LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche
Gli otto giorni dopo l'ultima domenica erano parsi eterni alla Regina e a Vezzosa. Cecco non aveva parlato quasi mai, e, ora con un pretesto, ora con
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; il vino del podere e quello fatto con le uve comprate da Carlo Buoni, avevano già bollito prima che la signora Durini permettesse alla buona vecchia di
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giardino all'orto, che si stendeva dietro la casa, e con molte canne avevano anche formato un padiglione, sul quale facevano arrampicare una vite e
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perché ti stanchi tanto? - domandava la Regina all'ultima delle sue nuore. - Non mi stanco, mamma; sono assuefatta al lavoro e non so star con le mani
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da un altro ragazzo di casa, e così venne in chiaro che i bambini Marcucci in quei giorni non avevano fatto altro che magnificare con i loro compagni
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miseria nella sorella, che egli aveva maritata tre anni prima riccamente con messer Buonaccorso Rucellai, nobile e potente cavaliere. Per scoprire la causa
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avvenisse dei Marcucci durante l'inverno successivo, quell'inverno che avevano veduto avvicinarsi con tanta trepidazione in seguito alla rovina del
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podere, eran vendute ai villeggianti, o andavano al mercato insieme con le fragole e i lamponi raccolti dai bambini nei boschi; ma tutto questo non serviva
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nocciole, di castagne secche e di confetti, che Cecco aveva riportati da Firenze, e dopo, uno alla volta, grandi e piccini dovevano bendarsi e con una
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La sera della vigilia di Befana, i bambini del vicinato giunsero più tardi a veglia al podere dei Marcucci; alcuni allegri, altri con una faccia
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indurlo a ripetere i versi e tenerli a mente, gli faceva ogni tanto un omìno di pasta con un po' di zucchero, oppure due brigidini, che gli dava a lezione
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era stata buona, andava Cecco con un altro dei fratelli ad Arezzo; quand'era scarsa, portavano i panierini al Ponte a Poppi e li spedivano per mezzo
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tutto il giorno a far conversazione con la Regina, mentre le mani, che erano preste come la lingua, menavano avanti, a vista d'occhio, una tenda di
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giorno e, vinto ormai il primo impeto d'avarizia di Maso, dei fratelli e delle cognate, ella era trattata da loro con una cordialità come se avesse
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racconta, sciupava il pane, e fu condannato a raccattar le briciole in Purgatorio, facendosi lume col dito mignolo acceso. Ma il male è che neppure con
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col brodo, uova sode benedette, prosciutto del Casentino, cappone in umido con contorno di taglierini, fritto, capretto arrosto, panna montata e vin
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forte castello, Neri Capponi con molte truppe; e il conte Francesco Guidi, che fu l'ultimo signore della rôcca, scese a patti con gli assedianti per
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se n'andò al podere de' Marcucci. Questi non aspettavano nessuno con quel tempo, e quando la videro giungere, l'accolsero ridendo e burlandola
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domenica quando era a casa; ma su quelli le aveva fatto porre un bel grembiule bianco guarnito di falsature e stirato con cura, e questo bastava a darle
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sempre la via maestra come se attendesse qualcuno. E infatti ella attendeva Cecco, partito verso le undici per Pratovecchio, insieme con una comitiva
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. Figuriamoci la felicità generale e quella dell'Annina! Le donne circondarono subito gli sposi, e Carlo, che era un giovane assennato, disse che con i
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quel ragazzo con un testone che non poteva regger sulle spalle, era il tormento del vecchio Marcucci. Per quel povero bambino egli non aveva sentito mai
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Tutta la settimana i Marcucci erano stati sossopra per il grande avvenimento. La signora Durini, tornando a Camaldoli, aveva parlato con Carlo Buoni
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Le tre settimane che mancavano alle nozze di Vezzosa con Cecco, minacciavano di diventare sei e magari otto, perché la matrigna s'era ammalata e non
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, e la curava con un affetto da figlia vera. Non andava mai a letto, stava attenta a tutte le prescrizioni del medico, ed era stata lei che s'era
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non riconoscersi più. A lei non disse nulla e, avuto quel che chiedeva, uscì; ma imbattutasi sull'aia con Cecco, che tornava dal mulino, gli andò
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, non aveva voluto che si ritardassero di molto le nozze, e aveva mandato una sua sorella, con la sposa, a far lo stacco del vestito di seta. Questo
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uomo, che nessuno sapeva chi fosse né di dove venisse, s'era stabilito nel folto di un bosco vicino a Bibbiena. Era un uomo alto, magro, con due occhi
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, levata col sole, aveva destato i bimbi, e dopo averli lavati, pettinati, e vestiti con quel che avevano di meglio, aveva condotto seco l'Annina e
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campi che circondavano la casa. La signora Luisa parlò molto con le donne delle faccende domestiche. Così le Marcucci seppero che ella s'era maritata da
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andavano a Camaldoli, facendo in su e in giù l'erta via tre o quattro volte il giorno, la famiglia Marcucci non avrebbe attecchito il desinare con la cena
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si potesse scherzare! Se vuoi sincerarti meglio, vai a parlare con la Regina e lei ti dirà come sta la faccenda. - Dunque Maso mi ha chiesta davvero
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accompagnare i forestieri a Camaldoli. Con l'industria, ingegnandosi in ogni modo, bisognava rimediare alla mala sorte. Siccome tutti erano concordi
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dal podere dei Marcucci, perché gli uomini stessi rammentavano di aver provato grandissimo diletto a udir dalla bocca della Regina quelle novelle con
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, - rispose la Carola, - non saprei dirvelo; ieri l'incontrai con un muso lungo un braccio, e mi disse appena buon giorno. - Io lo so quello che ha, - saltò
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scegliere da sé, e quello che ella le proponeva non l'avrebbe preso neppure ricoperto d'oro. Il giorno ella stava sempre a letto con le coperte tirate fin
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mulino sull'Archiano, si tirò da parte, perché egli evitava sempre d'imbattersi con i cattivi, e costui era un uomo cattivo di certo, altrimenti non
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uno degli angeli alzando sul capo del guardiano la grande spada di fuoco. L'infelice rispose con un singhiozzo, e gli angioli, credendo che quello gli
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Quella domenica la Vezzosa giunse al podere dei Marcucci, prima di ogni altro, insieme con due sorelline poco minori a lei. Nella casa non erano
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violino, i quali si erano offerti sapendo che dai Marcucci si ballava. L'illuminazione, fatta con lucerne a olio, non avrebbe diradato le tenebre della
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coperto di peli. Si diceva che il naso rosso e il fungo fossero venuti al Podestà con gli anni, e in conseguenza del gran vino che beveva. Si diceva
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risposta. - Si tratta certo di una ragazzata! La Vezzosa non rispose, perché ella non voleva mettersi a tu per tu con la cognata, ma le pareva che la Carola
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scorgerla da lungi, con la canestra del desinare in capo, camminare snella fra i solchi del grano tenero per portar da mangiare agli uomini nel campo; e
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sabato li aveva tutti rincorati. L'ispettore di Camaldoli, sceso a Farneta insieme con la moglie per visitare i suoceri, aveva detto a Maso che gli
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donne ragionevoli, e non potete affliggervi se vado a fare un po' di chiasso con gli amici. Addio dunque, Vezzosa. - Rimani, Cecco, fallo per amore mio
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visitatori offrendo loro di riposarsi e di rinfrescarsi. - Non vogliamo disturbarvi; - disse la signora guardando con ammirazione la bella contadina, - ma