La sorte
Edizione di 20 Esemplari fuori commercio.
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La principessa di Roccasciano, sprofondata nella grande poltrona di velluto rosso, con uno scialle avvolto sul petto scarno e una coperta sulle gambe
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non viene questa volta, non verrà più!.. Il Circolo degli Operai e il Casino dei Contadini erano sottosopra: ognuno dei due partiti contava di superar
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. Ella preparò l'abito di gala di Vanni e si mise ad annodare il nastro rosso e azzurro alla torcia di tre libbre da offrire a San Placido. Ad un tratto
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aveva messo delle macchie nerastre nel rosso cupo, nel giallo, nell'azzurro delle stoffe ricoperte da uno strato di cenere; i piccoli strappi
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Stupito della sua temerarietà, don Delfo fuggiva ancora dalla dolceria, provando già ogni specie di sintomi; e come vide lume in casa di Rocco Minna
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Salvatore Terlizzi aveva il salone verso Porta di Ferro, un po' fuori mano; ma la casa gli apparteneva e la clientela era già formata, perchè i
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Per una settimana Salvatore non si potè levar di testa il ricordo della serata della principessa. - Come erano magnifici quei grandi saloni, con quei
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A carnevale, ogni anno, le frequentatrici del palazzo Roccasciano assediavano di preghiere la principessa, perchè aprisse le sue sale a qualche ballo
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Gli sposi avevano preso un anno di tempo, affinchè Salvatore potesse sistemare le sue cose e metter su il nuovo salone. La Fanny ne aveva fatta una
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. Per questo, quando ad agosto, dopo che la signora andò in campagna, finalmente essi si maritarono, Salvatore era innamorato di sua moglie ancora più
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Quando lesse il bando dell'espropriazione, in fondo al salone, alla luce del gas dovuto accendere in quel tristo pomeriggio di novembre, Salvatore
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-Io direi di andare a bere. Nella bettola, in piedi, gridando e canticchiando, la comitiva si dissetava. Salvatore rifiutava il bicchiere, ma gli
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Ora le voglie di lei si facevano più imperiose; tutte le entrate del salone che passavano per le sue mani non le bastavano; e Salvatore, il quale le
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Salvatore aveva più debiti che capelli in testa e il padrone della bottega minacciava di vendergli i mobili: - Non si può più stare in città! - si
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bugigattolo ritinto in verde di fresco, e non gli dava retta. Quello preparava le pietanze mettendoci dentro ogni sorta di porcherie; lui faceva
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tutto il cortile, deliberò di metterlo in collegio, come aveva fatto la baronessa Scilò, dalla quale non aveva potuto essere ricevuta. - Dov'è il
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maestro Titta a Rosa, quando il promesso era già entrato in casa. - Gli possano tornare in veleno, e a voi pure! Già, se son quelli di don Angelo, una
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Intanto i suoi guai crescevano, egli ricorreva al prestito, cercava di rubare a sua moglie, metteva tutto quello che aveva al lotto, ma Vincenzina
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potevano soffrire che il negozio di don Antonino facesse affari d'oro; tanto è vero che c'era un cartello nuovo, lungo una canna, con lo scritto: Sarto di
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Tornata in città, la principessa trovava che la villeggiatura le era costata un po' cara. Allora rinnovava i propositi di mutar vita, di non giuocar
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Ora che aveva la macchina, la Nunziata non trovava più le difficoltà di prima a scendere nella sartoria, ci stava invece volentieri, e si occupava un
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Da quel giorno cominciò una vita d'inferno. Don Antonino aveva preso amore al vino, e s'ubbriacava mattina e sera, ragionando di ricchezze nelle
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altro? - Nient'altro. Giù per la scaletta angusta e ripida s'intese uno sbattere di ciabatte e donna Vincenza, la fantesca, comparve tenendo un
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Vedendo la sua casa ridotta a mal partito, la principessa aveva finalmente deliberato di rifarla da cima a fondo. - Mi occorrono dieci mila lire
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LA DISDETTA . . . . . . . pag. 1 RAGAZZINACCIO . . . . . . » 47 SAN PLACIDO . . . . . . . » 97 IL MATRIMONIO DI FIGARO . . » 127 NEL CORTILE
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Donna Cecilia aveva ora un grande quartiere nel palazzo Bellavia, con ogni sorta di comodità e una disposizione invidiabile; è vero che dalla parte
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Ora, come i nodi si aggruppavano sempre più intorno al pettine, la casa Roccasciano era molto meno affollata di prima. La principessa andava peggio
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Quando Alfio Balsamo ebbe in mano il suo foglio di congedo illimitato, mise un gran sospiro di sodisfazione e pensò a cercar lavoro. Da un pezzo, con
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pensando alla scena della sera. - Ma se Vincenzo Sutro se la pigliava a male e mi rompeva le costole?.. Infine, che cosa m'importa di quella cristiana e del
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Anna Laferra, a quella parola che le avevano sputata in faccia, s'era sentito avvampare il sangue nelle vene, ed era stata colpa di Vincenzo Sutro se
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: correva al pozzo con due enormi mezzine di latta, una per mano; attizzava il fuoco nella stalla, sotto il calderone dove ribolliva l'acqua; insaccava il
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la sera, e i fattori si lagnavano della sua scioperaggine. Invece di portar denaro alla mamma, ora gliene chiedeva, ogni momento. - Questo è l'aiuto
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cresciuto di statura, non aveva più quel parlare e quel muoversi da ragazzinaccio come gli dicevano e la voce gli era diventata più forte. Pure lei
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?.. - e tentava di trattenerlo. Egli la respinse lontano, gridando: - Lasciatemi!.. Era arrivato, come un fulmine, dalla comare Angela. - Le dovete dire
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non era meno grande che in piazza; le teste si erano riscaldate e la discussione minacciava di finir male. Il sindaco don Delfo, intabarrato malgrado
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