La pittura moderna in Italia ed in Francia
a guardare i suoi quadri, crede di leggere ancora un libro della medesima scuola sulla storia di Francia o d’Inghilterra. Fu più volte ripetuto, che
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manichino o dal modello; l’armadio, il letto, la lumiera, tutto era del tempo. Ma, più d’ogni altro pregio, colpiva un certo sacro e tragico terrore, che era
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, ec., del Kaulbach. Ma allora, o si cade facilmente nell’allegoria, nell’astrazione, e la pittura è priva d’uno de’ suoi principali elementi: la
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’accusa gli si volesse fare, si potrebbe dire che, mentre nella Scuola d’Atene o nella Disputa, alle quali certo il Delaroche pensava, domina il concetto
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allontanare dalla società e maledirla, doveva fantasticare, e cercare nel passato o nella propria fantasia un mondo nuovo. La scuola, che chiamavano
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voluta o cercata, come elemento di poesia, divenne allora ridicola, ed Heine, malato e sofferente come il Leopardi, uccide col suo riso tremendo tutti
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essere anche uomini veri e reali, per non essere stati creati in un momento di febbre o di pedanteria, ma in un’ora d’ispirazione?
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In Francia seguiva però qualche cosa di ben diverso da ciò che seguiva in Italia o in Germania. Il 48 aveva minacciato coll’ombra paurosa del
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in cui l’aveva cominciata. I suoi quadri differiscono tutti gli uni dagli altri, e il giorno in cui avesse cominciato a ripetersi o imitarsi, egli non
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pensieri, i nuovi affetti, nelle forme ed espressioni nuove o non osservate. Giotto cominciò coll’essere realista, per apparecchiare e fondare la nuova
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vita, nel cercarne le nuove manifestazioni. Ma se questa attitudine si perde, se una corruzione o decadenza sociale si manifesta; allora nel reale non si
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, piuttosto che la vita, non sembra molto inclinato a cercare e descrivere la storia del cuore umano; e come potrebbe, con uomini condannati a vivere o
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morte di Cesare, o i suoi gladiatori di grandezza al naturale, avrebbe visto crescere i suoi difetti. La mancanza d’individualità nei personaggi sarebbe
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tua? — E il Meissonnier non intese a sordo. Vero o no che sia il fatto, egli cominciò a farsi conoscere con alcuni quadri che trattavano soggetti di
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venivano a divertirsi, o di artisti che venivano a conoscere i loro emuli, e i progressi dell’arte che professavano. Letterati, giornalisti, storici
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’isola come l’Inghilterra: non si lega ad alcuna tradizione nazionale o straniera. Questi artisti sembrano esser venuti la prima volta in presenza
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Io potrei confermare queste osservazioni con molti esempi.— La partenza per la Crimea, di O’Neil, non vi presenta soldati che sfilano con la banda in
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saloni. Non sono, però, grisettes o donne del demi-monde, che tanta parte hanno nella pittura e letteratura francese; ma son dame. Una è al piano, un
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ingegno veniva come frenato da regole e leggi imposte dalla riflessione. Comunque sia di ciò, tutta questa grande scuola, o piuttosto queste scuole non
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giustificabile. Il parlare dell’Italia, non solo con disprezzo, ma fermandosi sopra artisti di secondo o terzo ordine, per dimenticare i nostri migliori
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dovette agli artisti stessi. V’era stata nella Commissione reale l’accortezza di capire che il mettere a posto un quadro o una statua è una faccenda
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dall’altro. V’è egli una materia di pubblico insegnamento, o di nazionale cultura che meriti maggiore attenzione?
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sezione italiana, richiamassero l’attenzione generale, erano appunto vetri e mosaici di Venezia, intagli in legno di Firenze o Milano, intarsi di
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maggiore o minore eleganza e correzione della sua lingua; ma non si può negare che gli abbia visto la vera via, si sia messo in quella e sia stato
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: cominciano coll’essere scalpellini, intagliatori in legno o in pietra, alabastrini, e poi per forza del proprio genio divengono artisti. Che diverrà mai
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La bellezza del clima, i paesaggi stupendi che circondano Napoli, e i molti forestieri che ne chiedono sempre qualche ricordo disegnato o dipinto
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si lasciava dominare da uno, chi da un altro principio; chi era innamorato dei Francesi, chi dei Veneziani, chi di Raffaello o di Masaccio. Ma quello
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dimorato qualche tempo a Milano. Si potrebbe dire che, a prima vista, fa come l’effetto d’uno studio o episodio d’un quadro, piuttosto che d’un lavoro
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corrotta che chiamavasi il barocco, e che, senza mancare di ardimento o di fantasia, era caduta in una così strana convenzione da obbligare l’artista a
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Dando una rapida corsa alle sale della pittura, si riceveva chiaramente una prima impressione — La palma è dei Francesi. — E a chi lo voleva o non lo
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imitare la paglia d’una sedia, il tessuto di una stoffa, la pelle aggrinzita d’un vecchio, o i capelli voluttuosi d’una donna, vada a vedere la
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Napoleone del Vela, benchè vivo e reale, è sollevato nelle regioni serene della storia: è circondato dall’aureola della morte o piuttosto della immortalità
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quadro, dipinta com’è con quella poca fusione di tinte, che si trova spesso nel trecento o nella prima metà del secolo seguente. Il Cerretieri, invece
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cercava superare le medesime difficoltà. In tal modo l’uno e l’altro restavano confusi, invece di essere incoraggiati o consigliati da quella stampa che
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, non si contenta d’una misura secondo le regole; vuole ancora che una mano o un braccio, oltre al non essere troppo lunghi o corti, abbiano carattere
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colore, concetto, espressione, disegno. Non deve solo distruggere degli avversari, o fare dei proseliti; ma deve anche, ponendosi per la via maestra
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XIX. E chi vorrà negare che una statua greca, accanto ad una statua del Bernini o ad una figura di Luca Giordano, rappresenti il vero, la natura, l
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parecchi milioni, sorgono senza che lo scultore o il pittore sieno mai chiamati a dare un compimento di cui si crede che non abbiano più bisogno. Si dice che
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nazionale di questa pittura, in mezzo alla varietà infinita delle sue scuole o maniere; vedere qual legge regola questo continuo alternarsi di forme
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