La sorte
. Ella preparò l'abito di gala di Vanni e si mise ad annodare il nastro rosso e azzurro alla torcia di tre libbre da offrire a San Placido. Ad un tratto
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nuovi devoti venivano ad offrire altre torcie. - Viva San Placido! Quando Senio Spata dava il segnale degli evviva, Rocco Minna non apriva bocca; se
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Terlizzi, di padre in figlio, avevano sempre fatto i barbieri. Per questa ragione Salvatore non pensava ad abbellire la sua bottega, e i bacili di rame
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lavoro d'ogni giorno, la conversazione delle pratiche e degli amici cominciavano ad annoiarlo. Gli pareva mill'anni di restar solo, senza far niente; gli
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ricominciavano a lagnarsi di perdere, a prendersela con la sorte o ad accusarsi l'uno con l'altro. Il marchese Sanfilippo l'aveva con padre Agatino
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restando col Conterino il quale aveva figliuoli e non poteva pensare ad agevolar lui. - Ma se non mi troverò bene nel nuovo salone? Conterino vorrà
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. Per questo, quando ad agosto, dopo che la signora andò in campagna, finalmente essi si maritarono, Salvatore era innamorato di sua moglie ancora più
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leggere una dispensa di romanzo. Nessuno nel vicinato conosceva il nuovo barbiere, che non aveva insegna, e fino ad ora tarda non venne anima viva
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il suolo d'un monte di calcinacci, di travi vecchie e di tegole rotte. Restava in piedi soltanto la gabbia, che i murifabri, sui ponti, lavoravano ad
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balcone, ora la mamma e ora le figliuole, lei si metteva a parlare ad alta voce, rifacendo il verso di quella gente, guardandosi addosso e stringendosi
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abiti chiassosi, e le braccia e il collo pieni di galanterie, di braccialetti a serpentelli, di collanine, di monili a campanelle che tintinnavano ad
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matrimonio che non c'è bisogno del sindaco! - diceva Rosa, vedendo tutte quelle sconvenienze. - A lui sì, perchè è barone?... - ripeteva ad ogni po' Alberto De
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che ne ricavava non bastava a saziare le voglie di Vincenzina, con la concorrenza del trattore. Allora s'indirizzava ad Alberto De Franchi, mostrando
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sartoria, al tavolone da stirare. - Se non vai via, ti piglio a calci - rispose ad alta voce don Antonino. Così Concetto se ne andò con la ricevuta in
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sete inestinguibile, e ad ogni ripresa del giuoco tracannava enormi bicchieri d'acqua ghiacciata, soffiando, sudando come un orciuolo, ripigliando le
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lente, l'inforcò e prese ad esaminare le carte. - «Mi uccido, non s'incolpi nessuno...» questo lo sappiamo. Qui c'è una lettera: « Regalbuto 19
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già l'ambo. E settanta, matrimonio. I numeri non venivano fuori, invece le citazioni dei creditori continuavano ad ammonticchiarsi sul tavolo di don
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Santo Vacirca e Antonio Manfuso coi berretti di soldato e il tubo di latta ad armacollo. - Ohè, ben tornati!.. Quand'è che siete venuti? - Ieri
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; ma non importa; mi piace di averle detto il fatto suo! Quando fu giunto alla Falconara, Alfio Balsamo non pensava più ad Anna Laferra. Gli uomini erano
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sarebbe meglio di pensare ad accomodarla con le buone? - Ditelo un'altra volta, e io vi perdo il rispetto che v'ho sempre portato! Donna Giovanna non si
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, afferrava il raffio e si disponeva ad arrampicarsi sulla tina. In quel momento arrivò il fattore, seguito curiomente da tre o quattro uomini, che si
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che dire al muro. Alfio Balsamo andava dietro ad Anna Laferra, come un cane; non voleva più lavoro se non nelle vicinanze del paese, per poter tornare
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Come donna Giovanna s'accorse che suo figlio ridiveniva lo stesso d'un tempo e pareva non pensasse più a quella cristiana, cominciava ad aprire il
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Donna Giovanna vedendoselo dinanzi così triste, temeva che pensasse ancora ad Anna Laferra, e non sapeva qual rimedio mettere in opera per
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