La storia dell'arte
l’orizzonte dell’arte si estende al di là dei confini cronologici di chi la produce, è dentro quei confini che essa affonda le sue radici e da cui ha
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nell’area tosco-emiliana, anch’essa svolge lo stesso concetto, ma inglobando in esso un’allusione ad un’altra pia leggenda relativa alla natività di
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nel centro, essa funge da indicatore dell’eminenza del personaggio, come una sorta di aureola, che connota il luogo dove si manifesta il potere in tutta
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loro ideazione e la direzione dei lavori esecutivi. Questa scena rappresenta San Francesco che realizza il primo presepio a Greccio (fig. 106): in essa
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ad essa chiudendo uno dei due occhi. La prospettiva rinascimentale, infatti, presupponendo una visione statica e monoculare, non è che una riduzione
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omone, simboleggia la Chiesa cristiana, che riconosce nella religione ebraica un proprio precedente, ma si considera superiore ad essa, perché
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fosse vista da uno spettatore posto più in basso rispetto ad essa. In questo caso si tratta di uno scorcio non particolarmente pronunciato, ma
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problema prolungando illusivamente, con un calibrato accorgimento prospettico, il coro della chiesa, in modo che essa apparisse a croce greca anche se in
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della Caduta dei Giganti in Palazzo Te a Mantova. La particolarità di questa decorazione è che essa occupa interamente sia le pareti che la volta di una
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formata dai raggi ottici che partono dall’occhio del pittore, interponendosi perpendicolarmente tra di essa e l’oggetto della rappresentazione. La
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, essa presuppone un osservatore posto ad una distanza prefissata dal quadro e che lo guardi chiudendo uno dei due occhi. In altre parole, l’osservatore
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ricerche spaziali e cartografiche del Quattrocento toscano (e, in forme diverse, della contemporanea civiltà fiamminga, anch’essa altrettanto dinamica, sia
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pratica della cosiddetta prospettiva aerea, ossia della rappresentazione degli effetti percettivi prodotti dalla presenza dell’atmosfera. Essa
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inequivocabile significato antisemita: essa infatti racconta di una donna cristiana che, per riscattare un mantello perduto dal marito al gioco, vendette ad un
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usata soprattutto per decorare studioli umanistici, tavoli, cassoni, armadi, ma soprattutto stalli dei cori nei conventi e nelle chiese. Essa, in
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, compiendo con essa quello che è ritenuto da sempre il suo massimo capolavoro. Oltre alle sei rimanenti vele della volta, infatti, egli dipinse sulle
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massiccio riuso di cartoni e modelli e neppure soltanto al fatto che essa denunci l’assenza, totale o parziale, dell’intervento diretto dell’Angelico nella
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, Londra, Tate Gallery. ridurre il valore di un’opera d’arte alla mera quantificazione delle ore di lavoro ad essa dedicate. Anche se in questo caso a
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lascia anche un margine di ambiguità sull’interpretazione della scena centrale. Essa narra il momento in cui Gesù si stacca per la prima volta dai
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1855 una monografia sul grande pittore neoclassico, intitolata David, son école et son temps, ci ha lasciato in essa un vivido racconto delle idee di
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inalterata la pace e la tranquillità d’animo che su di essa aleggia, e l’occhio è pieno di dolcezza come se egli si trovasse tra le braccia delle Muse».
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La conoscenza della prospettiva con il necessario corredo di cognizioni geometriche e matematiche che essa comporta garantiva l’immissione di
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maggior livello e prestigio. Essa, infatti, è quel tipo di pittura che più si avvicina alla letteratura, in quanto rappresenta favole mitologiche, eventi
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stato di conservazione e le trasformazioni da essa subite nel corso del tempo, ma anche le caratteristiche e le proprietà chimico-fisiche dei materiali di
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L’opera d’arte va vista nell’ambiente in cui si trova, meglio ancora se questo coincide con il luogo cui essa era originariamente destinata e per il
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’altare con l'Assunta, in modo che l’attenzione dello spettatore sia riconvogliata verso di essa, dopo essere stata risucchiata dal magnetico dispositivo
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artistica, tenuta all’Institut parigino nel 1821. In essa, egli prende ad esempio delle facoltà creatrici del genio «cet austère chef-d’œuvre», in cui
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La sostanziale assenza di evoluzione storica nel repertorio di forme prodotto dall’arte bizantina discende dal fatto che essa è l’espressione di una
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tramontata l’epoca dei modelli immutabili, e con essa l’idea che l’artista non fosse altro che un mero esecutore, un semplice artigiano, sia pure di lusso
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