LEGGENDE NAPOLETANE
sconfisse il gruppo dei nemici. Tombe dappertutto. Pompose iscrizioni latine in cui il sentimento ed il carattere s'affogano nella monotona convenzionalità
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, racconsolato nella fede del Cristo Signore. Donna Regina aveva allora diciannove anni, Donnalbina diciassette, Donna Romita quindici. La maggiore, dal superbo
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c'incatenano nella indolente ammirazione di questa bella ed oziosa città, molte cose la cronaca attribuisce alla magia di Virgilio. La cronaca è ingenua
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collerico ed il pauroso, e borbottando fra i denti non so se una preghiera o una maledizione. In verità, nella casuccia abitava gente malfamata; al
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raccapriccio e per l'orrore. Oggi la città è bella perché così Iddio la volle, mentre poco la vogliono così gli uomini. Ma quando nella morbida e
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bella che fa vivere l'uomo nella gioia o nel dolore della realtà. Lassù si sogna nella vita; qui si vive in un sogno che è vita. Lassù i solitarî e tristi
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di colori, né capolavoro d'arte, né donna bellissima valevano a trargli un sorriso sulle labbra. Nella città una fanciulla sottile e pensosa si
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storielle e sono indulgenti col narratore… V'era dunque una volta, nella nostra carissima Napoli, un uomo molto strano. Io non vi dico l'epoca precisa in
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borghesi afferrarono Stefano alle spalle, e togliendogli ogni difesa, dalla ferriata lo precipitarono nella via, mentre Catarinella gridando e torcendosi le
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campagna di siero? È in questi giorni che la fantasia del mondo, esaltata nella sua febbre, senza trovare più pascolo, senza avere più refrigerio, si
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accompagnate dai mariti, dai fratelli e qualcuna, più ardita, solamente dall'amante. Nella grande sala, sulla soglia, nel suo ricchissimo abito rosso, tessuto a
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Assisa innanzi allo specchio, ella lasciava che la sua acconciatrice passasse il pettine nella ricchezza dei capelli biondo-fulvi, di un colore
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Megaride e non osava tumultuare; il sole la carezzava senza violenza e le aure leggiere ne facevano ondeggiare i fiori; nella placida luce lunare
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quell'ambiente monotono e triste in cui si acqueta ogni agitazione. Ma nelle tranquille divagazioni dove il vostro spirito amareggiato si disacerba, nella
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cosa abbrucia e fuma ed il cielo è cupo nella sua serenità. Tutto è luce vivida, tutto è intensità di colore, ogni cosa si condensa; pare che si