LEGGENDE NAPOLETANE
. Ogni tanto par di vedere un lumicino passare lentamente nelle sale e fantastiche ombre disegnarsi nel vano delle finestre: ma non fanno paura. Forse sono
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, nelle innumerevoli foglie lucide e brune; ai piedi degli alberi cresce l'erba morbida e minuta, dalle foglioline piccine. Nelle siepi fiorisce
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alla passione del loro cuore; essi si sono perduti per le oscure caverne che rendevano paurosa la spiaggia Platamonia; essi hanno errato nelle vallate
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lontano, sempre presente, che vivi nelle regioni sconosciute, che sei in me: chimera, persona, nebulosa, nome, idea odiosa ed adorabile da cui parte ed a
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commercio che l'arricchisca, l'acqua che la lavi, il sole che penetri nelle larghe vie, ma non la sottrarremo alla morte. Sarà ninfa ridente, azzurra
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quell'ambiente monotono e triste in cui si acqueta ogni agitazione. Ma nelle tranquille divagazioni dove il vostro spirito amareggiato si disacerba, nella
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gigantesco gruppo di fiori che la natura vi facesse sorgere, come un altare elevato a Flora, la olezzante dea. Nelle notti estive dall'isola
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sulla sponda del mare dove s'incurva il colle di Posillipo, ma errava ogni giorno nelle campagne che menano a Baia ed a Cuma; egli errava per le colline
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nell'impeto della disperazione, a volte si allentava e s'illanguidiva nelle divagazioni di una mestizia insanabile. Messer Diomede Carafa sapeva amare: la sua
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In questo pomeriggio lungo di luglio un grande silenzio regna intorno; nelle vie abbruciate dal sole non passa alcuno; ed i cittadini dormono nel
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moderno - con la morte del munaciello Anzitutto è ricominciato. La borghesia che vive nelle strade strette e buie e malinconicamente larghe senza
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forma eletta, pura, squisita. Quel corpo morto era poc'anzi vivo, si contorceva nelle angosce di un'agonia spaventosa, giovane e robusto si ribellava
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potettero sapere e Cicho, la sua origine, la sua famiglia, la sua vita rimasero nelle tenebre dello sconosciuto. Ma in seguito, spiando, osservando
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nelle cantine profonde, dalle soffitte altissime, dai giardini, dalle terrazze: il suo grido metteva allegria. Il povero ammalato che, confitto nel
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, discende, si attarda nelle umide ed oscure navate delle chiese, mormora nei tristi giardini dei conventi, si disperde, si ritrova, si rinnovella