LE ULTIME FIABE
Non me ne parlate!
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(al Ministro): Che ne sapete voi di questa Fata?
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E chi è costui che sa tutto? Che ne dite, Eccellenza?
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(interrompendola): Invece a me, un brutto vecchiaccio ... (Al Ministro:) Chi era? Ve ne ricordate, signor Ministro?
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(che non ne può più): asta, Gran Mago, basta! (Il Gran Mago continua l'operazione; al getto delle pietanze, dalla finestra si sentono le acclamazioni
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Maestà ... Buona digestione! Appetito ne avete troppo. Voglio sposare la Reginotta ... Tornerò domani. (Va via. Il carnefice fa lo stesso portando
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Non me ne parlate, Regina! Ci dev'essere stato un tradimento. Or ora mi si è presentato un giovane ... Centovite! Lo avete mai sentito nominare? Egli
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Il mago Sbuffante ha minor potere di me! È il suo castigo. Dona un fiore, e vuole un giardino; salva una vita e ne sopprime cento ... Io, no! Io
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Non mi fate stancare, Gran Mago! (Il Gran Mago introduce due dita in gola al Re, e ne trae fuori qualcosa che subito si ingrandisce: pasticci
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(se ne va piangendo): Povera figlia! Povera figlia! (Re e Ministro, dopo essersi inchinati alla Regina, si siedono a tavola, ognuno al suo posto. Due
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l'uscio della prigione e ne esce fata Azzurra splendida di bellezza, circondata da un'aureola di luce azzurrognola. Tiene per mano la Reginotta
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lanternino le occasioni di far ridere la gente! - rispondeva l'altro. - Ah, se avessi un figliuolo! - Ha fatto bene di non venire! Ne avrebbe viste di
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una vecchia coperta e gli diceva: - Il mio bel piccinuccio Se ne sta come un Reuccio. E il bambino restava là, con le gambette allargate, le manine
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C'era una volta una vedova, non giovane, né vecchia, che aveva una bottega dove faceva da mangiare per la povera gente. Preparava buone minestre di
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. Appena un fiore stava per sfogliarsi, egli lo coglieva e ne metteva i petali a seccare al sole, su larghe stuoie di canna. - Che ne fate, compare
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quello dalla coda, finché il povero asino non si rizzò sui quattro piedi. Ma quando il Re cercò con gli occhi il Reuccio, non lo vide più né vicino, né
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, e ne parlò alla sua amica prediletta pregandola di mantenerle il segreto. - Ma che mistero! Che segreto! - le rispose questa. - Quelle sono lucciole
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C'era una volta un contadino che dietro la sua casetta aveva un piccolo orto. Vi coltivava cavoli, lattughe, sedani, cipolle; parte ne vendeva, parte
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! Vuota quel saccaccio e rimettiti la camicia! -Abbiate pietà di queste creature! -Che pietà? Sono morte, pietrificate! Non te ne sei ancora accorto
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una cagnetta zoppa! Zoppa, zoppetta, Cagna, cagnetta! - Vergognatevi di ridere sulla sciagura del Reuccio! - Io non rido né mi affanno: Lo vedremo tra
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sola sillaba; né mostrava di scotersi se il babbo o la mamma le rivolgevano la parola. Vedendo agitare le loro labbra, guardava fisso, rideva e
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, tutto occupato dalla ricerca del più bel naso di donna. E un giorno, ecco, egli incontra una giovane signora con un naso così ben fatto, né grande
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nessun ritegno, in coro col Re. Arrivato il momento che non ne potevano più, fatto un inchino, scappavano via, per paura che gli sbadigli non