LEGGENDE NAPOLETANE
all'isola, per le onde del mare, come la bella stagione coronava di rose e di fiori d'arancio il colle, così l'isola fioriva tutta in mezzo al mare come un
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spande il lusso irragionevole, immenso, sfolgorante di una natura meravigliosa. Nascono i fiori, olezzano, muoiono perché altri più belli sfoglino i
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amore che fuggiva dinanzi a lui. Ella girava, girava pel bosco, arrestandosi soltanto un minuto, chinandosi a carezzare i fiori, ma non cogliendoli
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bagni; in un temporale di inverno allagò la Villa del Popolo, giardino infelice, dove crescono male fiori pallidi e alberetti rachitici. Qualche cosa di
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opprimente della nebbia invernale, quando il cielo è stupidamente anemico, il sole è una lanterna semispenta e fumicante, i fiori impallidiscono ed
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spirava nella città nel mese di aprile e col suo caldo soffio abbruciava le piante, i fiori, di mutare direzione: e la flora primaverile crebbe più
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bagnavano nell'acqua, vagamente illuminate da lampioncini colorati, coronate di fiori alla poppa; i barcaiuoli si pavoneggiavano nelle ricche livree
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l'aristocratico che sente: allora solamente la città sarà stupenda. Ora ella s'adorna di fiori, ma è povera; ora ella sorride, ma appena appena il lacero
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, colorita dal sole, nell'azzurro sconfinato, nell'infiammato meriggio dove tutto arde e si consuma in una grande voluttà, quando i fiori nascono presto
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ornamenti di oro, non candelabri, non lampade votive, non fiori: invece fregi, ornamenti, mosaici, iscrizioni, palme, volute, capitelli in pietra bianca
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. È la Pasqua di Risurrezione. La pace dal cielo scende sulla terra, nei fiori e nella luce primitiva. Il mondo rivive, rinasce la sua gioventù, un