LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche
La domenica successiva era un tempo da lupi, una di quelle giornate in cui, come si suol dire, chi non ha casa la cerca; ma l'acqua, che veniva giù a
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pochi anni, ed era figlia di un professore di Pisa. E siccome un discorso tira l'altro, la signora disse che si sarebbe rimessa a loro per trovarle una
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, quando incominciò a entrare nella cucina, prima un gruppo di bambini, poi un altro, tanto che la grande stanza affumicata e bassa fu piena di estranei
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avevan messo tre seggiole, perché l'orchestra non si componeva più del solo organetto di Cecco, ma anche di un suonatore di chitarra e di uno di
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un podere poco distante. Cecco s'era messo in testa che Vezzosa lo canzonasse, e in presenza di lei non c'era caso che aprisse bocca. Così la Regina
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lei quelle manierine cortesi che erano la maggior attrattiva di Vezzosa. Se Cecco le volesse bene è inutile dirlo. Ognuno si forma un ideale di
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vecchia Regina, e Cecco le aveva narrato che nei primi anni del matrimonio, le era nato un figlio infelice, assolutamente scemo, e che la vista di
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Gli otto giorni dopo l'ultima domenica erano parsi eterni alla Regina e a Vezzosa. Cecco non aveva parlato quasi mai, e, ora con un pretesto, ora con
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La fede nelle proprie forze, rinata nei Marcucci, aveva in parte dissipato la malinconia degli ultimi giorni. Inoltre, un fatto avvenuto appunto il
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crepitava un bel ceppo di faggio, era grande davvero, altrimenti non avrebbe potuto contener tanta gente, perché i Marcucci erano un subisso! Il vecchio
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refe finissimo all'ago torto, destinata come dono di Natale alla figliuola, che non doveva tardare a giungere a Camaldoli. Il signor Luigi era un
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cent'anni, che si rammentavano di tutto quel che era accaduto da un mezzo secolo in poi; ma la Befana l'avevan sempre vista vecchia, sempre vestita allo
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Il dì della Pentecoste, cui i contadini toscani dànno il poetico nome di Pasqua di Rose, era stato un giorno lieto per il podere di Farneta. Vezzosa
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quali volevano affittarla per l'estate. Essi ritingevano le finestre, imbiancavano le stanze, ribattevano le materasse e cercavano di dare un aspetto di
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novella, - ribatté il ragazzo. E si alzò pian piano, svogliatamente, per andare a prendere il mulo nella stalla. Intanto dalla piccola carrozza era sceso un
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sofferto. Si preparava per i Marcucci un'annata disastrosa, ed era un bene che l'Annina avesse trovato da allogarsi. Così avessero trovato pure Beppe, il
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indurlo a ripetere i versi e tenerli a mente, gli faceva ogni tanto un omìno di pasta con un po' di zucchero, oppure due brigidini, che gli dava a lezione
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pioggia continua. Regina leggeva nel cuore de' suoi figliuoli come in un libro aperto, e capiva le loro angustie; così, quando la domenica sera si vide
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quel Carlo, a cui volontariamente pensava. La ragazzina lo aspettava da un momento all'altro di ritorno da Firenze, e ogni volta che sentiva il passo
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, l'aveva pregata di un favore: egli desiderava che la conclusione del matrimonio fosse affrettata e che le nozze si celebrassero a carnevale. Non osava
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Vezzosa, ma ella era così felice, che non ci aveva badato; peraltro, quando giunsero all'orecchio di Cecco, fu un altro affare. Egli non voleva che si
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domandare in prestito un po' di lievito per fare il pane, e in cucina non trovò altri che la vecchia, che le parve così malandata, in quel poco tempo, da
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, - rispose Maso, - ma se avesse avuto qualche cosa, sarebbe stato meglio; tutte le nostre donne hanno portato un po' di dote, e così si è potuto tirar avanti
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domenica quando era a casa; ma su quelli le aveva fatto porre un bel grembiule bianco guarnito di falsature e stirato con cura, e questo bastava a darle
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sera, - disse Vezzosa sottovoce entrando in cucina. Nessuno le rispose, perché la vecchia era un po' sorda e, nel dire il rosario, s'era appisolata
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? - domandarono i bimbi Marcucci alzando la testa da quel gruppo allegro, che essi, insieme con i compagni del vicinato, formavano in un cantuccio della
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, - rispose la Carola, - non saprei dirvelo; ieri l'incontrai con un muso lungo un braccio, e mi disse appena buon giorno. - Io lo so quello che ha, - saltò
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noi ci voglion le braccia forti e il groppone duro: con le chiacchiere non si vanga questa terra che pare un masso. È meglio che noi abbiamo la forza
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, la sorella di un conte Guidi di Poppi, che era stata maritata a Firenze, tornò inaspettatamente a casa del fratello, senza nessuna scorta, a piedi
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sempre un bel po' ad arrivare alla somma occorrente per nutrire e vestire la famiglia fino alla nuova raccolta. Anche gli altri fratelli avevano gli
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, Vezzosa. Infatti, per lei avevano tirato il collo ai capponi, per lei avevano messo arrosto un capretto intiero, per lei avevano fatto schiacciate
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nel timore di non poter sbarcare l'inverno, fu anzi un Diavolo abbastanza umano, piuttosto allegro che no. Dopo che la Regina ebbe ottenuto da Maso che
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un padrone la maltrattava, ella avrebbe potuto cercarsene un altro, mentre invece, di lì non sarebbe uscita mai. Cecco, che si sfogava a cantare la
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, e la curava con un affetto da figlia vera. Non andava mai a letto, stava attenta a tutte le prescrizioni del medico, ed era stata lei che s'era
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il padre di Carlo gli aveva chiesto l'Annina, - e pare impossibile che sia potuta andare a genio a un signore come suo figlio. - Ma che signore
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il Casentino in cerca di buone uve da accaparrare. Un soffio di vita li animava e non parevan più i medesimi. Il contadino toscano, per quanto
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morte del marito, col quale aveva diviso in pace gioie e dolori per quarant'anni, era ridotta uno spettro e aveva, come si suol dire, un piede nella
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delle nozze, e quando giunse Vezzosa fu un domandarle continuo come stava la matrigna. - Al solito, - rispondeva Vezzosa. Cecco la chiamò da parte e
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, eppure si sentiva l'animo sollevato, come se un soffio prenunziatore di serenità le avesse fatto dimenticare i dolori; e sorrideva ripensando alle liete
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verde, la speranza di rendersi utile; e quella color dell'alba, la fede che per ogni fatica v'ha un premio e poi una ricompensa. Una domenica, all'ora
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d'amici, per festeggiare la copertura di una fabbrica di uno di loro. Vezzosa aveva fatto un po' il broncio quando erano venuti a prendere il suo Cecco, e
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Nella settimana c'era stato un altro avvenimento a Farneta. La giovine moglie del nuovo ispettore, figlia dei villeggianti, era giunta e aveva
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con lei; ma l'altra, più furba, riusciva a non dargli questa soddisfazione. Fu lei che si bendò per la prima e almanaccò un pezzo con la pertica in
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fosse preposto alla custodia del tesoro. Dovete sapere che per gli angioli era un grande scorno il non aver saputo vegliare su quel tesoro. Iddio
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era stata buona, andava Cecco con un altro dei fratelli ad Arezzo; quand'era scarsa, portavano i panierini al Ponte a Poppi e li spedivano per mezzo
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donne ragionevoli, e non potete affliggervi se vado a fare un po' di chiasso con gli amici. Addio dunque, Vezzosa. - Rimani, Cecco, fallo per amore mio