LEGGENDE NAPOLETANE
alle donne, dando la mano da baciare ai cavalieri grandi di Spagna di prima classe come lei, stava Donna Anna di Medina Cœli. L'occhio grigio dal
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, sempre più, fino a farla impazzire nella vertigine dell'altissimo pinnacolo. Furono tali donne, sono e saranno. Il mondo le maledice, le disprezza
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appassiscono, le frutta imputridiscono, le guance delle donne sembrano di cenere, la mano degli uomini pare di sughero, la città patisce di acquavite e la
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brulicante colonia di popolani vive su quella riva. Le donne vendono lo spassatiempo l'acqua solfurea, i polpi cotti nell'acqua marina; gli uomini intrecciano
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fra le donne romane. Ivi danze festose, luminarie magiche, giuochi, banchetti, come solo Lucullo sapeva darne. Ivi profumi di nardo, coppe di nitido
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; aveva assaporato col più vivo piacere baci di donne, colpi di spada di cavaliere e vini poderosi. Quando la sua ricchezza cominciò a dileguare, come
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lunghi lavori delle sue donne sul broccato d'oro, alle trine di lucido filo d'argento, agli arazzi istoriati, andando da un telaio all'altro
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le dita sollevate in atto d'imperio, comanda alla lava di non avanzarsi; le donne pregano il parroco della cattedrale a portare in piazza San Gennaro
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quella dell'anima: ella era una di quelle donne incantatrici, fredde e sprezzose che non possono né godere, né soffrire. Paiono fatte di pietra, di una
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tonacella nera, la pazienza di lana bianca ed il cappuccetto nero, lì ricomparve; nella medesima parvenza, pel terrore delle donne, dei fanciulli e degli