Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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La storia dell'arte

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Pinelli, Antonio 50 occorrenze

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Prima di arrivare a Roma, però, Gentile fu a Firenze, dove lasciò quello che oggi è certamente il suo più celebre capolavoro: la pala con l

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sfoggio di tutta la sua sapienza nel lavorare questo prezioso materiale con le tecniche più svariate e prestigiose. Ampio è l’uso della foglia d’oro, che

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significato simbolico da collegare con l’episodio sacro dell’Adorazione dei Magi, ma che offrono anche l’opportunità all’artista di rappresentare una

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Masaccio ebbe un rapporto molto stretto con Masolino da Panicale, che era originario della sua stessa zona, il Valdarno. Roberto Longhi, autore di un

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Questa tendenza a fingere con la pittura o con il mosaico uno spazio architettonico a tre dimensioni su supporti bidimensionali perdurò in Italia

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La finzione illusionistica della pittura parietale greca e romana non era però realizzata con una geometria proiettiva governata da regole certe, ma

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Il ciclo affrescato con le Storie di San Francesco nella Basilica superiore di San Francesco ad Assisi è uno dei momenti cruciali di questa storia

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Con quest’altra immagine (fig. 107) entriamo, invece, all’interno di quella sorta di prezioso forziere che è la Cappella degli Scrovegni a Padova

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padre di Maria, al centro e nella zona di destra troviamo, invece, la camera con la puerpera distesa sul letto e assistita da una donna, mentre la

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Già a partire dal primo Seicento erano cominciate a svilupparsi le specializzazioni, con artisti che si dedicavano esclusivamente alla progettazione

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anche il rigoglioso girale di acanto che spicca sul basamento dell’ara. Nel suo stile, il riecheggiamento dell’antico si fonde con la fluida e

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L’antica letteratura artistica insiste anche molto sul fatto che il grande pittore Zeusi amasse vestire con particolare lusso, una circostanza che

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La biografia vasariana prosegue con un aneddoto particolarmente interessante:

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satirica (ambiente boschereccio con capanne). Queste suggestioni vitruviane indussero gli umanisti a concepire come scenario di spettacoli teatrali vedute

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La scenografia prospettica cinquecentesca è frutto del clima di fervore umanistico con cui si cercò di resuscitare il teatro all’antica, imitandone

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Palladio, che aveva studiato con molto impegno l’architettura antica e conosceva bene il trattato di Vitruvio, costruì una cavea semicircolare (per

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Gli intermezzi avevano quasi sempre una funzione allegorica a sfondo encomiastico, con allusioni alle virtù e ai meriti del principe nella cui reggia

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primaverili a paesaggi estivi o invernali, con un gusto sempre più pronunciato per la sorpresa, tanto che questo tipo di spettacolo, il cui scopo principale

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Gl’ingegni elevati, talor che manco lavorano, più adoperano, cercando con la mente l’invenzioni e formandosi quelle perfette idee, che poi esprimono

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, come non ne avevano avute le due tavolette con cui Filippo Brunelleschi aveva dato dimostrazione della perspectiva artificialis. La mia ipotesi è

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Per la verità, anche noi storici dell’arte abbiamo a che fare con testimonianze scritte ed orali: fonti letterarie e documenti d’archivio sulla vita

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Con un po’ di fantasia potremmo dunque paragonare l’attribuzionismo alla pratica dell’orientamento su una carta geografica, nelle cui diverse aree si

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Ma andiamo per ordine. In alcuni esagoni (tavv. 2a-c) vediamo teste dipinte in modo abbastanza rozzo e sommario, con timidi scorci prospettici ed un

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Novanta, fummo messi in condizione di salire ad ammirare le vele da vicino e potemmo renderci conto, con nostra grande sorpresa, non solo di quanto

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manciata di casi, in cui le effigi hanno un inequivocabile sapore ritrattistico e appaiono dipinte con una freschezza di pennellata ed un’incisività

