LE ULTIME FIABE
(stringendo al suo petto la Reginotta e baciandola : Figlia del mio cuore! Come sei bella!
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(alzandosi da tavola e tentando di nascondere il suo terrore): ono sazio ... Non ho più appetito!
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(riprendendo il suo discorso): ... felice la Reginotta e il Principe fedele e saggio che, con l'aiuto della più benefica delle Fate, è riuscito a
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Lo avrei pagato tre, quattro volte di più del suo valore! ... E il contadino, ostinato, rispondeva: - In casa mia il Re sono io, soltanto io!
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Il mago Sbuffante ha minor potere di me! È il suo castigo. Dona un fiore, e vuole un giardino; salva una vita e ne sopprime cento ... Io, no! Io
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(se ne va piangendo): Povera figlia! Povera figlia! (Re e Ministro, dopo essersi inchinati alla Regina, si siedono a tavola, ognuno al suo posto. Due
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.) 'inganno? (Facendo riparo con mano agli orecchi) È il mago Sbuffante che arriva! (Si sente il suo rapido e forte sbuffare che si avvicina.)
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! - Sinora il popolo non sa niente di questa gran noia del suo Sovrano. Dobbiamo fargliela apprendere tutt'a un tratto? - Dite bene. Potrebbero
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vestitini nuovi. Non le mancava niente; qualunque suo più strano capriccio era subito soddisfatto; eppure c'erano giornate che ella veniva presa da
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finestre del suo appartamento; e scendeva in giardino a capo scoperto sotto il sole di mezzogiorno; e si slanciava a corsa pei viali, saltando
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C'era una volta un Re che aveva paura di morire prima di aver trovato pel suo Reuccio la più bella, la più ricca, la più buona Reginotta del mondo
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annaffiarli mattina e sera. Più tardi, tra qualche mese, bisognerà allattarli e imboccarli ... - disse il vecchio. La Reginotta collocò il suo fiore nella
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, e piangeva tastandosi il naso corto e un po' schiacciato sostituito a quello suo. - Vado a riporlo, Maestà! Cercate il resto. E il Mago, con in mano
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; e poiché la ragazza non se ne addolorava, né si vergognava del suo difetto, non protestò più; anzi quel: Gobbina! spesso la faceva sorridere, quasi
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vicine. Il suo peggior difetto era la contraddizione. Per esempio: se le vicine, vedendo il cielo nuvoloso, sentendo soffiare un vento diaccio
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adoprarli a modo suo! Si metteva a strillare, a piangere, a pestare i piedi, e bisognava fare quel che voleva lei. Al contrario, se vedeva qualcosa o
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verde scuro con puntini rossi e gialli lungo i fianchi e la schiena; il ramo delle foglie si piegava sotto il suo peso. Ella non aveva mai visto un bruco
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mamma disse subito: - È Capriccetto! ... Riconosco il suo picchio! Lo chiamarono col soprannome di quand'era bambino. Capriccetto, sì, era divenuto un