La sorte
m'avete vuotate le tasche! - Una volta non fa legge. Come all'orologio scoccarono le due, la principessa era diventata inquieta, si guardava attorno
La sorte
Venera, come ogni sera suo marito tornava casa più ubbliaco, e il figliuolo era insordito completamente, affrettava la festa coi voti: - San Placido
Pagina 102
La sorte
d'artifizio, e da per tutto era un martellare incessante. Lo zio Vito, al canto della chiesa, disponeva il suo banco, i cestini pieni di ceci, di fave, di
Pagina 104
La sorte
, intenerito, la prese alla vita: - Quant'è che non ci vediamo? - State fermo! Ma egli s'era appena seduto, che sentì una fitta allo stomaco, come se glie
Pagina 116
La sorte
Salvatore Terlizzi aveva il salone verso Porta di Ferro, un po' fuori mano; ma la casa gli apparteneva e la clientela era già formata, perchè i
Pagina 125
La sorte
grossi tappeti sotto i piedi, con tante galanterie e tante ricchezze!.. Già, quando s'era trovato nel giardino, dinanzi alla signora, egli non aveva
Pagina 138
La sorte
perseguita! Perdo da un mese! - Tanto era vero che non sapeva come fare a contentar la Rosalia, che voleva la carrozza il giovedì e la domenica, ora
Pagina 14
La sorte
approvava, ma la difficoltà era quella dei denari; egli non sapeva dove li avrebbe presi, e quel poco che aveva messo da parte non era sufficiente
Pagina 149
La sorte
. Per questo, quando ad agosto, dopo che la signora andò in campagna, finalmente essi si maritarono, Salvatore era innamorato di sua moglie ancora più
Pagina 158
La sorte
, dov'egli stesso era cresciuto e contava di morire. - Io che non volli venderla quando almeno potevo cavarne un utile, me la vedo ora toglier di mano
Pagina 166
La sorte
tratteneva spesso a desinare. Le strettezze crescevano, ma Salvatore si metteva alla tortura per trovar denari e far contenta la moglie. La nuova bottega era
Pagina 174
La sorte
la sua antica proprietà, e non si raccapezzava. - È qui? La casa era sfondata, il tetto e i muri divisorii abbattuti come da un terremoto, ingombrando
Pagina 180
La sorte
l'impiega-serve, e non era sua colpa se glie ne capitavano anche di linguacciute. - Ogni legno ha il suo fumo! Però Rosa, la serva degl'impiegati che stavano
Pagina 184
La sorte
cavarne quel po' di crino e le molle ancora sane. - To', guardate chi s'affaccia: don Felice! - La vera testa dalle corna d'oro! Don Felice era piccolo
Pagina 198
La sorte
? Non gli volete dar la piccola? Allora dategli la grande. Il De Franchi, come era stato portato a mille e cinquecento ai Tabacchi, e non aveva nessuno
Pagina 205
La sorte
altro articolo sicuro... Alberto contava d'impiegare i suoi risparmii e lo lasciava fare, occupato come era al suo ufficio e ad andar dietro ad
Pagina 214
La sorte
potevano soffrire che il negozio di don Antonino facesse affari d'oro; tanto è vero che c'era un cartello nuovo, lungo una canna, con lo scritto: Sarto di
Pagina 220
La sorte
Tornata in città, la principessa trovava che la villeggiatura le era costata un po' cara. Allora rinnovava i propositi di mutar vita, di non giuocar
Pagina 23
La sorte
don Antonino. EIla aveva sempre un monte di biancheria fra le gambe, e la bottega era piena del tic-tic degli aghi che salivano e scendevano
Pagina 232
La sorte
se la prendeva più spesso con la figliuola, quasi per farle scontare tutti i vezzi e le carezze fattele prima. La ragazza, che era stata allevata
Pagina 238
La sorte
andò a bussare al numero 7. Nessuno rispose. Bussò più forte. Il silenzio nella camera era profondo. Col pugno, col piede, quella tornò a picchiare, a
Pagina 248
La sorte
Giacomo pensava alla rivincita; un gran dramma come Patria! di Sardou: Masuccio, ovvero Dio non paga il sabato, in cinque atti; la selva era già pronta
Pagina 27
La sorte
che sapeva donna Cecilia ricca, pretendeva che anche lei facesse la partita. - Andiamo, non esser tanta avara! Che cosa vuoi farne dei denari? Era
Pagina 34
La sorte
Ora, come i nodi si aggruppavano sempre più intorno al pettine, la casa Roccasciano era molto meno affollata di prima. La principessa andava peggio
Pagina 38
La sorte
e ne provava quasi rimorso. La zappa era una sua vecchia conoscenza, tanto che aveva il manico lucido e levigato, e le mani di lui s'erano ridotte
Pagina 45
La sorte
la via era lunga, - È stato il vino! - pensava. - Ai miei compagni non ha fatto male; quelli sono avvezzi a bere, a divertirsi.... È stato il vino
Pagina 55
La sorte
Anna Laferra, a quella parola che le avevano sputata in faccia, s'era sentito avvampare il sangue nelle vene, ed era stata colpa di Vincenzo Sutro se
Pagina 63
La sorte
mosto quando il contatore era stanco; spingeva la manovella del torchio, rispondeva alle chiamate del fattore, alle domande del bottaio, agli scherzi, ai
Pagina 71
La sorte
andava ripetendo donna Giovanna - Quella femmina ti porterà alla rovina, come ne ha portati tanti altri; è tua madre che te lo dice... Ma era lo stesso
Pagina 83
La sorte
!... - Ma per lei ora potete dire che vostro figlio è un uomo! Allora donna Giovanna si mise a ridere. Il suo Alfio s'era fatto proprio un uomo; pareva
Pagina 91
La sorte
?.. - e tentava di trattenerlo. Egli la respinse lontano, gridando: - Lasciatemi!.. Era arrivato, come un fulmine, dalla comare Angela. - Le dovete dire
Pagina 93
La sorte
non era meno grande che in piazza; le teste si erano riscaldate e la discussione minacciava di finir male. Il sindaco don Delfo, intabarrato malgrado
Pagina 95