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Nella chiesa-museo di San Francesco, infatti, erano presenti, tra gli altri, tre importantissimi disegni: uno lo abbiamo già incontrato, è quello con

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caratterizza il repertorio benozzesco quando il pittore, ancora giovane, collaborava con il maestro. Ora è ben possibile che, nell’ambito di una medesima

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Vediamone un esempio in un dipinto con l'Orazione nell’orto degli ulivi (tav. 7a), eseguito sul retro di una tavola celeberrima di Duccio di

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, pur mantenendo un’assoluta unità spaziale, suddivide di fatto la scena in tre zone: al centro dispone Gesù con attorno i suoi discepoli, cui si

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Nell’affresco che sta di fronte al Testamento e morte di Mosè, Cosimo Rosselli ha occupato l’intero spazio con la rappresentazione dell’Ultima Cena

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Con la tavola rappresentante Giuseppe in Egitto (tav. 11a), eseguita da Jacopo Pontormo intorno al 1519 per la camera da letto del mercante

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narra di David e Betsabea e fa parte di un ciclo di affreschi con Storie di David che decorano un salone del Palazzo Ricci Sacchetti in via Giulia, a Roma

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Un’eco precoce in scultura della rivoluzione caravaggesca è nel gruppo statuario con l'Annunciazione di Orvieto (tavv. 14a, 14b), uno dei massimi

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che aveva bisogno di cinque anni di tempo e di una villa con dodici servitori. Dopo cinque anni il disegno non era ancora cominciato. «Ho bisogno di

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Con il diffondersi nell’Ottocento dei processi di produzione industriale, basati sulla parcellizzazione del lavoro e sull’introduzione delle macchine

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. Dopo averne elogiato la prova, David affronta con il giovane la questione della scelta di quale aspetto rappresentare di un determinato soggetto.

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propria disciplina, ebbe un clamoroso rilancio alla fine del Trecento con il Libro dell’arte di Cennino Cennini che rappresenta qualcosa di più di un

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Con i Commentari di Lorenzo Ghiberti, redatti verso il 1450, e soprattutto con i trattati di Leon Battista Alberti il De pictura (1435) e il De

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Nel Rinascimento si codificò anche una vera e propria iconografia della Malinconia, legata alla tipologia dell’artista di genio, con un’immagine resa

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L’opera d’arte va vista nell’ambiente in cui si trova, meglio ancora se questo coincide con il luogo cui essa era originariamente destinata e per il

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. Anche le opere d’arte possono essere riprodotte, tanto più oggi con le straordinarie tecnologie digitali ed elettroniche di cui disponiamo. Ma anche la

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) ci mostra Fazio e la sua guida che si affacciano alle mura della città di Roma, che è rappresentata in modo approssimativo, ma con qualche velleità di

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La storia della figura allegorica della Malinconia, con le sue curiose vicissitudini e metamorfosi, così come quella delineata dalla «ripetizione

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«Stare a paragone con l’Antico» è proprio l’espressione che Baldassarre Castiglione usò in occasione della prima rappresentazione teatrale, tenutasi

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forma sferica, si presentano con un aspetto bitorzoluto e irregolare, sia un certo tipo di falso sillogismo o ragionamento sofistico, che cela, sotto

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caravaggeschi, che non ha nulla a che fare né con il Barocco né con il Classicismo seicentesco e reclama esso stesso un posto di rilievo nelle definizioni

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di Santa Croce (foto prima dell'alluvione del 1966). pittori come Cimabue, e ancor più Giotto, tornarono a confrontarsi con la realtà naturale e con

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Con Giotto questo progressivo abbandono degli stilemi astratti in favore di un nuovo naturalismo diviene un fatto compiuto: nel suo celebre

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Arezzo (fig. 63), che è un’opera ancora giovanile (1265 ca.), pur mantenendo ancora forti legami con la tradizione figurativa bizantina, Cimabue mostra

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contatto diretto con il mondo classico, sulle novità gotiche provenienti dalla Francia, anch’esse improntate ad un maggior naturalismo. Era ormai

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