LEGGENDE NAPOLETANE
un re; egli amava conversare coi letterati cui donava vasi d'oro, animali preziosi, case e giardini per provar loro la generosità di un privato
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usura e tosava le monete d'oro; al secondo una giovane bella, di quelle che sono la tentazione e la dannazione dell'uomo; al terzo un marito ed una
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numero e davano tanto fastidio, da farne fuggire i tranquilli e felici abitatori. Virgilio, per rimediare a così grave sconcio, fece fare una mosca d'oro
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lunghi lavori delle sue donne sul broccato d'oro, alle trine di lucido filo d'argento, agli arazzi istoriati, andando da un telaio all'altro
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d'oro, dalle bacchette di ebano: giungevano continuamente le bellissime signore, dagli strascichi di broccato, dai grandi collari di merletto, donde
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ornamenti di oro, non candelabri, non lampade votive, non fiori: invece fregi, ornamenti, mosaici, iscrizioni, palme, volute, capitelli in pietra bianca
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caldo e vivo che diventa cereo sotto i baci; nei grandi e voluttuosi occhi di leonessa si accendevano strane scintille d'oro; le labbra arcuate erano
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lampada, se la giovane madre, o la gentile sorellina, o la nonna dagli occhiali d'oro, o la zia che lavora di calza, non racconta loro una storia, una
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rosso, si culla mollemente come una creola indolente, porta il nome a lettere d'oro, il nome dolce di qualche creatura celestiale e bionda: Flavia