LEGGENDE NAPOLETANE
scopo ha l'amore di Parthenope. Ecco: dalla Grecia giunsero, per amor di lei, il padre e le sorelle e amici e parenti che vennero a ritrovarla; ecco
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alle donne, dando la mano da baciare ai cavalieri grandi di Spagna di prima classe come lei, stava Donna Anna di Medina Cœli. L'occhio grigio dal
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a lei, i gagliardi garzoni la cui parola superava d'audacia lo sguardo, gli uomini maturi e gravi che sorridevano ancora all'amore, i vecchioni che
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tradizioni, dei diritti, dei privilegi. Era lei il capo della famiglia, l'erede, il conservatore del nobil sangue, dell'onore, della gloria; era nel suo
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diversamente i Fati e rimasto a mezz'acqua il bel giovanetto, vollero lui mutato in poggio che si bagna nel mare e lei in uno scoglio che gli è dirimpetto: lui
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finestra, Tecla? È un'ora che guardi nel buio, quasi vi scorgessi qualche cosa. - Guardo il mare, Bruno, rispondeva lei con la infinita mestizia di chi
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questa solamente la fortuna di Jovannella, poiché ogni conte ed ogni dignitario volle avere la ricetta e mandò il proprio cuoco ad imparare da lei
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bei villaggi bagnati dal mare, sui cui fianchi verdi cresce la vigna del vino generoso; vedi quella montagna striata da lugubri fasce nere? È lei che
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cavalieri napoletani e lui, morendo di gelosia, amava Isabella per la gelosia che aveva di lei. Egli gettava pazzamente i suoi averi, obliava le
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con occhio di predilezione la città di Napoli. Per lei ha avuto tutte le carezze di un padre, di un innamorato, le ha prodigato i doni più ricchi, più