LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche
aderenze fossero per il figlio un valido appoggio nella vita. Quell'uomo che era così modesto per sé, aveva ambizioni smodate per l'unico figlio suo, e
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fossa. I figli, che non l'avevano lasciata mai, non s'erano accorti del suo deperimento, avendola sempre sott'occhio; ma lo avevano notato dacché Cecco
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malcontento giungeva agli orecchi della povera signora, la quale, cullando il suo bambino, lo copriva di lacrime. In capo a un anno madonna Bice mise al
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propria, e il solo compagno suo era un gatto con la coda e gli orecchi mozzati e cieco da un occhio, che faceva schifo soltanto a guardarlo. Tuttavia
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Buonaccorso viveva splendidamente nel suo palazzo in via della Vigna, e che vestiva a lutto dicendo a tutti che gli era morta la moglie. In quel momento i
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che era tempo di mandarli alla Corte del padre suo, che era signore di Ravenna, e dal quale potevano imparare tutto ciò che si addiceva agli uomini
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, era sceso dal suo castello di Poppi, e lo stesso aveva fatto il conte di Lierna. Fra questi due signori, benché fossero della stessa famiglia, era nato
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provocata dal piacere di ritrovarsi in mezzo ai suoi, ma ella sapeva bene che aveva un'altra causa. Il suo cervellino, in quei giorni, viaggiava nel ridente
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da farle un po' di festa. Io farò il suo elogio. - Zitto, che lo voglio far io, - disse Cecco. - Tu sei più vecchio e non ti puoi rammentare come me ne
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maggiormente ogni volta che andava in collera. Egli metteva quasi sempre un'esse dinanzi a ogni parola, ma quando era in collera il suo dire diventava
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il padre di Carlo gli aveva chiesto l'Annina, - e pare impossibile che sia potuta andare a genio a un signore come suo figlio. - Ma che signore
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riconosce, gli va incontro, e col suo garbino gli offre i funghi che aveva nel paniere. L'ispettore lo prende in collo, lo bacia, gli domanda che cosa
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dei tempi, un signore di Romena, che pare ne avesse fatte d'ogni colore, perché suo padre, che non voleva figliuoli cattivi d'intorno, gli disse un
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il suo sguardo si diresse verso il punto dove poco prima aveva veduto sparire Cecco, e vi rimase come inchiodato. La Regina scrollò mestamente il capo
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abbracciata la figlia e il genero, assisté alla loro partenza. Appena il conte di Porciano giunse con la sposa al suo castello, fece riporre la cassa
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speranza di guarigione, chiamò due amici, nonché suo figlio Enzo, e disse: - È mio desiderio che tutti i miei beni passino a questo mio primogenito
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laborioso, tende a rinchiudersi, come fa la chiocciola, nel suo guscio. La uniformità del lavoro e il lavoro costante, gli fa perder di vista tutto ciò che è
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al suo lontano parente che, se voleva abitare in casa sua, doveva prima di tutto far rispettare il nome che portava, perché quegli scoppi d'ira eran
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. Se egli non vuol venire presso di me, andrò io da lui; accompagnatemi. E la bella Badessa, avvolta nel suo manto di lana bianca che le scendeva in
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quella casa soltanto, ché il padre suo Spinello gli aveva lasciato terre e quattrini, e sommati insieme i risparmî con l'eredità, egli poteva stimarsi
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restavano muti come tutti coloro che provano un vero dolore, ella li guardò affettuosamente, e col suo buon sorriso disse: - Siccome le distrazioni che noi
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torrenti, i fulmini, i lampi, non trattennero a casa la Vezzosa. Ella si gettò sulle spalle il cappotto di suo padre, aprì l'ombrellone d'incerato, e
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valletti del castello di Caprese la chiamavano l'angioletta, tanto dal suo volto emanava un sorriso celestiale. Le donne della contessa Chiarenza, invece
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cui tu hai spalancato le porte del paradiso comprando per il suo corpo un pezzo di terra benedetta. Nostra Signora, di cui ero tanto devoto in terra
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domenica che gli amici erano andati a prenderlo, aveva giocato, contro il suo solito, e aveva perduto; la domenica successiva s'era lasciato trascinare con
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osservazione intensa, era che l'Annina non differiva dalle altre contadine par suo, che non era una bellezza né una ragazza intelligente. L'invidia le
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contadino. E, abbassando il capo senza aggiungere altro, andò al suo lavoro, ripensando alla bestialità fatta col dare una matrigna alle figliuole. La
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il tuo parere, perché mi pare il più saggio, - rispose Aghinolfo. E, vestitosi in fretta, si avvolse in un mantello, scese nella stalla, sellò il suo
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poco a poco perdé ogni effigie umana, le sue carni si disfecero come cera e le fiamme, che avevano ridotto il suo corpo come un lungo e grosso cero
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aveva messo una bella tovaglia di bucato, le rose còlte per la nonna, e, a suo tempo, avrebbe servito la schiacciata fatta il giorno prima e il vin santo
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d'amici, per festeggiare la copertura di una fabbrica di uno di loro. Vezzosa aveva fatto un po' il broncio quando erano venuti a prendere il suo Cecco, e
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turbamento di quel figliuolo, che era il suo cucco, gli domandò, mentre nessuno li ascoltava: - Te ne accorgi, Cecco, che il giorno della separazione
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novella della Regina e a curiosare un poco, per dire allora dinanzi a tutte quelle pettegole il fatto suo. Vezzosa aveva desinato dai Marcucci anche quel
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novella dello scettro di re Salomone e la corona della regina Saba. Cecco non diceva tutto il suo pensiero. Tornato a casa dopo tre anni passati al
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stati ancora accesi i lumi; la vecchia Regina diceva il rosario al suo solito posto, e le nuore erano andate in chiesa, alla benedizione, mentre gli
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l'ebbe toccata, capì quello che le diceva l'uccellino col suo gorgheggio. L'uccellino diceva: - Biancospina, ti voglio bene; Biancospina, ascoltami
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non era più un'estranea per la famiglia Marcucci. Benché da otto giorni soli ella fosse moglie di Cecco, pure aveva già preso il suo posto in casa, e
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ragazza, guardando con fiducia il suo promesso sposo. - Davvero, sarà l'ultimo! - Che cosa avete da dirvi in segreto? - domandò a Cecco e a Vezzosa
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egli se n'è mostrato meravigliato perché al suo paese si chiama uncinetto, e subito ha cavato di tasca il taccuino e ci ha scritto la parola e la
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promessa sposa, e quando la scorgeva affaccendata in cucina entrava per aver notizie della Maria e sfogava il suo rincrescimento per quella malattia
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rimandare lo scudo e la spada per messer Forese, il canto moriva sulle labbra di ser Baldo, e il figlio suo, che lavorava accanto a lui, accorgendosi
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. Quel giorno appunto, mentre il conte Romano e il suo ospite passavano la Consuma, si scatenò una tremenda bufera. Il vento soffiava impetuoso, l'aria
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Frate rimase a parlare con la ragazza del suo prossimo matrimonio. - Ragazza mia, voi state per abbracciare uno stato molto aspro, e, per sopportarlo
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passo la riavvicinava sempre più al suo caro Gosto; anzi, incitava l'animale, ripetendo: - Il cavallo va più piano della rondine, la rondine va più
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fuori non sapeva dir altro che: - La Madonna! La Madonna! Allora tutti guardarono, e si accòrsero che la sacra immagine non era più al suo posto. Questa
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ribellione: tu sei mio per sempre! - sentenziò la Befana. - Suo per sempre! - dissero le vecchie, non più ridendo, ma con una voce da metter paura. In