LE ULTIME FIABE
(all'ex Re): Cominciamo noi ad augurare ogni bene agli sposi. Dicono che gli auguri dei vecchi portano sicuramente fortuna ...
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pasticcio, che io scalco si affretta ad affettare.)
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! Chiamateli! Conduceteli qui! ... (Al Mago:) Siamo venuti ad attendervi al passaggio, per buttarci ai vostri piedi ... (Il Ministro s'inoltra fra gli alberi
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stesso tempo un servitore reca un gran vassoio con un nuovo grosso pasticcio che lo scalco si affretta ad affettare.)
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qui, ad attendervi, benefica Fata! Un giorno ... nel giardino reale, mi apparve una vecchina ... (sbadiglia) che mi chiese la carità. Non gliela negai
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niente ... Vado via! Vado via! ... (Sbuffa più volte.) Rivolgetevi ad essa ... Non posso far niente per voi! (S'inoltra rapidamente nella foresta.)
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, ha sguardi così penetranti, che se non si riaddormentasse subito ... ci farebbe tagliare a tutti le teste! ... M'inganno? (Si ferma ad origliare
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(da sé): Dice così ... mentre ha una voglia matta di farle il verso! Se arriverà ad essere Re, sarà un furbone! E allora, poveri Ministri
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fiabe come a un bambino. Ma il Re stava ad udirli svogliatamente, e cominciava quasi subito a sbadigliare. Dapprincipio metteva una mano davanti alla
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tre. Pane apriva la marcia reggendo, come una bandiera, la coda di cavallo che si arcuava, sbatteva ai lati, si dondolava pendula, tornava ad arcuarsi
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giungere in tempo a salvare la persona in pericolo. Tutto ad un tratto, nel centro di una piccola radura, si trovò davanti alla guardia reale che teneva
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pianta di rose carica di bottoni, qualcuno dei quali cominciava ad aprirsi; e su un ramo di foglie vide un bruco, grosso quanto il mignolo delle sue
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mucchio dei capelli di oro, tolti alla contadina, sparì. Il Re continuò ad andare di città in città, di paesetto in paesetto, di villaggio in villaggio
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qualche persona che le parevano buffi, scoppiava a ridere a ridere, contorcendosi, fino ad averne le lacrime agli occhi. E gli strilli, i pianti, il
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custodi ad affrettarsi a chiudere le finestre. Ed ecco i suoi custodi a mettergli per forza un berretto o un cappello in testa per ripararlo dal sole
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affrettarsi, e quando se la vide improvvisamente vicina, quasi fosse stata sospinta da un soffio di vento, la invitò ad entrare e le porse una
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. - Certamente - pensò il Re - ho da fare con un Mago. E con i Maghi non si scherza. Pure si provò ad avvicinarsi ai due fiori, fratello e sorella. Lo
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bottiglietta di vin nero, indugiava meravigliata di quel divoratore che stava mangiando in una volta quel che ad essi doveva bastare per una settimana. E
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col padre. Se non che arrivato ad un certo punto, il ragazzo spariva tra gli alberi, tra le macchie, dietro un muricciolo. Il padre, al ritorno, lo
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ne fantasticava anche in quelle giornate di profonda malinconia che tornavano ad assalirla di quando in quando. - Che hai? - le domandava il nonno