LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche
tornava a letto, ma non dormiva. E nella veglia sentiva Cecco cantare per lei da lontano, e mandarle quel saluto che era solito ormai di darle ogni
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lo avrebbe volentieri trattenuto, ma la Carola aveva detto: - Non te lo mangiano mica! Ed ella, per non farsi biasimare dalla cognata, lo aveva
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donne trafficavano, e la vecchia, alla quale per diritto spettava il riposo, si era seduta nel canto del fuoco e aveva cavato di tasca il rosario; ma
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che non portasse nulla; ma Cecco s'è piccato e c'è convenuto di cedere. - Dunque la mia figliuola ce la prendete per forza? - Non dico questo
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fossa. I figli, che non l'avevano lasciata mai, non s'erano accorti del suo deperimento, avendola sempre sott'occhio; ma lo avevano notato dacché Cecco
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pioggia, la Regina era stata zitta zitta, e alle domande di Cecco e a quelle premurose degli altri figliuoli, aveva risposto che non era ammalata, ma
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vestiti. È vero che il corredo se lo stava preparando da parecchi anni, ma all'ultimo momento rimane sempre qualche cosa da fare, e le mancava appunto
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, e le buttò le braccia al collo. Quell'atto affettuoso meravigliò tutti, ma Carlo non volle dare nessuna spiegazione. Egli disse soltanto: - Nonna
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i suoi genitori, disperando di maritarla, la spingevano a entrare nel convento delle Camaldolesi di Pratovecchio; ma Gualdrada non se la sentiva di
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vecchio sano anche lui, ma di carattere taciturno e dedito alla lettura ed ai libri. Egli aveva una predilezione per il pergolato del giardino, dove
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. - Non tanto; ma però vi prometto che non vi farò fare sognacci a nessuno. Che ho da cominciare? Non ho mai raccontato di giorno, e chissà se con tutta
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s'addormentano, perché non pare, ma son già le sette sonate. Ora attenti, perché la novella è bella e, se non farà ridere, farà piangere chi l'ascolta
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soggezione di nessuno. Però se la novella vi riesce uggiosa, andatevene pure, anche a metà, che io non me n'ho per male. Ma se la Regina non si
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varie faccende le faceva da sé sola per alleggerire del molto lavoro le altre donne. Tutti la trattavano bene, ma le due persone che dimostravano
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stessi sopraccapi di Maso, e per questo non si rallegravano della nascita di un nuovo figliuolo. Del grano avevano tutti sperato un prodotto maggiore; ma
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dirlo a Maso, che pur vedeva di continuo, perché temeva di sentirsi dar dell'impaziente; ma più conosceva l'Annina e più bramava di farla presto sua
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Il tempo era brutto, ma brutto, e invece di maturare il grano, le piogge e i vènti lo facevano piegare a terra. S'era alla fine di maggio, e Maso e i
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, avrebbe ceduto certo alle dolci istanze della moglie; ma vedendosi osservato, volle fare il forte e, respinta con mal garbo la Vezzosa, disse agli amici
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il padre di Carlo gli aveva chiesto l'Annina, - e pare impossibile che sia potuta andare a genio a un signore come suo figlio. - Ma che signore
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con lei; ma l'altra, più furba, riusciva a non dargli questa soddisfazione. Fu lei che si bendò per la prima e almanaccò un pezzo con la pertica in
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provocata dal piacere di ritrovarsi in mezzo ai suoi, ma ella sapeva bene che aveva un'altra causa. Il suo cervellino, in quei giorni, viaggiava nel ridente
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La domenica successiva era un tempo da lupi, una di quelle giornate in cui, come si suol dire, chi non ha casa la cerca; ma l'acqua, che veniva giù a
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domenica quando era a casa; ma su quelli le aveva fatto porre un bel grembiule bianco guarnito di falsature e stirato con cura, e questo bastava a darle
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alunno forestale. - La posizione per ora non è bella, - aveva detto l'ispettore, - non gli posso assegnare altro che una quarantina di lire al mese; ma col
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cenere e le faville, e la neve batteva tanto forte contro i vetri delle due finestrine della cucina, da spaccarli. Erano le cinque appena, ma già era buio
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, c'era ad Arezzo, non proprio in città, ma poco fuori delle mura, verso la chiesa delle Grazie, una ragazza per nome Santina. Questa ragazza aveva un
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pigliassero per il collo gli avventori. Facevan pagare il giusto e nulla di più, e si contentavano di campare modestamente. In paese c'erano altri alberghi, ma
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. - Va' via! Che aspetti? - esclamò la Carola. - Lo sai che tocca a te. - Ma per l'appunto di domenica e a quest'ora, quando la nonna ci racconta la
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serve di distrazione; ma in casa sentivano il vuoto prodotto da quella partenza, e la Carola specialmente non sapeva darsi pace di non aver più
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, - aveva risposto. - È vero che siamo poveri, ma tanto da curarla ci sarà sempre. Momo, con quanti s'imbatteva nell'andare alla farmacia, cantava le lodi
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un altro, si era allontanato da casa. La moglie non osava interrogarlo, ma la madre dolcemente lo attirava a sé, e cercava di rimaner sola con lui
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rivolta a Cecco; ma egli fece il nesci e continuò a tagliare col coltellino una pipa di legno che aveva in mano. - Dunque, si può sapere quello che è
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desinare non eran tornati. Comparvero sull'imbrunire, stanchi ma allegri, mostrando in trionfo i canestrini, colmi, alcuni di fragole coperte di felci
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somigliasse di carattere, che avesse la vostra mente e il vostro buon cuore. - Credo che tu abbia scelto bene; ma appunto perché Vezzosa è superiore alle
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cercar le più lunghe. Essi aspettano che sia terminata la veglia per attaccarle al camino, ma vogliono che le calze sien grandi per contenere più roba
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racconta, sciupava il pane, e fu condannato a raccattar le briciole in Purgatorio, facendosi lume col dito mignolo acceso. Ma il male è che neppure con
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quell'anno, per la previdenza di Vezzosa che aveva l'argento vivo addosso, doveva, senza casi imprevisti, recare l'agiatezza alla famiglia Marcucci. - Ma
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. - Ma chi te l'ha insegnata, chi ha preparato a me questa sorpresa? Gigino, tutto rosso, accennò coll'indice la Vezzosa, che stava a ridere in disparte
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soldo in tasca. "Che farò ora? - pensò il giovane signore. - Mangiar bisogna e divertirsi anche, e intanto i quattrini son finiti! ... " - Ma il
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avevan messo tre seggiole, perché l'orchestra non si componeva più del solo organetto di Cecco, ma anche di un suonatore di chitarra e di uno di
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. - Ma mi dici che segreti ci sono oggi? - le domandò la Carola, dopo che questa scenetta si fu ripetuta quattro o cinque volte. - Non posso dirlo; ho
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Vezzosa, ma ella era così felice, che non ci aveva badato; peraltro, quando giunsero all'orecchio di Cecco, fu un altro affare. Egli non voleva che si
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L'energia, la speranza rinata, si leggevano in viso ai Marcucci. Ma nonostante che il lavoro fosse molto, Cecco sudava sempre a spaccar le pietre
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venticinque persone. È vero che il podere era grande, ma se i ragazzi maggiori non si fossero ingegnati ad accompagnare col trapelo le carrozze che
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. Vezzosa leggeva bene e sapeva anche scrivere una lettera, perché era stata a scuola, ma le sue letture erano state scarsissime ed il nome del prigioniero
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d'arancio. Alcuni oggetti d'oro, semplici ma belli, completavano questo corredino degno di una signorina. Il resto era preparato a Firenze, nel