La pittura moderna in Italia ed in Francia
aiutato l’industria e l’ha chiamata a partecipare al governo della Francia. Ora, se nella successione di questi tre governi, noi troviamo una rapida
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Se dovessi scegliere un artista, cui dare il nome di pittore dell’aristocrazia e della Restaurazione, sceglierei Ingres. Egli è tenuto in Francia
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se il Delaroche non fosse stato un grande artista, sarebbe stato un grande scrittore, e in ciò sta tutta la definizione del suo ingegno, la sua critica
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comandava. Della storia si serviva finchè gli conveniva, e il fare Adamo colla zappa, Apollo col violino gli era permesso, se il violino aiutava l
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profonda conoscenza dell’arte aveva egli, e mai non s’era mostrato così veramente artista come in questo lavoro, che è il suo capo d’opera. Pure se un
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C’è egli da maravigliarsi se le grand art s’en va? Non è la pittura, come la poesia e la letteratura, un resultato delle condizioni sociali? Si grida
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necessario; perchè è un mezzo con cui solleva se stessa, e si tiene in sull’avviso, per non perdersi nei minuti particolari, e non smarrire l’unità della
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spesso si smarrisce, ammirando una ad una quelle figure, che sembrano occupate più di se stesse che dell’azione generale.
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di far parere così grandi e vere figure così piccole. Di ciò gli è stata fatta accusa, ed egli se ne sdegna, dicendo, a buon diritto, che i quadri non
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poco significato, per lo più costumi del secolo XVIII: uno che cena, uno che aspetta un’udienza, un prete che suona il flauto. — Ma se tu guardi, mi
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La ritirata di Napoleone I nel 1815, è forse il quadro in cui il Meissonnier, superando se stesso, si è innalzato alla vera grandezza storica. La
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maravigliosa disposizione alle arti del disegno, della quale facciamo uso ed abuso; ma per la più parte di noi esse sono un grande, uno splendido ornamento, se
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in una via tutta propria. Se riuscissero, potrebbero un giorno avere qualche nuovo Shakspeare dell’arte moderna; perchè con la mancanza di scuola non
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sguainare le spade; impazienti per non potersi gettare nella mischia a difendere i loro correligionari, sono pronti a vender cara la vita, se i carnefici
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collo studio dell’antica pittura tedesca, che qualche volta riproduce fino ad una imitazione che sarebbe servile, se non fosse l’opera d’un uomo di
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portata nella pittura storica o anche nella pittura ideale, si comprenderà meglio la ragione e l’importanza degli sforzi presenti dai risultati che se
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riconoscere, che un Giurì formato in maggioranza di artisti francesi, la più parte dei quali esponenti, che decretavano a se stessi dei premi, era messo
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nè premi nè elogi, nè critiche, questa volta, bene o male, fece molto parlare di sè. Ed a Parigi questo è già un gran successo, che a molti non è
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industriale, si dovette, nella Esposizione universale del 1851, persuadere che essa non poteva più tenere il suo posto, se non apriva le scuole di disegno in
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sul pensiero lombardo, e se ne videro i segni anche nella pittura. Hayez ed Induno ne sono una prova.
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cui anche la letteratura cercava una via che l’allontanasse dalle convenzioni classiche, e da ima realtà che opprimeva e sgomentava. Ma, se in questo
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Blair si corse con uguale intemperanza all’Estetica di Hegel. Se una letteratura nuova incominciava, doveva pur cominciare un’arte nuova. Ma le
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, riconoscere il suo valore. La natura lo aveva fatto pittore, ed egli aveva trovato da sè la propria strada. L’essere in una via così modesta non gli
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è ancora in uno stato di formazione; ma ancora come un paese chiuso in se stesso, senza partecipare gran fatto alla vita e al moto intellettuale dell
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, in modo che l’artista nell’una e nell’altra maniera si dimostra sempre uguale a se stesso. Ma verrebbe fatto di chiedergli: — quale è la vostra via
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e superba di se stessa, si trovava continuamente imitata nei saloni delle altre nazioni. Tutto ciò era come un giudizio visibile e parlante in favore
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gatta cieca, e simili statue francesi, senza con ciò voler mettere in dubbio il loro grandissimo pregio, o, se così piace ai Francesi, la loro
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mio avviso quando dico che se, irritati dalle ingiuste e puerili accuse, non volessimo tener conto delle critiche meritate, cadremmo nel loro medesimo
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, chi lo considera un po’ da vicino, s’avvede che in esso v’è più lavoro, più studio e più ingegno che non se ne trova in molti quadri francesi, pei
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Non v’è dubbio alcuno, io credo, che fra tutti i pittori italiani egli dimostri una maggiore originalità. Se il pittore deve trovare il suo proprio
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per parlarne con qualche autorità. Mi sarei quindi taciuto, se non si trattasse di spingere altri a pensarci ed a parlarne.
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pastoie, e fondare una nuova scuola, si richiedono alle volte più generazioni. Se non che, tutta la società s’avviava allora ad un radicale mutamento: le
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2.° Se è vero che il più urgente bisogno dell’arte nostra è quello di formare una scuola nazionale, che non distrugga le varietà locali, le quali
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’andazzo dei tempi; ma un efficace rimedio sarebbe l’istituzione d’una grande scuola di architettura, e d’un tirocinio regolare, se non imposto almeno
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Se dunque si fondano le scuole di disegno elementare, diminuendo le Accademie; se si stabiliscono, in tempi determinati, esposizioni nazionali con
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Francia più tardi, sciolse ogni freno alla fantasia che s’abbandonò in balia di se stessa, come un giovane corsiero che ha spezzato la fune che lo legava
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di gran lunga se ne allontanavano. Ne risultò quindi uno strano contrasto, che si tradusse in ima serie di convenzioni artificiose ed arbitrarie
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zattera il cadavere d’un altro, senza che alcuno se n’avveda. E più oltre tutti si agitano, tentano raccogliere le forze smarrite, si stringono
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