LE ULTIME FIABE
Approvavo quel che diceva il mio povero ex Re ...
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(c.s.): Diceva bene! In casa sua il Re era proprio lui! LA REGINA DORMIGLIA: Disse, però, anche peggio! E Sua Maestà dovette punirlo severamente ...
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una vecchia coperta e gli diceva: - Il mio bel piccinuccio Se ne sta come un Reuccio. E il bambino restava là, con le gambette allargate, le manine
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parlarono più. Un giorno, però - non si seppe mai come - si sparse la notizia che la ragazza era diventata chi diceva Principessa, chi diceva Regina
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, esclamavano: - Che giornataccia! - lei, per picca, rispondeva: - Ma se è una giornata di paradiso! E all'inverso, se qualcuno diceva: - Che bella giornata
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. La Regina gli diceva: - La più buona, sì; è l'importante. Ma ... - Ma che cosa? - Non vorrebbe dir niente se non fosse la più bella; la bellezza dura
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la stanza s'illuminò. Pareti e pavimento di marmo finissimo, e nel centro una tavola apparecchiata, con vivande fumanti. In un canto la ragazza diceva
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. - Maestà, e il Fiore che ride? - Maestà, e la Flora che ride? Il Reuccio diceva così per ischerzo, alludendo alla sorella del fiore. E visto che il Re
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fornaio, quasi preso di paura, si affrettò a consegnare i venti panini richiesti. Pane tornò a casa, seguito da una folla di gente che gli diceva: - Pane
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- si faceva chiamare così anche dai nonni, per capriccio, diceva - tornò a casa con la morte nel cuore per il divieto: - Non pensare più al Reuccio
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, Reuccio! ... Che dirà Sua Maestà? Sua Maestà ormai non diceva più niente. Il Reuccio era un bel giovanotto alto, robusto, amava di cavalcare, di andare a
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siccome era sciocchina, non diceva altro che sciocchezze. Domandava: - Perché l'acqua è bianca e il vino è rosso? - Perché l'acqua è femmina e il vino è
Accademia della crusca
