masaccio non lo portò a definitivo compimento, tanto che gli affreschi furono completati solo negli anni Ottanta da Filippino
Pagina 121
La storia dell'arte
più colpisce, comunque, è lo scabro e lucido realismo della scena, con lo straordinario dettaglio del giovane in piedi, seminudo, che sembra percorso
Pagina 123
La storia dell'arte
, vagamente imbambolato: nei loro corpi, dalle membra snelle e affusolate, si percepisce lo studio della statuaria antica la testa di Adamo, ad esempio, rimanda
Pagina 125
La storia dell'arte
fiorentino Giotto, come riassume efficacemente la formula coniata da Cennino Cennini, che lo indica come «colui che rimutò l’arte del dipingere di greco in
Pagina 136
La storia dell'arte
Lorenzetti ha costruito l’immagine dell’interno di un tempio, affollandolo di una selva di colonne che suddividono lo spazio in tre navate. Tuttavia l’effetto
Pagina 139
La storia dell'arte
lo scorcio prospettico «di sottinsù», per rendere più magniloquenti le proprie immagini antichizzanti. Si pensi, ad esempio, alla celebre serie di tele
Pagina 150
La storia dell'arte
ingannare lo spettatore è connaturato alla storia della prospettiva e trovò applicazione un po’ dappertutto nella pittura, nelle tarsie lignee, nell
Pagina 152
La storia dell'arte
artisti, sollevandoli dal loro stato d’inferiorità sociale. Grande, ad esempio, era l’ammirazione per Fidia, che oltre ad essere lo straordinario scultore
Pagina 16
La storia dell'arte
pittori, che, nella stragrande maggioranza dei casi, non conoscevano il latino. Lo scopo principale del trattato, infatti, era proprio di spiegare e
Pagina 170
La storia dell'arte
’intersezione della piramide visiva, ossia il quadro da dipingere, è sostituita dal telaio a cui è incernierato lo «sportello». Per azionare il
Pagina 173
La storia dell'arte
. Donatello, amico di Brunelleschi, applicò i principi della prospettiva al bassorilievo, inventando la tecnica del cosiddetto «stiacciato». Lo
Pagina 182
La storia dell'arte
, lo invitava ad andare a letto, preferendo restare a disegnare fino a notte fonda, tanto era l’amore che egli concepiva per «la dolce prospettiva».
Pagina 182
La storia dell'arte
palazzo, ma un’aulica e sovrabbondante cornice, che invece di fare da sfondo convoglia lo sguardo dello spettatore al di là di se stessa, nello spazio
Pagina 195
La storia dell'arte
si svolgeva lo spettacolo. Nella seconda metà del Cinquecento, soprattutto a Firenze, alla corte dei Medici, si sviluppò una pratica scenografica
Pagina 197
La storia dell'arte
spettacolari coreografie, che dilagavano nella platea, lo spazio compreso tra il palcoscenico e le gradinate dove sedeva il pubblico (fig. 156). Ci sono
Pagina 197
La storia dell'arte
simula lo scorrere del tempo, il variare dei luoghi e delle stagioni, l’alba e il crepuscolo, il tuono e la neve, il canto degli uccelli e il fruscio delle
Pagina 199
La storia dell'arte
che sembravano invadere e minacciare lo spazio riservato al pubblico. A quell’epoca, ormai, vi erano parecchi edifici teatrali, ma quasi sempre si
Pagina 200
La storia dell'arte
intriso di luce e la sua nitida distribuzione ha lo scopo di precisare meglio diversi piani di profondità, distanziandoli otticamente l’uno dall’altro.
Pagina 205
La storia dell'arte
«documenti» di carattere visivo e si fa, come amava ripetere Giulio Carlo Argan, «in presenza degli eventi». A differenza dello storico tout court, lo
Pagina 208
La storia dell'arte
L’attribuzionismo e chi lo pratica con successo sono talvolta circonfusi da un ambiguo alone di magia e di divinazione, che non giova a coglierne l
Pagina 210
La storia dell'arte
che sarà tanto più precisa e definita quanto più lo sono le nostre già consolidate conoscenze sull’autore di quella determinata opera. Orientandoci
Pagina 210
La storia dell'arte
conoscitore quando getta lo sguardo su un’opera avvolta nell’anonimato o erroneamente attribuita, consentendogli spesso di esimersi dall’effettuare lunghi e
Pagina 211
La storia dell'arte
maniera» (è un termine usato in questo senso anche da Vasari, che lo alternava alla locuzione, per lui equivalente, «lavorare di pratica»), ossia a memoria
Pagina 223
La storia dell'arte
che è capace di evocare ciò che lo precede e ciò che seguirà: l’antefatto di un’azione e le sue conseguenze.
