LEGGENDE NAPOLETANE
, rosea, bionda di sole, piena di gioventù, fremente di vita, ma sarà morente. Lo dice la profetica leggenda, ripetuta di bocca in bocca, che circola
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lama d'argento, con un lieve sorriso sulla bocca, il cui grosso labbro inferiore s'avanzava quasi in atto di spregio, inchinando appena il fiero capo
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innamorata; il sorriso fu più scarso sulla bocca, le braccia più fiacche nell'abbraccio, le labbra più gelide nel bacio, il palpito meno frequente
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contristata, ma non è disperazione, ma non è desolazione. L'anima come la bocca è abbeverata di fiele, ma una goccia di consolazione vi è stata
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della finestra socchiusa. Noi siamo tristi, ed il sangue che monta al capo, ci dà la vertigine: noi abbiamo l'anima di piombo e la bocca amara; noi
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sguardo, il sogghigno del suo labbro, l'amarezza della sua bocca, il fiele del suo spirito era Tecla. Avrebbe dovuto morire, ma quando s'ama non se ne
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fronte bassa e limitata di dea, i grandi occhi neri, la bocca voluttuosa, la vivida candidezza della carnagione, lo stupendo accordo della grazia e
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: - Giacomo, se hai ardire di uomo, la fortuna nostra è fatta. - Sei tu diventata strega? Io mel sapeva. - Malann'aggia la tua bocca sconsacrata! Ascolta. Vuoi