La storia dell'arte
Alcuni anni fa si tenne a Trento, nel Castello del Buonconsiglio, una bellissima mostra dedicata al ruolo chiave svolto dai territori alpini nella
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nostalgicamente attratta dai modelli in via d’estinzione del mondo cavalleresco. In quest’epoca gli altari e i muri delle chiese si popolarono di sculture
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ben presto, tanto da esser conteso dai più illustri committenti di tutta l’Italia centro-settentrionale: lo troviamo a lavorare per un Malatesta a
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portati in groppa dai cacciatori per essere sguinzagliati all’inseguimento delle prede non è un elemento di pura fantasia, ma era un costume non insolito
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gravitas che ricorda inconfondibilmente quella dei personaggi togati della statuaria classica, e in questo Masaccio sembra aver tratto spunto dai
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spettatore verso il fondo, lungo le linee di fuga scandite dai rettangoli del pavimento in marmo intarsiato. Su questa piazza inondata da una luce
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, tracciati dai lanzichenecchi luterani che occuparono Roma nel 1527, mettendola a sacco. Ispirata ad alcuni esempi di Melozzo e di altri autori
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Nel Seicento, Roma fu il principale laboratorio e centro d’irradiazione in tutta Europa della grande decorazione barocca, caratterizzata dai più
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Nell’intrecciarsi di concordanze e prefigurazioni tra Vecchio e Nuovo Testamento, tenacemente cercate e individuate dai teologi cristiani, questo
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formata dai raggi ottici che partono dall’occhio del pittore, interponendosi perpendicolarmente tra di essa e l’oggetto della rappresentazione. La
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Questi, ed altri analoghi tipi di strumenti, furono sicuramente molto usati dai pittori. Tuttavia, occorre tener presente che una simile, rigorosa
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. Ampliare gli orizzonti di un mondo ancora soffocato dai vincoli della separatezza feudale e comunale: questo l’imperativo che traspare dietro le
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Tornando a Paolo Uccello, ci rendiamo però conto che questo sbocco ludico, e in definitiva surreale, della prospettiva si era già affacciato fin dai
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Salimbeni, esse furono acquisite dai Medici e restarono per qualche tempo appese in una sala di Palazzo Medici in via Larga. Le tavole rappresentano tre
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mutazioni a vista. A ridimensionare il ruolo del testo della commedia e della tragedia contribuì anche la crescente importanza assunta dai cosiddetti
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’Ottocento e non essendoci stato tramandato attraverso i modelli favolistici dell’aneddotica, ma addirittura dai resoconti giudiziari di un processo che
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sulle pause esecutive riempite dai «tempi lunghi» necessari alla concentrazione ideativa. Ma il problema, evidentemente, non verteva tanto sull
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liberarsi dai condizionamenti indotti dalle attese e dal gusto del pubblico e ad agire in assoluta libertà, come quando in bottega riempivano i
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una stretta parentela con questa testa orvietana, come ad esempio la bella figura di giovane dai lunghi capelli biondi e inanellati (tav. 3f). Qui il
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alcuni, come questi cinque che sono indubbiamente tra i più sorprendenti (tavv. 4a-e), si ha la netta sensazione che quello spazio di libertà dai
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Fin dai tempi del poeta greco Simonide di Ceo, cui era attribuita la massima «la pittura è poesia muta e la poesia pittura parlante», e del poeta
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Ma prima di approfondire questo tema, passeremo in veloce rassegna i principali espedienti usati dai pittori e dagli scultori, nel corso del Medioevo
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celeste che scende a consolarlo, un personaggio non menzionato dai Vangeli, ma che è entrato stabilmente nella tradizione iconografica del tema. Sulla
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lascia anche un margine di ambiguità sull’interpretazione della scena centrale. Essa narra il momento in cui Gesù si stacca per la prima volta dai
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, ovvero l’incarnazione di Gesù che si fa uomo per morire sulla croce e riscattare l’umanità dal peccato originale compiuto dai Progenitori; sullo sfondo, l
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personaggi come indicatori vettoriali che aiutano a connettere i diversi fili del racconto. La storia raccontata dai Vangeli, in estrema sintesi, è la
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il momento, carico di tensione, definito dai teologi conturbatio Virginis, cui seguiranno l’interrogatio (ma sono proprio io la prescelta?) e infine
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’architettura, puntualizza in modo chiaro che il suo trattato architettonico De re aedificatoria privilegia la progettazione, prescindendo dai materiali con
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esaltazione a stati di depressione (e qui, come capirete, torniamo all’aneddoto di Leonardo, che si blocca, tutto assorbito dai suoi pensieri, durante l
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«malinconico» (o «atrabiliare»). Quest’ultima tipologia, dominata astrologicamente dal pianeta Saturno, era considerata fin dai tempi di Aristotele quella in
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. Albrecht Dürer, Monumento celebrativo della vittoria sui contadini, 1525, xilografia. esser state sconfitte dai Romani, venivano da essi integrate nella
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amaro monumento celebrativo, la sconfitta subita dai contadini tedeschi nella rivoluzione da loro scatenata sull’onda della «protesta» luterana (fig. 23).
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modificando a proprio vantaggio il mondo fisico. I suoi strumenti, i suoi macchinari, le sue invenzioni hanno avuto origine dai suoi studi di fisica e di
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smagrito dai patimenti e si mostra in tutta la sua dolente e straziata afflizione e rigidità cadaverica, nel Vesperbild michelangiolesco, ma anche in
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costruendo su incarico del Partito socialista belga, ma poi, infastidito dai continui rinvìi («se è il titolo che li irrita scrisse con amaro sarcasmo a
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essere il degno sostituto, e la Cattedra (fig. 49), sollevata in gloria tra le nubi dorate dai Padri della Chiesa, con la colomba dello Spirito Santo
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degli scorci illusionistici e privilegia le composizioni basate su assi ortogonali, anziché sulle scattanti diagonali, predilette dai pittori barocchi.
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La pittura bizantina, com’è noto, discende dai modelli dell’arte classica, che però, col tempo, si erano andati riducendo a formule sempre più
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spesso dalla mitologia classica o dai poemi cavallereschi e dai romanzi d’amore cari alla cultura cortese. Un altro potente veicolo di diffusione
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