Pagina 228
La storia dell'arte
Unificando in modo geometricamente controllato lo spazio illusivo del dipinto, la prospettiva brunelleschiana mette in crisi l’empirismo del metodo
Pagina 230
La storia dell'arte
a Pietro con la mano destra tesa lo specchio d’acqua in cui pescare il pesce miracoloso, gesto che è significativamente ripetuto da Pietro con la
Pagina 231
La storia dell'arte
Sullo sfondo della polemica tra Whistler e Ruskin si agitava, in realtà, uno spettro che sconvolse il mondo artistico dell’Ottocento: lo spettro
Pagina 24
La storia dell'arte
a promettersi l’immortalità prima della battaglia [...]. Ricordatevi di quell’antica pietra incisa che rappresenta la follia d’Aiace: non lo si vede
Pagina 240
La storia dell'arte
, lascia appena trasparire sulle labbra «il disprezzo e lo sdegno che egli in sé richiude, gli dilata le narici e sale all’altera fronte, ma resta
Pagina 242
La storia dell'arte
Con lo scemare della luce e l’ispessirsi delle ombre ogni vacuo e minuto dettaglio scompare, quanto c’è di triviale si eclissa e vedo le cose tali e
Pagina 25
La storia dell'arte
Tuttavia, come abbiamo detto, lo scarso prestigio sociale degli artisti iniziò ben presto ad entrare in contraddizione con la realtà di un
Pagina 27
La storia dell'arte
pietra e di carpenteria. Lo stesso Alberti, grande letterato ed umanista che esercitò anche un ruolo progettuale, ma non esecutivo, nel campo dell
Pagina 31
La storia dell'arte
contenuti tipici delle Arti liberali all’interno dell’operatività del pittore e dello scultore. Anche lo studio sempre più approfondito dell’anatomia
Pagina 32
La storia dell'arte
del primo Quattrocento, tributa ad Antonio Averulino detto il Filarete, lo scultore ed architetto fiorentino autore di una porta bronzea della
Pagina 32
La storia dell'arte
ekphráseis: le Imagines (prima metà del III sec. d.C.), in cui lo scrittore Filostrato descrive una collezione privata di pitture, forse realmente
Pagina 33
La storia dell'arte
Come abbiamo detto, per valutare un’opera d’arte occorre prestare particolare attenzione alla sua consistenza materiale, valutandone non solo lo
Pagina 34
La storia dell'arte
naturale, e spesso è stata concepita in modo che lo spettatore possa girarle attorno, godendo di una molteplicità di visuali. La riproduzione ne falsa
Pagina 4
La storia dell'arte
affascinante e complesso. Ma lo stesso artista tedesco attinse anche al repertorio iconografico della Provincia capta, per commentare, con un parodistico e
Pagina 43
La storia dell'arte
della catena fosse consapevole di tutti quelli che lo avevano preceduto e, in particolare, dell’anello di origine, cioè il sarcofago antico (il quale, con
Pagina 54
La storia dell'arte
imitare solo la natura che lo circonda o se debba anche guardare alla rappresentazione che ne fornisce uno (o più) maestri. Questa seconda opzione, in
Pagina 58
La storia dell'arte
Il primo esempio ce lo forniscono due quadri famosi, che sono entrambi conservati al Louvre. Per la verità, essi sono separati, in quell’immenso
Pagina 59
La storia dell'arte
arancione, lo esaspera sul piano espressivo e lo enfatizza, ingigantendolo fino a fargli occupare l’intera superficie di una tela di dimensioni
Pagina 61
La storia dell'arte
Degas, in pieno Ottocento, ne copiò l’incisione che lo riproduceva. Nel 1668 Nicolas Loir ne fece oggetto di una conferenza all’Académie Royale
Pagina 61
La storia dell'arte
Da questo primo esempio, che ci ha mostrato un caso di filiazione diretta di un quadro da un altro (anche se Girodet ha sottoposto lo spunto tratto
Pagina 62
La storia dell'arte
gran parte della loro poderosa consistenza, venendo in gran parte sostituite da ampie vetrate. La struttura portante, ovvero lo scheletro dell
Pagina 88