LEGGENDE NAPOLETANE
nome, era anche una superba bellezza: bruni e lunghi i capelli nella reticella di fil d'argento, stretta e chiusa la fronte, gravemente pensosi i grandi
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fronte o espansione di labbra; era espressione, luce interna, quasi una lampada soave s'accendesse dietro un velo. Non parlava la fanciulla, ma ogni
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le pieghe del lenzuolo la testa ha un carattere stupendo: la fronte liscia ha un vasto pensiero; piangono gli occhi, è vero, pel cruccio fisico, ma le
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vita, il chiodo irrugginito, ficcato nel cervello, il tronco di spada spezzato ed incastrato nel cuore. La ruga della sua fronte, la crudeltà del suo
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fronte bassa e limitata di dea, i grandi occhi neri, la bocca voluttuosa, la vivida candidezza della carnagione, lo stupendo accordo della grazia e
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anni di travaglio, si poté dire di aver raggiunto la sua meta, gridando anche lui la parola del greco Archimede, di fronte a tanta scoperta. Poi, come