LEGGENDE NAPOLETANE
Nell'anno 1220 della salutifera Incarnazione regnando in Palermo ed in Napoli il grande e buon re Federico secondo di Svevia, accadde in Napoli un
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opprimente della nebbia invernale, quando il cielo è stupidamente anemico, il sole è una lanterna semispenta e fumicante, i fiori impallidiscono ed
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ingrati verso colui che esclama: Illo Virgilium me tempore dulcis alebat Parthenope ... .. ppure molte cose che allettano ed incantano noi moderni e
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Tu, buona e baldanzosa fanciulla, giunta al termine delle mie fantastiche storie, sorridi. Ed io, poveretto autore, condannato a leggere nel volto
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l'anemone, e sfoglia al suolo i suoi petali la rosa selvaggia. Schizzano, sfilano le lucertoline grigio-verde, dalla testolina mobile ed intelligente, dalla
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protesse ladri ed amanti, penetrava in andito nero ed angusto, saliva per una scala fangosa e dirupata, dove era facile il pericolo della rottura del collo
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In questo pomeriggio lungo di luglio un grande silenzio regna intorno; nelle vie abbruciate dal sole non passa alcuno; ed i cittadini dormono nel
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scuro, che ha preso una tinta malaticcia ed umida pel tempo che è trascorso, pel sole che manca, per la scialba luce che piove dalle vetrate. Non
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questo uomo strano, come vestiva, che cosa mangiava, quali erano le sue abitudini ed in che consisteva la sua stranezza. Uditemi tutti attentamente che
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, discende, si attarda nelle umide ed oscure navate delle chiese, mormora nei tristi giardini dei conventi, si disperde, si ritrova, si rinnovella
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Il bigio palazzo si erge nel mare. Non è diroccato, ma non fu mai finito; non cade, non cadrà, poiché la forte brezza marina solidifica ed imbruna le
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dolci ed amare quanto il frutto che ricordavano; il collo superbo, pieno e rotondo palpitava lentamente. Ella si guardò le mani attraverso la luce, mani
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le bianchezze immacolate della neve che dànno la vertigine del candore; mancano le rocce aspre, brulle, dai profili duri ed energici; manca il mare
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partivano lievi concenti e sotto il raggio della luna pareva che le ninfe marine, ombre leggiere, vi danzassero una danza sacra ed inebriante; onde il viatore
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splendidi che si possano immaginare. Le ha dato il cielo ridente ed aperto, raramente turbato da quei funesti pensieri scioglientisi in lagrime che