La sorte
sviste, di sotto le carte faceva dei segni d'intelligenza al marchese e al monaco, che rispondevano con lo stesso linguaggio. - Pazienza! - Che seccatore
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l'altro nelle onoranze al Santo, e Rocco Minna e Senio Spata, i due capi, si guardavano di traverso, incontrandosi. Rocco Minna non pensava più a
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s'intesero dei suoni che si avvicinavano, e la banda, strepitando nel silenzio mattutino, destò l'ubbriaco. - Uh, uh! - mugolava in fondo al letto
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aperto, correndo, inzuppato fino al midollo, con un coltello in mano, le fu addosso Rocco Minna. - Dunque è vero?.. È qui? Ma don Delfo, pallido
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vie più frequentate, i saloni parevano altrettanti negozii di mobili: da per tutto poltrone, divani, specchiere alte fino al soffitto, tappeti e
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cosa voi pensate? - - rispose Salvatore, ridendo un po' tra i denti. - Io? Guardate cos'è il mondo! Io pensavo al bene, e se vi dico che è una bella
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sospiro di sollievo, sempre meno gente attorno. Ora lei restava padrona di sè, sicura di non esser disturbata. E al rianimarsi del giuoco, tutti
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casa? Una peste! L'amico Agostino, che gli dava sempre buoni consigli, pel suo bene, aveva grandi idee relativamente al nuovo impianto. - Bisogna
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venirvi. - S'aiutano l'uno coll'altro! - diceva Saverio Conterino al calzolaio che stava a fianco - L'amico fa andare il salone e lo strappa-denti gli
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Quando lesse il bando dell'espropriazione, in fondo al salone, alla luce del gas dovuto accendere in quel tristo pomeriggio di novembre, Salvatore
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svincolò, con uno sforzo disperato, girando per aria il mandolino, e corse a casa. Bussò al portone, prima piano, poi forte, poi tempestando; ma non
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gli tremava. - Se crede - disse al principale - il salone lo piglierei io... Ma Salvatore non sapeva ancora decidersi. - Non c'è nessuna speranza? da
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al quarto piano - una gente tranquilla che badava ai casi proprii - pareva sempre come se fosse morsicata dalle vespe. Essa non faceva altro che
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figliuolo della baronessa? - chiese alla pettinatrice. - Ah! quello è al Convitto Nazionale, dove vanno i figli dei primi signori, e si paga salato! La
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piatti, in fondo al cortile, dove i garzoni sbattevano uova fradicie o pestavano la carne avanzata. Quando le avevano rubato il marito, lei non aveva
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Intanto i suoi guai crescevano, egli ricorreva al prestito, cercava di rubare a sua moglie, metteva tutto quello che aveva al lotto, ma Vincenzina
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Don Antonino stava accosto al palazzo del barone Lanzaria, per sorvegliare la sua proprietà - dicevano le male lingue - e vedere se Raffaele, il
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scaldare due fila di vermicelli: o crudi o disfatti, o insipidi o in salamoia!.. Il dottore veniva al suo solito a portar notizie. - Don Camillo
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don Antonino, briaco da non reggersi ritto, e al rumore ch'egli fece donna Mena rinvenne. - Ah figliuola, e dove sei!.. Ah figliuola, e che mai facesti
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Da quel giorno cominciò una vita d'inferno. Don Antonino aveva preso amore al vino, e s'ubbriacava mattina e sera, ragionando di ricchezze nelle
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. Vedendo la lettera sulla tavola, donna Vincenza disse: - Me n'ero dimenticata. La prese, salì al piano superiore facendo sbattere le sue ciabatte e
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- disse al suo amministratore. - Dove vuole ch'io le pigli? - rispose don Giacomo, con la testa alla farsa, che gli aveva fruttato appena una chiamata
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come dire al muro. Se qualche volta donna Cecilia, trovandosi di buon umore, arrischiava una lira, sia che vincesse o perdesse lasciava subito il suo
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Ora, come i nodi si aggruppavano sempre più intorno al pettine, la casa Roccasciano era molto meno affollata di prima. La principessa andava peggio
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farlo marciare al reggimento. Ma la legge diceva chiaro che il figlio unico va in terza categoria, ed Alfio Balsamo se la cavò con alcuni giorni di
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già al lavoro, e sul gran mare verde dei vigneti i cappelloni di paglia parevano zucche seminate qua e là. Il fattore che zappava anche lui, vedendo
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, e voglio andare a Vallebianca a posta, il giorno che Io attaccheranno come Cristo. Alfio Balsamo, che era venuto al paese, non aveva nessun timore
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: correva al pozzo con due enormi mezzine di latta, una per mano; attizzava il fuoco nella stalla, sotto il calderone dove ribolliva l'acqua; insaccava il
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Donna Giovanna non sapeva darsi pace. - È stata colpa mia! È tutta colpa mia! Il suo figliuolo non si riconosceva più: aveva perduto l'amore al
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- Viva San Placido! - Vogliamo la festa!.. Viva la festa!.. Viva San Placido, o diamo fuoco al Municipio!.. Napoleone, il procaccia che faceva anche
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