La sorte
solita piccola partita con un'esclamazione di sfiducia. - È inutile, non ho fortuna! - Voi siete incontentabile, zia! - rispose il cavaliere, annusando
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bello, io vi porterò una torcia di tre libbre! E andrò due giorni a piedi scalzi! e il mio ragazzo lo voto a voi!.. Finalmente tutto fu pronto. Allora
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castagne, il fornello da arrostire. - Per San Placido! - disse la comare Venera, mostrandogli il figliuolo con la torcia. - A voi, prendete! - e il
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rimedio... A un tratto risuonava il campanello. - Padre don Agatino - annunziava la cameriera. Allora la principessa non reggeva più. - Fate, fate voi
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sorbettiera. - Pigliatela con voi e venite in caserma. C'è il paese avvelenato! Don Tino restava con la bocca aperta, stupefatto, non credendo alle proprie
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i quarant'anni son passati da un pezzo! - E questo che importa? Se mi trovate un pelo bianco ve lo pago quello che voi volete. - Ma date retta a me
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cosa voi pensate? - - rispose Salvatore, ridendo un po' tra i denti. - Io? Guardate cos'è il mondo! Io pensavo al bene, e se vi dico che è una bella
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, toccava un corno di ferro che portava appeso alla catenella, contro il mal'occhio. - Siete un iettatore! Non giuocherò più con voi! - Ma se la disdetta mi
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quartiere fuori mano.... - Lo troverete anche voi! Io non ho pratica d'affari; mi metto interamente nelle vostre mani. Agostino trovò un'offerta, e
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. Salvatore non fa che parlarmi di voi e dei vostri meriti. - Tutta bontà del principale! Ogni volta che egli tornava in casa di Salvatore, gli
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, lo tratteneva fino a tardi, e Salvatore non sapeva come ringraziarlo. - Voi siete un vero amico! E ricorreva a lui, nei suoi momenti di imbarazzo, per
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! - Ah... siete voi? - L'amico pareva un signore, con la catenella sulla pancia e una spilla alla cravatta. - Che cosa fate da queste parti? - Ho
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. - Sentiamo quest'altro, adesso! Voi di che v'immischiate? Pensate ai fatti vostri, che ai miei ci penso io... La causa della collera di Rosa era
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. - Veramente avete motivo di lagnarvi, voi! Si vede che vi pigliate una gran cura dei vostri figli! Io parlo per il bene della casa; ma se non mi volete dar
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maestro Titta a Rosa, quando il promesso era già entrato in casa. - Gli possano tornare in veleno, e a voi pure! Già, se son quelli di don Angelo, una
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? - domandò maestro Titta, che voleva farla parlare. - Fingete di non capirmi, voi! Come se non si sapesse che sono tutti bell'e maritati, senza andare al
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tutte queste storie dell'eredità. - Giusto! Il barone vorrà ricordarsi di voi, con tanti creditori che non lo lasciano rifiatare! Pensate al negozio
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!.. - È stato il cavaliere Bardella... - biascicò don Antonino, cercando il letto, all'oscuro - me l'ha detto il portinaio del barone... - E voi che
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, alla faccia nostra, e ora puoi andarle a riscuoterle al banco di Londra! - Voi che ne sapete, se vi pagheranno o pur no? - E tu confortati con la
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, comare, voi venite qui. Chiamate il padrone. - Il padrone è fuori, vossignoria.... - Bravo! La padrona? - La padrona, vossignoria, piange e non sa niente
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che mi perseguita! Voi, caro don Giacomo, dovete aiutarmi; non mi fate vendere l'Arenaccia; se no, io sono rovinata. - Se dipendesse da me... Ma don
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carte, per rompere la disdetta, ma inutilmente. - Io non giuocherò più con voi! - gridava, esasperato. - Ma chi vince? - disse il marchese - Io non
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, colla ferrovia. Sai che tu diventi un bel pezzo d'uomo? - Anche voi state bene! Di dove venite? - Da Napoli. La gran cassa che batteva furiosamente li
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ripeterlo, se vuoi che l'amicizia duri. - E voi, fattore che non so come vi chiamate - gridò Alfio fingendo di andare in collera - sapete forse che io
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metter senno. - Voi siete un uomo d'oro! A don Gesualdo non pareva vero di far contenta sua moglie con la querela; egli non aveva nessuna voglia
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delle sue fatiche andasse perduto, in un momento. - Bella Madre, ispiratela voi! Ma come vide Alfio uscire, fermarsi un istante dinanzi ad Anna ed
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? - Voi non ridete, ruffiana, o vi strozzo. Donn'Angela si mise a tremare, verga a verga. - No, Bella Madre!.. io non ci ho messo mano, è stata lei
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Contadini mettevano fuori i lumi, fra l'esultanza generale. - Festa!.. Festa!.. Viva San Placido! - Allegro, don Tino! Ne venderete di quei gelati! - E voi
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