LEGGENDE NAPOLETANE
malsicuro; esso ha visto avvenimenti sanguinosi e feste popolari. È un mare storico e cupo. Sulla piazza che quasi esso lambiva, dieci, venti volte sono
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boschetti escono canti malinconici d'amore e le monotone note del mandolino: il palazzo rimane cupo e sotto le sue vòlte fragoreggia l'onda marina
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cupo si tingerà di rosso, il fondo del mare sarà rosso; giungeranno i forestieri a contemplare il mirabile spettacolo, i napoletani si affolleranno
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marmo il solitario e cupo dolore di questo Cristo. Lo scultore ha saputo, ha sentito. Ha saputo, ha sentito che cosa fosse il tormento sottile che
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cosa abbrucia e fuma ed il cielo è cupo nella sua serenità. Tutto è luce vivida, tutto è intensità di colore, ogni cosa si condensa; pare che si
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, fuggire la costiera, e sdraiati sui cuscini contemplare l'azzurro cupo del cielo, l'ondeggiamento voluttuoso del flutto, il palpito vivo delle stelle che
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; poi, entrato nel cupo androne, volgevasi per l'ultima volta, salutava, agitando la mano, e scompariva. Lui non osava gridarle: rimani, rimani! e
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Donna Romita era una singolare giovinetta, mezzo bambina. Così il suo aspetto: i capelli biondo cupo, corti ed arricciati, il viso bruno, di quel bruno