La sorte
, rimescolava lentamente le carte, posava sul tavolo dal tappeto verde il mazzo aspettando che il cavaliere Fornari lo tagliasse, e ricominciava la
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fondo il paese, prendeva tutte le disposizioni per l'illuminazione, per le corse, pei fuochi; e don Delfo ripeteva: - È una pazzia!.. Se il colera
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. - Maledetta la festa ed il suo santo! Ella portò le mani alle orecchie, per non sentire. - Non bestemmiate queste sante giornate, scomunicato! - e andò a
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spenti, di ogni sorta di residui; le dorature delle porte si discrostavano; le tende cadevano a lembi; le seggiole zoppicavano; nell'anticamera i mattoni
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!.. Il freddo com'è, tonico?.. Vorrei un po' d'acqua calda... La Filomena gli diede sulla voce. - Cominciate da capo, con le vostre paure? Don Delfo
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lucente e le filze dei denti strappati da suo padre facevano ancora la loro bella figura sui ferri arrugginiti inchiodati sopra l'uscio. In città, nelle
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. E rimuginava: «Fanny! Fanny!..» - Che bel nome! Un nome da romanzo. Ora divorava volumi sopra volumi; aspettava ansiosamente le dispense della Mano
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A carnevale, ogni anno, le frequentatrici del palazzo Roccasciano assediavano di preghiere la principessa, perchè aprisse le sue sale a qualche ballo
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Gli sposi avevano preso un anno di tempo, affinchè Salvatore potesse sistemare le sue cose e metter su il nuovo salone. La Fanny ne aveva fatta una
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Salvatore, intanto, vedeva Fanny rare volte; la principessa non le dava molti permessi d'uscire, ed a palazzo egli non poteva andare tutti i giorni
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opprimere, se lo vuoi sapere! - gli spiattellò lei chiaro e tondo. Salvatore la stringeva fra le braccia, amorosamente. - Perchè non lo hai detto
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! - E le risa interrompevano il canto.
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aprivano ancora. - Vengo!.. vengo... - si sentiva la voce della serva. Salvatore salì le scale, barcollando, ed entrò in camera, dove trovò sua moglie levata
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Ora le voglie di lei si facevano più imperiose; tutte le entrate del salone che passavano per le sue mani non le bastavano; e Salvatore, il quale le
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alzare di due piani. - Verrà una bella palazzina! E prese in affitto una bottega lì vicino, nuova, con le mura bianchissime e un forte sito di calce
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bugigattolo ritinto in verde di fresco, e non gli dava retta. Quello preparava le pietanze mettendoci dentro ogni sorta di porcherie; lui faceva
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La signora Giacomina non poteva vedere il figliuolo crescere a quel modo, e poichè le pedate servivano solo a farlo gridare così forte da sollevare
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, o si curava le unghie lunghe, e tutti i discorsi che Angiolina sentiva tenere erano quelli del tempo, o delle porcherie con cui don Angelo faceva i
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che ne ricavava non bastava a saziare le voglie di Vincenzina, con la concorrenza del trattore. Allora s'indirizzava ad Alberto De Franchi, mostrando
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Don Antonino stava accosto al palazzo del barone Lanzaria, per sorvegliare la sua proprietà - dicevano le male lingue - e vedere se Raffaele, il
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Tornata in città, la principessa trovava che la villeggiatura le era costata un po' cara. Allora rinnovava i propositi di mutar vita, di non giuocar
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Ora che aveva la macchina, la Nunziata non trovava più le difficoltà di prima a scendere nella sartoria, ci stava invece volentieri, e si occupava un
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bettole, che a dargli ascolto le gioie di Sant'Agata erano un bel niente. Quando tornava a casa non faceva che gridare, strepitare e dir male parole. Ora
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. Vedendo la lettera sulla tavola, donna Vincenza disse: - Me n'ero dimenticata. La prese, salì al piano superiore facendo sbattere le sue ciabatte e
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- disse al suo amministratore. - Dove vuole ch'io le pigli? - rispose don Giacomo, con la testa alla farsa, che gli aveva fruttato appena una chiamata
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del cortile venivano ancora le esalazioni della stalla, ma non le davano più fastidio perchè erano quelle dei suoi propri cavalli. Tutta la giornata le
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ore sola con un cuscino sulle ginocchia e le carte in mano, a disporle in varie guise, a file, a mucchietti, per ingannare il tempo. Appena arrivava il
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quel pensiero della leva, con la visita subita e le carte che aveva dovuto mettere assieme e presentare, egli non aveva toccato la zappa con un dito
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pensando alla scena della sera. - Ma se Vincenzo Sutro se la pigliava a male e mi rompeva le costole?.. Infine, che cosa m'importa di quella cristiana e del
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Anna Laferra, a quella parola che le avevano sputata in faccia, s'era sentito avvampare il sangue nelle vene, ed era stata colpa di Vincenzo Sutro se
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L'annata aveva mantenuto le sue promesse, e alla vendemmia la Falconara non si riconosceva più, con quell'animazione straordinaria e quell'allegra
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che mi dai? - si lamentava lei. Allora egli montava su tutte le furie. - Ah, di questo v'importa? È per quelle lire della settimana che vi duole? Donna
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potesse cavare una parola. - Che cos'hai, Alfiuccio? Dillo alla mamma... - Niente. Egli aveva ripreso le sue antiche abitudini e si levava prima di
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lingua le fosse cascata nel momento che aveva cominciato a parlare. Alfio, giallo come un morto, si dirigeva all'uscio. - Alfio, Signore!.. dove vai
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il lampionaio ed il messo municipale, venne fuori al balcone, agitando le braccia. - Silenzio!.. Pace!.. Insomma, con questo fracasso il consiglio non
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