La sorte
La principessa di Roccasciano, sprofondata nella grande poltrona di velluto rosso, con uno scialle avvolto sul petto scarno e una coperta sulle gambe
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fondo il paese, prendeva tutte le disposizioni per l'illuminazione, per le corse, pei fuochi; e don Delfo ripeteva: - È una pazzia!.. Se il colera
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vassoio... un vassoio... Vi serve questo? - San Placido ve ne rimeriti! - e la comare Venera uscì sulla via. Napoleone, con una scala sulle spalle e un
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rotti, distaccati, risuonavano sotto i passi: una rovina lenta e continua. - Un giorno o l'altro bisognerà rifare ogni cosa! Chiusa nella sua camera
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, intenerito, la prese alla vita: - Quant'è che non ci vediamo? - State fermo! Ma egli s'era appena seduto, che sentì una fitta allo stomaco, come se glie
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mese agli abbonati. Egli non aveva le poltrone che giravano attorno, nè gli spazzolini per i mustacchi; ma per una lira il mese tagliava i capelli
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Per una settimana Salvatore non si potè levar di testa il ricordo della serata della principessa. - Come erano magnifici quei grandi saloni, con quei
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. - Via, si persuada una volta! - diceva la Giordano. - Nessuna casa si presta come la sua; e poi, sotto la sua direzione, sarebbe assicurata la più
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Gli sposi avevano preso un anno di tempo, affinchè Salvatore potesse sistemare le sue cose e metter su il nuovo salone. La Fanny ne aveva fatta una
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salone in mano ai giovani di bottega. La carezzava, la vezzeggiava, come una bambina; non gli pareva vero di poterla chiamare sua moglie, di
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sua moglie. - Giovani attivi e diligenti come lui non se ne trovano tutt'i giorni. Una vera perla! Fanny voleva conoscerlo, ma Nardo aveva soggezione e
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, lasciate il salone a uno che si accolli parte dei debiti, e aprite una bottega più modesta. - Ma come, dopo tanto lavoro?.. - Che volete! La sorte quando
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alzare di due piani. - Verrà una bella palazzina! E prese in affitto una bottega lì vicino, nuova, con le mura bianchissime e un forte sito di calce
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al quarto piano - una gente tranquilla che badava ai casi proprii - pareva sempre come se fosse morsicata dalle vespe. Essa non faceva altro che
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, con la faccia grossa e una pelle dura e giallastra, su cui la barba ancor sporca di nero pareva appiccicata. Andava vestito, d'estate e d'inverno, con
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maestro Titta a Rosa, quando il promesso era già entrato in casa. - Gli possano tornare in veleno, e a voi pure! Già, se son quelli di don Angelo, una
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gli faceva sempre una fredda accoglienza, rinfacciandogli la sua miseria. - Che cosa vuoi? Non mi seccare! Quella ora se la diceva col trattore; ma la
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potevano soffrire che il negozio di don Antonino facesse affari d'oro; tanto è vero che c'era un cartello nuovo, lungo una canna, con lo scritto: Sarto di
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combinare un piccolo tavolino di bazzica, a cinque lire la partita, per ammazzare un'oretta. Il cavaliere Fornari, più ingrassato di prima, aveva sempre una
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po' a orlare qualche dozzina di fazzoletti di batista, un po' a cucire una camicia, pel corredo: un giorno o l'altro ci si doveva pensare! - diceva
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Da quel giorno cominciò una vita d'inferno. Don Antonino aveva preso amore al vino, e s'ubbriacava mattina e sera, ragionando di ricchezze nelle
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, sotto gli aghi di pioggia che cominciavano a fendere silenziosamente l'aria buia. - Che tempo scellerato! Il portinaio levò gli occhi, da una parte e
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- disse al suo amministratore. - Dove vuole ch'io le pigli? - rispose don Giacomo, con la testa alla farsa, che gli aveva fruttato appena una chiamata
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Donna Cecilia aveva ora un grande quartiere nel palazzo Bellavia, con ogni sorta di comodità e una disposizione invidiabile; è vero che dalla parte
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duca di Santa Cita, lei se lo faceva seder di fronte e gli proponeva di fare una partita. - Ma io non ho un soldo! - Eccoti cinque lire. Non le
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e ne provava quasi rimorso. La zappa era una sua vecchia conoscenza, tanto che aveva il manico lucido e levigato, e le mani di lui s'erano ridotte
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ebbe assegnata la sua filiera, si mise al lavoro, con una gran lena, scagliando la zappa furiosamente, come dovesse spaccar legna, scavando dei solchi
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leva quest'anno, ti dico... Quando mai s'è dato peso alle parole d'un bardassa come quello?.. A mettersi con lui sarebbe una viltà. - Vile sei tu, che
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: correva al pozzo con due enormi mezzine di latta, una per mano; attizzava il fuoco nella stalla, sotto il calderone dove ribolliva l'acqua; insaccava il
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Giovanna sentì una gran fitta al cuore. - Con qual animo puoi dirlo? Non sai che tutto quello che faccio è pel tuo bene? - Allora, se dite davvero
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potesse cavare una parola. - Che cos'hai, Alfiuccio? Dillo alla mamma... - Niente. Egli aveva ripreso le sue antiche abitudini e si levava prima di
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levargliela una buona volta dalla testa. - Hai sentito che cosa ha fatto quella ciabatta? - Chi? - Quella, con Rosario Cerbini?.. Ella avrebbe preferito che la
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può deliberare! Ma, sedate le grida, tutti cominciarono a parlare, in una volta. - Sono tre anni che dura la commedia!.. col pretesto che non c'è
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