LEGGENDE NAPOLETANE
Voi errate lontano di qua, anima settentrionale e vagabonda, e le brume in cui si affissa il vostro malinconico occhio, vi mettono intorno
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, grigia o nera, non altro che pietra. Tutto vi è gelido, tranquillo, serenamente sepolcrale. Altrove è vita la voce del prete che prega, la tenue
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scarso al confronto dell'amore per una bella sempre presente e crudele. La sapete voi la seconda storiella? Vi fu una volta un giovanetto leggiadro e
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Oggi, domenica, festa degli Ulivi. Cristo entra in Gerusalemme portando in mano il ramoscello della pace. Oggi, buon lettore, si fa la pace. Vi è chi
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vincono la vita, ma vi si compenetrano e vi si fondono; dove l'uomo non uccide una parte di sé per la esaltazione dell'altra, ma dove tutto è
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gigantesco gruppo di fiori che la natura vi facesse sorgere, come un altare elevato a Flora, la olezzante dea. Nelle notti estive dall'isola
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caso bellissimo che non vi sarà discaro ascoltare, trattandosi di piacevole argomento. Simil novella non troverete né in istorici, né in eleganti
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passioni, i nostri odi di taciturni, i nostri volti pallidi, le nostre anime sconvolte, io vi parlerò di altre passioni diversamente folli, di altri
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ha il coraggio. Avrebbe potuto uccidere Tecla, ma non vi pensava. Non si uccide una donna virtuosa: Tecla era virtuosa, di una virtù alta e fiera. Ma
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storielle e sono indulgenti col narratore… V'era dunque una volta, nella nostra carissima Napoli, un uomo molto strano. Io non vi dico l'epoca precisa in
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vi è dubbio sul destino di quell'anima, strappata dalla terra e mandata innanzi all'Eterno carica di peccati, e perché a gentiluomo non conviensi
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eroico sorriso le sfiorò le labbra. Ella si adorava; idolatrava la propria bellezza e vi abbruciava ogni giorno un copioso incenso che si univa a quello di
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non vi ama, Donn'Anna. Vinceva la bollente spagnuola e Donna Anna si consumava dalla rabbia. Ma egualmente l'odio glaciale della duchessa contro cui
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Resina. Ma i napoletani non temono: il Vesuvio è loro vecchio amico, vuole scherzare, è un brontolone, ma presto tacerà. Poi vi è San Gennaro, che con
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sepolcro di massi. Poi ognuno riprese la sua via, i gruppi rientrarono nelle scansie e vi rimasero immobili. Fu questa la vendetta della fredda e candida