La sorte
. - Io? Nulla! Un filo di spaghetti al sugo, un merluzzo, due cime d'asparagi, una braciuola, mezzo pollo, un pan di Spagna... La principessa stava a
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bello, io vi porterò una torcia di tre libbre! E andrò due giorni a piedi scalzi! e il mio ragazzo lo voto a voi!.. Finalmente tutto fu pronto. Allora
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!.. San Placido bello deve ridar l'udito al ragazzo!.. Io lo farò mettere sulla sua barella, per la processione!.. E ad ogni offerta che cascava sul vassoio
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? - domandava la principessa. - La conservo io. E come la speranza della vincita la riconfortava, ogni traccia di rimorso si dissipava dall'animo suo, ed ella
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parti!.. Se viene mio marito succede un guaio... - Tuo marito è in piazza - diceva don Delfo, entrando - Il guaio è un altro, che io sono rovinato
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, perchè io non ho bisogno di aiuti! Egli s'era dato all'arte da ragazzo e la sua mano aveva acquistata una straordinaria agilità; i capelli cadevano
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cosa voi pensate? - - rispose Salvatore, ridendo un po' tra i denti. - Io? Guardate cos'è il mondo! Io pensavo al bene, e se vi dico che è una bella
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Sabina; ma io non ho peli sulla lingua, e certe cose non le posso tollerare... - Chiacchiere! - la principessa difendeva la Giordano - Non dare ascolto
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daremo in affitto - soggiunse - C'è già chi la vuole. Intanto apriremo un nuovo salone. Ma se io fossi in un'altra posizione, vorrei piantar la
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serva io? - Ma che ti scappa di bocca! E Salvatore perdette la caparra e la mesata, cercando subito un'altra persona di servizio che piacesse a sua
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, dov'egli stesso era cresciuto e contava di morire. - Io che non volli venderla quando almeno potevo cavarne un utile, me la vedo ora toglier di mano
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-Io direi di andare a bere. Nella bettola, in piedi, gridando e canticchiando, la comitiva si dissetava. Salvatore rifiutava il bicchiere, ma gli
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gli tremava. - Se crede - disse al principale - il salone lo piglierei io... Ma Salvatore non sapeva ancora decidersi. - Non c'è nessuna speranza? da
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ricomprato io la casa... - rispose quello, un po' confuso. - Mio suocero è morto... e m'ha lasciato ogni cosa... - Dunque, dicevamo, qui... - L'ingegnere lo
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fate gli occhi grossi, avete inteso? che io non ho paura... - Basta! - strepitava il trattore, che le voci si sentivano dall'altra parte, nel restaurante
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. - Vattene da tua moglie, che t'aspetta! - Mia moglie, chi? Io voglio bene a te. E rubava i denari alla signora Giacomina, e si faceva prestare i soldi
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titoli? - Io non li ho trovati. - Ma debbo far tutto io, sempre? E si metteva a rovistare sul tavolo di don Felice, scompigliando tutte le carte, aprendo
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pigliarlo per un braccio. - Alberto!... Sono qua io, Alberto!.. Quello la sbatteva di qua e di là. - Va via, che cosa vuoi? Dov'è scappato quel ladro? Che
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donna: una galanteria! - Già, io son fratello del barone; anzi il vero barone sono io; egli è nato dopo di me. Infatti, era ancora vestito di nero, per
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dite così, io voglio la figliuola di don Antonino. - Dio ne scampi! - gridò donna Michela - E hai il coraggio di parlarmene? E non sai che quegli
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gomitata. - Io vorrei il medico. Saverio dov'è andato? - Ha lasciato detto che non verrà prima di mezzogiorno. Vuole altro da me? Vado a preparare i lumi
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. - Come, non sapete trovare dieci mila lire? - Le trovi lei, se può. Io non mi fido di trovare neanche un soldo. Non sa che gli ultimi denari sono stati
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aver giuocato, bisogna bene che io restituisca i denari a chi me li ha prestati. - A chi? - Alla tasca! La principessa cominciava a irritarsi sordamente
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duca di Santa Cita, lei se lo faceva seder di fronte e gli proponeva di fare una partita. - Ma io non ho un soldo! - Eccoti cinque lire. Non le
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ripeterlo, se vuoi che l'amicizia duri. - E voi, fattore che non so come vi chiamate - gridò Alfio fingendo di andare in collera - sapete forse che io
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, e voglio andare a Vallebianca a posta, il giorno che Io attaccheranno come Cristo. Alfio Balsamo, che era venuto al paese, non aveva nessun timore
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? - Dici piuttosto che hai vergogna di comparire in quel costume! - Vergogna, io? Mi dispiace che non avete una moglie, perchè vi farei vedere se ho
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quel ragazzo gli veniva a noia. Però, invece di irritarlo, i maltrattamenti di lei lo rendevano sempre più umile. - Io mi voglio far piccolo piccolo
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? - Voi non ridete, ruffiana, o vi strozzo. Donn'Angela si mise a tremare, verga a verga. - No, Bella Madre!.. io non ci ho messo mano, è stata lei
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!.. - Insomma! - nesclamò don Delfo, battendo col pugno sul tavolo - Io non voglio pigliare un malanno! Metto la festa ai voti; chi è contrario resti
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