LEGGENDE NAPOLETANE
scuro, che ha preso una tinta malaticcia ed umida pel tempo che è trascorso, pel sole che manca, per la scialba luce che piove dalle vetrate. Non
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vi narrerò non la storia, ma la leggenda del mio poetico golfo. Ognuno sa che Iddio, generoso, misericordioso e magnifico Signore, ha guardato sempre
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ha litigato con l'amico e chi con l'innamorata: vi è chi ha litigato con la persona indifferente, chi con quella che odia, chi con quella che ama di
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hanno sorriso senza mestizia, pur anelando alla novella primavera. La pianta secolare ha prestata la sua ombra benevola a tanta gioventù; la contorta e
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non ha, non può avere, non avrà mai il dono celeste della fantasia, ha il suo folletto. Non è lo gnomo che danza sull'erba molle dei prati, non è lo
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nota stridula dell'ironia, tutte le variazioni che ha l'amore. La dama, placida, tranquilla, sorridente, agitando il leggiero ventaglio di piume
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balzando sul seggiolone. - D'amore. - E che? Debbo io udire da voi queste parole? Chi vi parlò prima d'amore? Chi vi ha insegnato la triste scienza? Di chi
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, la grande sorella nel cui animo di giovinetta si forma la madre, la nonnina che ricorda il suo giocondo passato, la zia che non ha avuto passato
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secchione! - Vuol trovar l'oro, forse. - O quella pietra per cui s'ha virtù, saggezza e lunga vita. - Che!! Chiama il diavolo per diventare Gran Turco
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ha il coraggio. Avrebbe potuto uccidere Tecla, ma non vi pensava. Non si uccide una donna virtuosa: Tecla era virtuosa, di una virtù alta e fiera. Ma
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di Venere - dice, col suo olimpico orgoglio, Servilia. Il che è udito dalle attente ninfe oceanine e Venere sa che Servilia l'ha offesa e Poseidone
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noi sul mare, per le colline, sulle rocce, nelle chiesette tetre ed umide, nei cimiteri fioriti, nelle fresche sale dove il medioevo ha vissuto. Fu
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, l'acciecamento di colui che, ardito e folle, ha voluto fissare il sole. Era un pescatore abile e fortunato, colui di cui vi narro, e l'intiero suo