LEGGENDE NAPOLETANE
cresciuto all'umido e che la mamma aveva sempre avuto cura ad annaffiarlo, perché crescesse, quasi che egli fosse un alberetto e non un uomo. L'uomo
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marmo il solitario e cupo dolore di questo Cristo. Lo scultore ha saputo, ha sentito. Ha saputo, ha sentito che cosa fosse il tormento sottile che
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sovrumano, n'avea timore grandissimo. Senza dubbio i misteriosi andamenti di Cicho davan fede di verità a quanto di lui si dicea. Chi fosse non si sapea
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il mostro e con le sue formule magiche l'ebbe subito domato e morto. Anzi è da notarsi che, sebbene la città fosse eretta sopra un'altra città, nera
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fosse trattato con , durezza, che niuno fosse dimenticato, ritta in piedi sul primo scalino della porta, vivente immagine della misericordia terrestre
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nulla fosse. Nel cielo sereno brilleranno le stelle; nell'aria calma s'eleverà la sottile penna di fumo. Poi, sul cratere, comparirà une punto rosso
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acceso e voluttuoso. Si guardava attentamente nello specchio: sul volto di una candidezza abbagliante, che parea fosse fulgido, non compariva traccia di
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sarebbe sorta tra loro e sangue fraterno sarebbe stato sparso, se una notte la loro bella non fosse sparita per sempre. Ma essi, pazienti ed
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liquido, il suo sguardo dominava, vinceva, metteva nell'anima uno, sgomento pieno di tenerezza; ma se tutto questo non fosse stato, per Tecla egli era