LEGGENDE NAPOLETANE
In questo pomeriggio lungo di luglio un grande silenzio regna intorno; nelle vie abbruciate dal sole non passa alcuno; ed i cittadini dormono nel
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Nell'anno 1220 della salutifera Incarnazione regnando in Palermo ed in Napoli il grande e buon re Federico secondo di Svevia, accadde in Napoli un
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loro il nodo coniugale, grande guerra ferveva in casa Mariconda contro Stefano - e la Catarinella, in casa sua, era con ogni sorta di tormenti dal
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candide quanto il viso; si guardò le braccia sode e rasate come un frutto maturo in cui si possa mordere. Si trovava seducente, bellissima; ed un
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Oggi, domenica, festa degli Ulivi. Cristo entra in Gerusalemme portando in mano il ramoscello della pace. Oggi, buon lettore, si fa la pace. Vi è chi
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campagna di siero? È in questi giorni che la fantasia del mondo, esaltata nella sua febbre, senza trovare più pascolo, senza avere più refrigerio, si
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. Era in quell'anima un'austerità precoce, un sentimento assoluto del dovere, un'alta idea del suo còmpito, una venerazione cieca del nome, delle
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ornamenti di oro, non candelabri, non lampade votive, non fiori: invece fregi, ornamenti, mosaici, iscrizioni, palme, volute, capitelli in pietra bianca
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storielle e sono indulgenti col narratore… V'era dunque una volta, nella nostra carissima Napoli, un uomo molto strano. Io non vi dico l'epoca precisa in
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lama d'argento, con un lieve sorriso sulla bocca, il cui grosso labbro inferiore s'avanzava quasi in atto di spregio, inchinando appena il fiero capo
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, perfide allettatrici del viandante; il folletto kelpis non salta in groppa al cavaliere smarrito. Lassù una natura quasi ideale, nebulosa, malinconica
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all'isola, per le onde del mare, come la bella stagione coronava di rose e di fiori d'arancio il colle, così l'isola fioriva tutta in mezzo al mare come un
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gigantesche e fra i serpenti azzurri dagli occhi ammaliatori. Egli amava lontano in un punto indefinito, in un paese sconosciuto, con un amore sconfinato ed
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indolente natura dell'uomo sarà entrata quella vivacità attiva ed operosa che non si perde in vuoto cicaleccio, in vaghe aspirazioni ed in sogni grandiosi
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Voi errate lontano di qua, anima settentrionale e vagabonda, e le brume in cui si affissa il vostro malinconico occhio, vi mettono intorno