LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche
vecchia rispose: - Figlia mia, quando sarò morta, tu penserai a me in questa camera, e ti rammenterai che a questo mondo ti ho chiesto una cosa sola
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godeva e badava a dire: - Quando tu pure avrai de' figliuoli saranno tanti modelli di creature. Se hai già saputo piegar questi a ubbidirti, ed eran
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neppure si degnò di toccarsi il berretto. Ella non parve offesa da quella villania, e disse con voce dolce: - Fratello, tu non puoi rimanere di notte in
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cui tu hai spalancato le porte del paradiso comprando per il suo corpo un pezzo di terra benedetta. Nostra Signora, di cui ero tanto devoto in terra
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misero? Lo vedi come tutti mi discacciano? È forse colpa mia se ho questo testone e questi capelli rossi? Eppure tu sai che non son cattivo e che
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, - replicò Banfio. - Forse per trovar la campana bisognerà faticare, e tu non hai forza; mentre io ne ho ancora. Se tu m'indichi la fonte e lo spino, ti
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il fiele e l'aceto sulla croce per riscattare il genere umano dal peccato! Vedrò gli uomini ricadere sempre nei tuoi tranelli. Che diritto hai tu sul
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non ho avuto mai consolazioni e voglio che tu paghi con altrettanti dolori le pene che mi hai fatto soffrire. Ho fatto un testamento in tutta regola
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da farle un po' di festa. Io farò il suo elogio. - Zitto, che lo voglio far io, - disse Cecco. - Tu sei più vecchio e non ti puoi rammentare come me ne
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tu mi comandi e che non son più padrone di me. - Che te ne importa di quel che dicono, purché tu non rechi dispiacere alla mamma e a me, che ti
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, che sentì mugghiare alla porta e capì che la vacca diceva: - Eccomi ritornata, padroncina. Biancospina si voltò e riconobbe la vacca. - Sei tu
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mantenere la promessa, che non consegnare queste armi, che il cavaliere non adoprerà mai in guerra, ma nei torneamenti, poiché sono armi di lusso? - Tu
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il genovese gli disse: - Il successore di Maometto, il grande e potente capo dei Mussulmani, mi ordina, cristiano, di dirti, che tu devi ammansire il
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alla ragazza: - Chi t'ha insegnato a esser tanto gentile? - Nessuno. Che si chiama gentilezza il dire la verità? - Via, par che tu abbia il cuor di
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notte io lo percorrerò ben dieci volte da un capo all'altro. - Ma qual garanzia ci darai tu di aver compiuto l'impresa? Io non so chi di noi verrebbe
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preparo il mangiare per otto giorni. Se io penso a te, tu pensa a me, e fammi trovare tante uova belle quando torno. Poi la vecchia si diede a
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egli. - Del resto, come avrei fatto ad aprire la porta se è chiusa a cento chiavi e ognuno di voi ne ha una? - Allora sei tu che hai ceduto alla
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, inchinò tre volte la testa. - Messere il Conte, - disse allora Banfio, - ordina tu a chi deve per primo tirar l'oroscopo questo sapiente animale, che
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la conosco, ringrazio Iddio a mani giunte; e se tu non l'avessi scelta per moglie, ti direi: "Sceglila subito!". La Carola era conosciuta nel
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molto freddoloso, - rispose Tegrimo, - poiché a me non pare che sia freddo. - Perché tu hai un farsetto foderato di vaio, e sopra codesto mantello, mentre
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vicino, e le disse commossa: - Tu sei la mia ultima consolazione! Vezzosa, per interrompere quel discorso, la pregò di raccontare la novella, e la
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panni, aveva viso altero e piglio di comando, - ma io ti conosco, ser Alamanno, e come tu puoi giovare a me, io posso molto giovare a te. - Prima di tutto
