La pittura moderna in Italia ed in Francia
romanzi storici di Walter Scott commovevano l’Europa e la poesia anch’essa diveniva storica; egli vide che la pittura era per forza trascinata a
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manichino o dal modello; l’armadio, il letto, la lumiera, tutto era del tempo. Ma, più d’ogni altro pregio, colpiva un certo sacro e tragico terrore, che era
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Il Delaroche evitò tutti questi pericoli, nel solo modo che gli era possibile. Prese i fatti della storia quali erano, e li ritrasse, aiutandosi, con
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, storico o no che fosse il soggetto, l’artista era libero da ogni scrupolo di verità storica, e il suo proprio regno era l’ideale in cui la sua fantasia
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profonda conoscenza dell’arte aveva egli, e mai non s’era mostrato così veramente artista come in questo lavoro, che è il suo capo d’opera. Pure se un
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socialismo. L’ordine fu rimesso a colpi di carabina; ma la quistione sociale rimase, e il secondo Impero non potè negarla, perchè esso era conseguenza
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, appunto perchè fu dipinta una prima. Lo stesso Raffaello non poteva ripeterla; il suo spirito dopo averla finita, era in condizioni ben diverse da quelle
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vede che il materiale, e l’arte impallidisce. V’era egli nella Esposizione un quadro più realista del Ciarlatano di Knauss? Eppure non sembrava
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modo affatto diverso dal resto: era una maniera originale e nuova. — Perchè non lasci questi grandi quadri, perchè non segui questa via che sembra la
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Chi entrava nella Esposizione, vedeva subito che la folla maggiore si raccoglieva nelle sale dei quadri. Nè era solamente una folla di curiosi che
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qualche nome e qualche quadro, per accennare alcuni dei caratteri principali della pittura inglese. Non era mio scopo fare di più.
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sorse la scuola dell’arte moderna in Germania, e si potè volgere alla ricerca di quell’ideale, a cui tutto lo spirito nazionale s’era rivolto, come ad
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La Prussia non era restata fuori di questo grande movimento artistico. Schinkel aveva fondato a Berlino una scuola d’architettura. Rauch aveva
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riconoscere, che un Giurì formato in maggioranza di artisti francesi, la più parte dei quali esponenti, che decretavano a se stessi dei premi, era messo
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dovette agli artisti stessi. V’era stata nella Commissione reale l’accortezza di capire che il mettere a posto un quadro o una statua è una faccenda
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mirabile effetto. Siccome poi ci mancava assolutamente lo spazio per le statue, nè s’era pensato a costruire per le arti un apposito edifizio, come
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era in quelle opere immortali.
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destinata anch’essa ad esprimere pensieri ed affetti veri e sentiti. Abbandona i soggetti greci e romani, per volgersi al medio-evo, che era il mondo in
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corrotta che altrove, ripigliava vigore dalla lingua popolare col Giusti, e l’arte, come era meno decaduta nel convezionale, cosi reagiva con minore
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, che fu, invece immaturamente rapito all’arte. Egli era un intagliatore di marmi, ed è scomparso non appena cominciava a manifestare il suo ingegno
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. Tutto questo era un moto assai lento, che non bastava ad apparecchiare gli elementi d’un’arte nuova; ma l’ora giungeva, ed ogni cosa doveva contribuire al
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singolare. La testa d’una mucca o d’un asino aveva tale espressione, era dipinta con tanta evidenza, che ancbe gli artisti accademici dovettero, sorpresi
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. Che figura hanno fatto accanto agli stranieri? Bisogna parlar chiaro. La prima impressione che faceva il salone italiano, era questa: vi sono dei bravi
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. Pagliano, sebbene nato in Piemonte, era colui che meglio di tutti rappresentava la scuola milanese. Aveva esposto due quadri, l’uno di figure terzine, l
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giudizio era confermato da varie ragioni. I Francesi, stando a casa loro ed avendo disposto ogni cosa a proprio vantaggio, avevano, invero, potuto
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corrotta che chiamavasi il barocco, e che, senza mancare di ardimento o di fantasia, era caduta in una così strana convenzione da obbligare l’artista a
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, quale era da aspettarsi in un artista del suo valore. Un giovane artista, il Faruffini, assai meno conosciuto del Gamba, col suo quadro rappresentante
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Fra i quadri di genere ve n’era uno del Bianchi, che si faceva molto notare. Un prete che insegna a suonare il violino ai piccoli chierici, che gli
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La pittura toscana era rappresentata dal quadro di Ussi, lì abdicazione del Duca d’Atene, soggetto anche questo di storia municipale, ma di molta
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In un suo quadro più recente, che non era a Parigi, l’Ussi rappresentò Dante ingenuamente canzonato da alcune donne, secondo che il Poeta stesso
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sua opera uno spirito che parli. Era questa una bandiera rivoluzionaria, se si vuole; ma d’una rivoluzione resa necessaria dal dispotismo e dalle
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colore era appunto l’elemento dell’arte, che più mancava, che meno era inteso dai freddi imitatori delle statue; ed esso aprì la via per cui la pittura
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