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è vicino? Mi dispiaceva di morire senza che tu mi chiudessi gli occhi; ma ora son tranquilla. Cecco non rispose, e per dare ai pensieri della madre un
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- Che bella Pasqua! - esclamavano i bimbi di casa Marcucci. - Non abbiamo mai avuto tante ghiottonerie, né tanta allegria. Sei tu che ce la porti
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, tu che mi volevi tanto bene, puoi cambiare in così pochi giorni! Tu che devi riconoscenza alla famiglia per l'accoglienza fatta alla sposa di tua
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reco la salute, affinché tu abbia tempo di pentirti della vita che hai menato. Anche infermo, ser Bindo conservava la violenza dell'animo. Perciò
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donna, che par così giovane, è già vedova di tanti mariti? - E tu sarai ben presto convertito in pesce ed esposto a esser fritto e mangiato dai tuoi
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destarvi per narrarvelo. - Tu sai, fratello, - rispose Alessandro, - che spesso vedesi in sogno quello che si crede con piacere; e tu hai sognato i
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. - Vedo che vi volete guadagnare l'alloggio, - disse la Fortunata. - Ebbene, Nando, tira su l'acqua dal pozzo ed empimi il trogolo dei maiali; e tu
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drappi, io le porterò abiti ricchissimi. "Tu fai i conti senza di me, - pensò Chiarenza, - Lavella non si mariterà e soltanto lo sposo di Selvaggia
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sconosciuto l'acchiappò per la sottana, e le disse in tono supplichevole: - Caterina, io non sono il Diavolo e tu non hai da temere nulla da me. Anzi, sono
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accorgo che la tua vita accanto a me non è lieta. Però io non posso assuefarmi al pensiero che anche tu debba abbandonarmi per seguire uno sposo. Ebbene
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nostro bimbo nascerà stanotte, come Gesù; io vado in camera, tu va' a chiamare la levatrice; ma stai zitto, perché non voglio disturbare nessuno
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io per volergli bene, ci sarai tu, ed egli potrà consolarsi con te della mia mancanza, - diceva la vecchia. La domenica, Vezzosa, che non era più
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tuo sguardo non è sereno come per il passato e tu tieni fra le mani una cosa che si conviene a femminella e non a un cavalier pari tuo? - Gli è, madonna
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risposta. - Si tratta certo di una ragazzata! La Vezzosa non rispose, perché ella non voleva mettersi a tu per tu con la cognata, ma le pareva che la Carola
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raccoglie le preghiere, mi manda a te. Se tu vuoi salvare messer Spini, questa notte stessa devi portarlo via da questa casa. Domani tuo padre andrà a
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tutta la notte sulle piagge finché un cristiano non ci avesse inventata una nuova canzone. Tu allungasti l'altra, ma non bastava; avevamo sperato nel
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legami di parentela che ci univano, mi faranno tentare tutto il possibile. - Ebbene, nipote mio, prima di tutto tu devi chiamare la giustizia
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ebbe veduto, gli disse: - Io credo, o mortale, che tu usurpi i miei diritti! - Perché? - domandò l'altro umilmente. - Sai bene che, nonostante il tuo
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, chiamò a sé Chiara, e con fare burbero le disse: - Tu non hai nulla e vivi della carità nostra. - È vero, messere, e io vi sono così grata del bene che
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quello si misero lo scialle di flanellone. - E tu non vieni? - domandò Maso a Cecco vedendo che s'era seduto di nuovo sulla panca nel canto del fuoco
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torno subito a Stia, punisco i colpevoli e dopo vengo a prenderti con una lettiga e ti conduco al palazzo, dove sarai servita e rispettata come se tu
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venuto; sapresti tu farmi una corona eguale a quella, ma di metallo più vile, e ornarla di gemme false? La vera allora si terrebbe riposta e non si
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e, avvicinatasi al vecchio, gli baciò la mano, che già pareva di cera, e gli disse: - Santo vecchio, il popolo di questi luoghi che tu hai tanto